La sportiva domina il mercato della calzatura: Bain registra il boom delle sneaker di lusso, Foot Locker cresce grazie al premium

Aumentano i prezzi (con le sneaker di lusso), cresce il fatturato. Lo scrive Reuters, che propone un approfondimento sul tema prendendo le mosse da un report Bain & Co dello scorso ottobre, nel quale si prevede (a ragione) che le vendite complessive di sneaker siano aumentate del 10% a 3,5 miliardi di euro nel 2017, registrando una performance migliore delle borse (+7%). Un incremento causato anche dall’aumento dei prezzi medi di vendita, conseguenza dell’ingresso sul mercato di prodotti griffati, special limited edition e prestigiose collaborazioni. Prodotti griffati che non sono in concorrenza con quelli di Adidas, Nike, Puma e altri, ma tra loro, in un segmento in forte sviluppo. “Quando mi sono reso conto che le sneaker stavano esplodendo, ero piuttosto riluttante” ammette a Reuters Paul Andrew, stilista di Salvatore Ferragamo, che prosegue: “Oggi stiamo facendo massicci investimenti in questa categoria e collaboriamo con specialisti”. Le sneaker di fascia alta partono intorno ai 350 euro, fino ad arrivare 8.500 euro, come le Chanel X Pharrell Hu Race Trail o le Nike Air Jordan Retro 3 DJ Khaled Grateful. Secondo quanto riporta l’edizione francese di Fashion Network, Emilio Macellari, cfo del gruppo Tod’s, che col brand Hogan ha puntato sulle sneaker 30 anni fa, commenta: “Nessun marchio oggi trascura la sua offerta di sneaker”. La sneakermania sta portando via quote di mercato ai produttori di calzature più tradizionali e classiche. “Sarà difficile convincere le donne a tornare sui loro passi (e sui tacchi, ndr)” afferma Federica Montelli, direttrice del dipartimento moda de La Rinascente a Milano. Secondo Claudia D’Arpizio, partner di Bain & Co.: “I clienti di lusso comprano Adidas e Nike e viceversa” per una concorrenza “felice” in quanto, con un mercato ancora in piena espansione, i margini non sono a rischio, anzi. A beneficiare di un segmento premium che cresce è anche il distributore Foot Locker che un paio di mesi fa aveva annunciato “lo sfoltimento dei negozi non redditizi e l’apertura di alcuni punti vendita selezionati di fascia alta”. Nel primo trimestre Foot Locker ha fatto meglio delle attese, incrementando il fatturato dell’1,2% a 2 miliardi di dollari (1,75 miliardi di euro) rispetto ad una previsione negativa del 3,6% (Consensus Metrix). In discesa l’utile netto da 180 a 165 milioni di dollari (da 156 a 143 milioni di euro). “La proposta di prodotti premium continua a migliorare, con una profondità e un’ampiezza di gamma negli stili più ricercati che sta migliorando nei nostri marchi di punta”, ha detto Richard Johnson, ceo del gruppo. “Questo ci ha garantito un primo trimestre al di là delle attese”. (mv)

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