Indonesia, Vietnam e Cambogia: concorrenti nel contendersi la produzione di scarpe e prodotti di pelletteria in fuga dalla Cina. Ma anche consapevoli che questo processo genera per tutti prospettive di crescita. In Indonesia, la locale associazione calzaturiera stima una crescita dell’export del 6% per il 2016 e prevede un aumento dell’export di scarpe dal 5 al 10% nel 2017, non solo grazie alla delocalizzazione cinese ma anche perché, naufragato il TPP, il Vietnam non avrà vantaggi nell’export verso gli USA. Proprio ad Hanoi, nel frattempo, è stato presentato un nuovo piano industriale per lo sviluppo del settore “cuoio e calzatura”. Si spinge fino al 2025, con indicazioni fino al 2035. Il Governo si aspetta una forte crescita dei due settori: +10-15% all’anno tra il 2016 e il 2020, +8-9% tra il 2021 e il 2025 e +4-5% tra il 2026 e il 2030. In valore: da 24-26 miliardi di dollari di export del 2020 a 50-60 miliardi nel 2035. Secondo l’Asian Development Bank, invece, in Cambogia il PIL aumenterà del 7,1% sia nel 2017 che nel 2018, trainato da produzione e export di abbigliamento e calzature. Ma la crescita ha un lato oscuro rappresentato da alcuni rischi che potrebbero inceppare il trend delle esportazioni: un rallentamento delle vendite in zona euro, un irrigidimento del credito internazionale e un aumento del cambio del dollaro. (mv)
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