Un altro calzaturificio marchigiano ricorre al concordato. È Spring di Montegranaro (Fermo), meglio conosciuto col proprio marchio Mario Bruni. Due le cause. La prima: il continuo calo dell’export di scarpe verso la Russia, Paese in cui il brand è molto noto. La seconda: la crisi dovuta alla pandemia.
Da F.lli Scheggia a Mario Bruni
L’elenco delle imprese marchigiane in difficoltà si allunga con il calzaturificio Spring. L’azienda affonda le sue radici nel 1956 quando nacque il calzaturificio F.lli Scheggia. Nel 1964 l’impresa assume il nome Spring e nel 1982, dalla combinazione dei nomi dei titolari Bruno e Mario Scheggia, nasce il marchio Mario Bruni, diventato molto conosciuto in Russia. In meno di 5 anni il calzaturificio era arrivato a sviluppare un fatturato di circa 10 milioni di euro dando lavoro a 90 persone. La scarsa valorizzazione del made in Italy, che la proprietà ha sempre denunciato, la crisi dell’export verso la Russia e la stagnazione del mercato italiano hanno in qualche modo frenato la corsa dell’azienda. Poi è arrivato Covid-19 che ha influito sulla situazione generale dell’impresa he dava lavoro a 39 addetti.
Spring ricorre al concordato
Il 21 settembre 2020, si legge nel decreto del Tribunale di Fermo pubblicato il 14 ottobre, Spring ha presentato la domanda di Concordato. Il Tribunale ha nominato il Commissario Giudiziale e ha fissato al 20 novembre il termine “per il deposito della proposta di concordato preventivo, del piano, della documentazione o di una domanda di omologa di accordi di ristrutturazione”. (mv)
Immagine di repertorio Spring
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