Oltre 10 miliardi di euro di fatturato estero. La scarpa italiana nel 2019 è da record. Lo dicono le proiezioni elaborate dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici sulla base del preconsuntivo gennaio-ottobre. Una performance che attesta il saldo commerciale della scarpa italiana in area positiva per circa 5 miliardi di euro. Ma che, nonostante tutto, non permette di guardare al futuro con serenità: “Il bilancio è in chiaroscuro – riconosce Siro Badon, presidente di Assocalzaturifici -. Non possiamo non vedere il calo dei volumi, seppur contenuto, e la perenne caduta del mercato interno. Diversi mercati internazionali sono in difficoltà”.
La scarpa italiana nel 2019 è da record
Ci sono, non potrebbe essere altrimenti, mercati trainanti. Su tutti quello svizzero, che nei primi 10 mesi segna il +26,8% in valore. Boom che, insieme al +9,3% della Francia, dimostra il legame tra calzatura italiana e griffe internazionali. Mentre Spagna e Regno Unito attestano un simmetrico +6,4%, Cina e Hong Kong riportano rispettivamente il +9,4% e il +2,6%.
Elementi critici
Proprio le vicissitudini della Repubblica Popolare, ora sotto la minaccia del Coronavirus, sono una delle principali preoccupazioni del calzaturiero italiano. Non solo: “Russia e area CSI segnano il – 11,1% medio – commenta Badon -. E questo su base annua. Rispetto al 2013 il calo è del 50%. Le difficoltà delle aziende italiane sono comprensibili”. Ma languono anche il Medio Oriente (-7,2%) e la Germania, mentre il mercato domestico non è in grado di offrire indici di crescita.
Voglia di fare
Ci si aspetta un 2020 difficile, insomma. “La raccolta degli ordini del primo trimestre è in calo – continua il presidente di Assocalzaturifici -. Sei aziende su 10 si aspettano un calo delle produzioni”. Questo non vuol dire che la scarpa italiana abbia intenzione di arrendersi. Di iniziative possibili ce ne sono. “Incontrerò il ministro Luigi Di Maio e gli chiederò di perorare la ratifica dell’accordo di libero scambio con il Giappone“, promette Badon, a proposito degli scenari internazionali. Ma anche nel piccolo delle singole aziende: “La calzatura italiana – conclude – è fatta di imprenditori che, al di là delle statistiche, ogni mattina sono in azienda per fare di meglio. Confermiamo il nostro impegno per la qualità”.
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