Nel 2023 la produzione mondiale è scesa di 1,5 miliardi di paia, mentre la Cina si conferma la fabbrica calzaturiera del mondo per le scarpe. Iniziano da qui gli highlights dei dati pubblicati nel World Footwear Yearbook 2024, elaborati da Apiccaps, l’associazione portoghese delle calzature e della pelletteria. Sotto i riflettori, come di consueto, anche consumi, esportazioni e prezzo.
1,5 miliardi di paia in meno
L’anno scorso la produzione globale di calzature è scesa del 6% arrivando a 22,4 miliardi di paia. È il dato più basso del decennio se si escludono gli anni della pandemia: 2020 e 2021. Ciò equivale a 1,5 miliardi di paia in meno ed è la conseguenza del calo dei consumi. Nel dettaglio: USA -749 milioni di paia, Cina -398 milioni, Unione Europea -399 milioni. Quasi 9 paia su 10 vengono prodotte in Asia. In testa Pechino che ha confezionato 12,3 miliardi di paia e vale quasi il 55% della quota complessiva mondiale.
Export -9,1%
Anche le paia esportate nel 2023 (14 miliardi) sono scese del 9,1% rispetto al 2022. Il valore dell’export è stato di 168 miliardi di dollari, -6,1% sul 2022. Nonostante il calo, il livello raggiunto nel 2023 è il secondo più alto della storia e corrisponde a un aumento del 24% rispetto al 2014. Anche in questo campo la Cina è leader mondiale rappresentando quasi i due terzi delle esportazioni totali, in aumento rispetto al 61,3% del 2022.
Prezzi in continuo aumento
Il 2023 ha confermato anche un trend che non accenna a inversioni di tendenza. È quello dell’aumento del prezzo. L’anno scorso il prezzo medio per un paio di calzature esportato è stato di 12 dollari. Per il made in Italy è un valore pressoché irrisorio, ma su scala globale rappresenta il +38,8% rispetto al 2013. Se il prezzo delle scarpe in materiali tessili è cresciuto del 65%, quello delle calzature in pelle ha mostrato un modesto aumento del 24%. (mv)
Leggi anche:
