Le conseguenze del 2024 (e del 2025) sulla calzatura veneta

Le conseguenze del 2024 (e del 2025) sulla calzatura veneta

Distretto calzaturiero veneto in contrazione. Nel 2024 hanno chiuso 24 imprese, mentre altre hanno chiesto il concordato. Sono andati in fumo anche 360 posti di lavoro. La crisi che colpisce la moda – e quindi anche la calzatura – non risparmia, dunque, il Veneto con un 2025 che sta ripercorrendo le (brutte) orme del 2024.

Le conseguenze sulla calzatura veneta

Così come in Italia, anche per la calzatura veneta, il 2024 ha lasciato segni tremendi. Hanno chiuso definitivamente 24 imprese. Tra queste alcune piuttosto conosciute. Per esempio: Moda di Fausto, Gritti, e Agostini. Gli addetti si sono ridotti a 6.058 rispetto ai 6.418 di inizio anno: 360 addetti in meno (-5,6%). In provincia di Venezia, sono passati da 3.635 a 3.511 (-124) e in provincia di Padova da 2.783 a 2.547 (-236). Tra i dati diffusi dal Corriere del Veneto, c’è anche l’aumento dei giorni di Cassa Integrazione (+261%), mentre il numero dei lavoratori che hanno ricevuto gli ammortizzatori sociali sono stati il 140% in più. Infine, il fatturato complessivo è sceso del 15% arrivando a 1,678 miliardi di euro.

 

 

2025 senza novità (per ora)

Ma il problema vero è che il 2025 non sta dando segnali di inversione di tendenza. “Il trend è lo stesso del 2024: non ci sono segni di miglioramento” conferma il presidente della Federazione Moda di Confartigianato Metropolitana, Gianluca Fascina. Mentre il presidente del Gruppo Calzatura di Confindustria Veneto Est, Daniele Salmaso, osserva: “Non ci resta che sperare che il mercato in Cina e Francia (riguardo le griffe del lusso ndr) subisca una svolta”. Una svolta attesa anche dalle 223 imprese industriali del distretto, che hanno avviato 1.500 richieste di cassa integrazione secondo Confindustria Veneto Est. (mv)

Foto di repertorio, Archivio La Conceria

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