La scarpa italiana frena ancora: produzione industriale -19,5%

La scarpa italiana frena ancora: produzione industriale -19,5%

La scarpa italiana frena ancora. Dei numeri relativi al primo semestre 2024 – diffusi da Assocalzaturifici – colpisce il -19,5% relativo all’indice ISTAT della produzione industriale. In altre parole, le manovie sono ferme o precedono a ritmo molto lento. Questo ha provocato la chiusura di 107 calzaturifici e il taglio di 2.359 posti di lavoro rispetto a inizio anno.

La scarpa italiana frena ancora

I dati semestrali indicano una flessione del fatturato del 9,1%. Questo perché gli acquisti delle famiglie italiane si sono ulteriormente ridotti (-2,1% sia in volume che in spesa). Ma anche l’export (il dato è relativo ai primi 5 mesi) è sceso dell’8,5% in valore e del 6,8% in quantità. E se non si vende, con i magazzini pieni di invenduto, la produzione rallenta, per non dire frena. Percentuali ricavate dal report realizzato dal Centro Studi Confindustria Accessori Moda per Assocalzaturifici.

 

 

Forti ripercussioni sui ritmi produttivi

“La fase di debolezza della domanda, frenata da una minor propensione all’acquisto da parte dei consumatori, dal rallentamento di diverse economie e dall’incertezza legata alle turbolenze geopolitiche, ha fortemente penalizzato gli ordinativi, non risparmiando neppure il lusso”. È il commento di Giovanna Ceolini, presidente Assocalzaturifici. “La congiuntura negativa sta avendo forti ripercussioni sui ritmi produttivi delle aziende, che hanno amplificato il ricorso alla Cassa Integrazione. Crescono inoltre i saldi negativi nel numero di addetti ed imprese attive rispetto allo scorso dicembre”.

L’export

Nell’export, tiene la Francia, primo mercato della scarpa italiana perché Paese dove hanno sede i colossi del lusso (+2,6% in valore e +1,5% in volume nei primi 5 mesi del 2024). Evidenziatore rosso su USA (-14,7% in volume) e Russia (-21,7% in valore) rispetto al periodo gennaio-maggio 2023. Riguardo all’Italia, si segnala la tenuta delle vendite di sneaker, che, però, non crescono più.

Pessimismo

Gli operatori del settore non si aspettano nulla di buono per il 2024. Oltre 1 imprenditore calzaturiero su 2 si aspetta un calo delle vendite tra luglio e settembre. E 3 su 4 sono convinti che il 2024, per la propria azienda, sarà peggiore dell’anno precedente. (mv)

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