Mentre a giugno, per la prima volta in due anni, l’inflazione molla la scarpa statunitense, un aggregatore di artigiani calzaturieri locali vuole creare la blockchain per il made in USA. Fondato nel 2017, ComunityMade ha pian piano aggregato un crescente numero di produttori di scarpe e componenti americani. Una delle questioni prioritarie da affrontare è quella di dimostrare il made in USA, attraverso la tracciabilità dei materiali e della produzione. Da certificare proprio con la blockchain
La blockchain per il made in USA
ComunityMade si trova a Los Angeles. Ha riunito artigiani calzaturieri e produttori americani di componenti. Oltre a produrre per il suo marchio, ComunityMade collabora con artigiani e creativi, nonché con influencer e altre personalità che desiderano avviare un marchio proprio. I fondatori di ComunityMade, Sean e Shannon Scott, vogliono creare una piattaforma per la tracciabilità. Con l’obiettivo di offrire a venditori e consumatori l’accesso a informazioni dettagliate sull’origine delle loro scarpe. Con un duplice obiettivo. Una rete connessa di fornitori controllati e verificati contribuirà a promuovere l’efficienza durante la creazione di nuove linee di prodotti. E al contempo offrirà a un nuovo marchio che parte da zero una supply chain tutta statunitense.
L’inflazione molla la scarpa
Se l’economia americana, solitamente, anticipa il trend di quella europea, ci sono buone notizie per i consumatori. A giugno, per la prima volta in oltre due anni, i prezzi al dettaglio delle calzature sono diminuiti. Sono scesi dello 0,9% rispetto a giugno 2022: il primo calo in 26 mesi. I prezzi delle calzature da donna sono diminuiti dello 0,2% e quelli da uomo dell’1,6%. Mentre per le scarpe da bambino sono arretrati dello 0,8%. Secondo Footwear Distributors and Retailers of America (FDRA), i prezzi delle calzature sono aumentati solo dello 0,2% dall’inizio dell’anno. E sono attesi in diminuzione anno su anno fino alla seconda metà del 2023. (mv)
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