L’Autre Chose prova a gettare lo sguardo oltre la pandemia. Il marchio da gennaio 2019 fa capo al fondo di private equity Sator. Nel 2020 ha assorbito l’urto della pandemia: ha perso un solo milione. Ora investe sul proprio futuro, varando una campagna incentrata sul messaggio di speranza per i suoi clienti. Il post pandemia sarà un’opportunità di rilancio per l’azienda, che controlla il marchio omonimo e Giannico, fondato dal direttore creativo Nicolò Beretta.
Perso un solo milione
L’Autre Chose ha chiuso il 2020 con ricavi a quota 14 milioni di euro, uno in meno rispetto al 2019. La quota export è del 30%, mentre il canale online è arrivato ad un importante quota del 20%. Secondo quanto riporta Fashion Network, l’azienda, che ha il suo quartier generale a Porto Sant’Elpidio (Fermo), dà lavoro a un centinaio di dipendenti e produce circa 60.000 paia di calzature da donna l’anno. Oltre alle scarpe, il brand, che dispone di uno showroom a Milano e tre boutique monomarca a Milano, Roma e Torino, griffa abbigliamento e accessori.
Il rilancio
La società, che possiede anche il marchio Giannico, vuole rilanciarsi nel post pandemia. Ha deciso per questo di investire in una campagna pubblicitaria per “guardare al futuro con ottimismo e fiducia, supportando i nostri affezionati clienti”, afferma Edouard Obringer, da poco meno di un anno amministratore delegato di L’Autre Chose. Per Obringer questa compagna “vuole essere un messaggio di speranza per tutti i nostri clienti, in un momento così difficile per il mercato”. (mv)
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