All’inizio, il dubbio amletico: pelle o materiali alternativi? Poi, la scelta: “Dopo aver soppesato a lungo i pro e i contro delle due soluzioni, dopo aver letto molto, per motivi di qualità e durata, ho preso la decisione di utilizzare la pelle”. Lo scrive sui social, sottolineando la provenienza italiana del materiale, Elodie Verdan, giovane designer ex Louis Vuitton che ha lanciato il marchio francese shoe.shoe. Secondo interrogativo: dove produrre le scarpe? Anche in questo caso Elodie ha scelto l’Italia.
La scelta di Elodie
Elodie Verdan è una giovane designer che lavorava da Louis Vuitton, dove si occupavai di maglieria e jersey da uomo. Poi, decide di seguire la sua passione: disegnare scarpe. A giugno 2021 fonda il suo marchio e lo chiama shoe.shoe. Si trova di fronte a diverse scelte da prendere e supportata da alcuni incubatori di startup prende le sue decisioni. Tra pellame e materiali di nuova generazione, sceglie i primi per qualità e durata. “E per rendere il mio approccio il più virtuoso possibile, mi sono avvicinata a un fornitore che recupera le scorte dormienti dalle case di lusso” scrive sui social la stessa designer.
La produzione
Seconda scelta, altra soluzione che porta dritto all’Italia: è quella manifatturiera. Elodie Verdal affida la sua produzione a Lumal Shoes di Montopoli in Val d’Arno (Pisa) che realizza il modello di debutto del marchio: lo stivaletto Idealo, in 3 varianti di colore (nella foto). Nota bene: per questa fase di lancio del marchio e per la produzione iniziale delle calzature, shoe.shoe utilizza pellami di upcycling acquistati online, ma conciati in Italia.
Trasparenza assoluta
Scelta finale: la trasparenza. Online, infatti, shoe.shoe pubblica il dettaglio dei costi che sostiene. Eccoli: 96 euro per la manodopera, 36 per i costi di produzione, 41 per il pellame, 5 per l’imballaggio, 10 per trasporti e logistica, 4 per gli accessori. Il totale è 192 euro. Applicando un moltiplicatore di 2,18, il prezzo finale è 420 euro. (mv)
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