Nei volumi d’affari le Birkenstock in pelle battono quelle con tomaia sintetica. E anche sonoramente. Secondo i dati in possesso del marchio tedesco controllato da L Catterton, le vendite dei sandali in pelle sono salite del 68% mentre quelli in sintetico l’aumento è stato “appena” del 22%. Considerazioni arrivate nella conference call con gli analisti per commentare il +22% nei ricavi, che hanno raggiunto il record di 481 milioni di euro nel periodo gennaio-marzo 2024. Mentre l’utile netto si è impennato del 45% a 72 milioni.
Sintetico all’angolo
“Nel nostro core business dei sandali non vediamo solo un forte sell through, ma anche una transizione nella penetrazione della pelle rispetto al sintetico”, ha affermato durante la conference call il presidente Birkenstock Americhe, David Kahan, con un riferimento non circoscritto però al solo mercato americano. Kahan ha spiegato con i numeri perché la pelle batte il sintetico. “Le vendite dei sandali in pelle sono cresciute di circa il 68% rispetto all’anno scorso, mentre quelle dei sandali in sintetico sono aumentate del 22%. Quindi stiamo vendendo che i consumatori passano a versioni più pregiate”.
Investimento durevole
Lo stesso manager ha affermato che “molti consumatori sembrano preferire la pelle quasi come un investimento. Nelle loro scarpiere un paio di Birkenstock, se paragonato a certe sneaker e se in pelle, potrebbe essere l’articolo più costoso che hanno”. Durante la conference call si è anche appreso che le vendite della nuova linea in pelle scamosciata intrecciata sono quasi raddoppiate in un anno. Così come l’azienda ha evidenziato una crescita delle vendite provenienti da scarpe chiuse. “Prima dell’IPO avevamo detto che era un’opportunità di crescita per noi e lo abbiamo visto. È davvero enorme” ha sottolineato il CEO del marchio Oliver Reichert. (mv)
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