La fatica del mercato italiano, la lenta conquista di quello europeo: NeroGiardini punta su risorse umane e nuovi consumatori

Enrico Bracalente, amministratore unico di BAG, la società che possiede il marchio NeroGiardini, lo spiega con chiarezza, senza girare attorno alle parole: “I momenti sono difficili, ma confidiamo che il nostro percorso di internazionalizzazione ci permetta di continuare a portare avanti il nostro progetto calzaturiero”. Chiuso il 2017 attorno a 200 milioni di euro di fatturato, Bracalente ammette che la prima semestrale 2018 “non è stata positiva, perché lo sviluppo dei mercati europei si sta rivelando un percorso a lungo termine. Le vendite relative a Germania, Belgio, Francia, Austria crescono, ma con lentezza. Notiamo, comunque, che l’apprezzamento per le nostre collezioni è reale, con consistenti richieste di assortimento. E questo è un ottimo segnale”. Il problema, allora, è interno. Il mercato italiano, per NeroGiardini, vale il 75% del giro d’affari e subisce “difficoltà continue, contestuali” che non promettono di risolversi “almeno sul breve periodo”. Per sbloccare la situazione, la scelta di NG è di investire sulle persone. Risorse umane, prima di tutto: “Stiamo ampliando in modo considerevole e capillare la nostra forza vendita per l’estero – dice Bracalente -: venditori, capi area, funzionari commerciali. L’investimento è grosso, in quest senso”. Poi, i nuovi consumatori: “Continuiamo a lavorare sul nostro know how. Abbiamo diviso la collezione tra quella tradizionale, Basic, e quella Fashion, dove inseriamo in modo continuo articoli, colori, forme, pellami, durante la stagione. L’obiettivo è conquistare una fascia più giovane di consumatori”. Una necessità che, a sua volta “complica la vita”: “Questi interventi sul know how – chiude Bracalente – determinano un aumento delle spese: fondi, accessori, pellami (italiani, ndr), altri materiali”. Ma se si vuole continuare a crescere, la strada è questa “e va percorsa”.

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