L’autarchia russa è un flop: i calzaturifici stanno fallendo

L’autarchia russa è un flop: i calzaturifici falliscono

L’autogol russo. L’obiettivo del Governo era quello di potenziare la produzione calzaturiera locale. Il risultato è che molti calzaturifici falliscono. Perché? In primis perché la legalizzazione delle importazioni parallele decisa da Mosca è stata la manna dal cielo per i contraffattori. Poi perché il made in Russia costa troppo per diversi fattori.

Intanto i calzaturifici stanno fallendo

L’industria calzaturiera russa sta crollando. E si sta trascinando dietro tutta la filiera. Ad ottobre è stata interrotta la produzione del calzaturificio JSC Stela Plus di Bryansk, conosciuto con il marchio Francesco Donni. Shoes Report riporta che a Kaluga il calzaturificio Romer, che produceva circa 470.000 paia di scarpe l’anno, ha chiuso. A Rostov-sul-Don hanno chiuso diversi altri calzaturifici. La crisi non ha risparmiato nemmeno Unichel (3 milioni di scarpe prodotte l’anno e 5.000 dipendenti). È calato il sipario sul sito produttivo di Orenburg, mentre i 213 dipendenti vanno incontro al licenziamento. Uno stabilimento a Zlatoust (10.000 metri quadrati) è in vendita. Stanno chiudendo anche calzaturifici medi e piccoli, seguiti da chi produce e vende le materie prime per l’industria calzaturiera.

 

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Le cause

Le cause di questa profonda crisi sono molteplici. Al Kommersant il direttore generale di Unichel Vladimir Denisenko ha citato il tasso di interesse del 28% sui prestiti bancari. E la carenza di personale, visto che la maggior parte della forza lavoro è concentrata nell’industria militare che offre salari elevati. Inoltre, la produzione nazionale soffre l’agguerrita concorrenza dei prodotti made in China attraverso i colossi delle vendite online: una sneaker cinese va in media a 16-18 dollari, mentre quella made in Russia a 45 dollari. Con questo divario, molti marchi russi di calzature e accessori in pelle preferiscono delocalizzare in Cina piuttosto che produrre localmente.

Le importazioni parallele

Ma la ragione principale della debacle della scarpa russa è un’altra. Quando sono scattate le sanzioni commerciali dell’UE, per evitare la carenza di prodotti di marchi stranieri e quindi un conseguente aumento del prezzo delle scarpe sul mercato, la Russia ha legalizzato le importazioni parallele. E, secondo gli addetti ai lavori, ha allentato le maglie del controllo dei prodotti non registrati e fake. La conseguenza è stata l’aumento delle importazioni contraffatte e grigie. L’Unione Nazionale della Calzatura (NOBS) ha denunciato la presenza di una vasta rete di negozi che vendono sneaker dei più importanti marchi internazionali a un prezzo inferiore a quello del produttore. Ed è anche possibile pagare con altri metodi “oltre il registratore di cassa”. I produttori hanno riferito anche difficoltà legate all’approvvigionamento dei materiali e dei pezzi di ricambio per le macchine in Europa, così come per i pagamenti. Ordinare il pezzo di ricambio in Cina non è la soluzione. (mv)

Foto generata con Shutterstock AI

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