“Come per tutte le aziende del settore il 2020 è stato durissimo e il 2021 non si presenta molto meglio”. Quando il CEO Kim Williams racconta le ambizioni digitali di Pantofola d’Oro e le novità fashion della casa, non può prescindere dal contesto di mercato. Quello che soffre ancora, cioè, le conseguenze del Coronavirus. “La vendita delle calzature da calcio è praticamente ferma in tutto il mondo – spiega al Resto del Carlino –. La sezione del tempo libero è penalizzata dai tanti Paesi in lockdown”. Pantofola d’Oro non ha deciso di rimanere con le mani in mano, dicevamo. Rilancia con Sneakerball, revisione di un modello degli anni ‘80. Ma nel presentarlo usa termini (“eco-leather”) che non ci piacciono proprio.
Le ambizioni digitali di Pantofola d’Oro
L’azienda marchigiana ha intenzione di puntare sul digitale. O meglio: sta già raccogliendo i frutti. “Il potenziamento dell’e-commerce diretto e la grande professionalità di diversi partner esteri – continua Williams – fa vedere una leggera ripresa nel 2021, con buone prospettive per il 2022”. Il futuro è tracciato, ma richiede anche capacità di innovazioni omni-canale. “Internet e alcune grandi aziende hanno preso grandi quote di mercato – spiega –. Aziende come la nostra dovranno sempre di più lavorare a stretto contatto con i negozianti, proponendo prodotti e servizi più esclusivi. A breve lanceremo un progetto di customizzazione molto innovativo che ci permetterà un’ulteriore diversificazione”. Anche perché, se il digitale è ineluttabile, il fisico è imprescindibile: “Il contatto umano, le pubbliche relazioni e il far toccare il prodotto rimangono di fondamentale importanza”.
Cosa non ci convince di Sneakerball
Tra le novità di Pantofola d’Oro ce ne sono di fashion. “La Sneakerball prende ispirazione da una scarpa da calcio disegnata da Emidio Lazzarini per i 100 anni dell’azienda”, sono le parole di Williams. Nel presentare il modello, il Resto del Carlino usa però un’espressione, con ogni probabilità suggerita dal brand, che non ci piace: “Le versioni in eco-leather rappresentano l’alternativa sostenibile, che ribadisce l’approccio eco-friendly intrapreso dal brand nelle sue ultime collezioni”. Se per ecopelle si intende quella conciata secondo determinati standard UNI certificati da ICEC, ok. Ma se il brand ascolano usa materiali alternativi ammiccando alla retorica green, si sbaglia di grosso. Certi tessuti non sono più sostenibili della pelle. E certe diciture sono proibite.
Immagini del modello Sneakerball
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