Il Tribunale di Fermo ha pubblicato “l’accoglimento della domanda di concordato preventivo e della richiesta di omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti di natura liquidatoria”del Calzaturificio RDB, noto per il brand Dino Bigioni. Lo stesso Tribunale ha fissato nel 14 novembre 2020 il termine entro il quale dovrà essere deciso l’effettivo futuro dell’azienda. La famiglia dei fondatori, intanto, avrebbe già avviato un nuovo progetto imprenditoriale.
Dino Bigioni chiede il concordato preventivo
A fine settembre 2019, durante Micam, Ronny Bigioni ci raccontò di aver individuato la strada per invertire la rotta dell’azienda dopo il calo di fatturato degli anni precedenti. Pur in un contesto molto complicato, le prospettive erano sembrate buone. Tra l’altro, il calzaturificio marchigiano aveva investito in tecnologia e non si erano palesate le preoccupazioni emerse qualche mese più tardi. Infatti, tra la fine del 2019 e l’avvio di questo disgraziato 2020 “ci arrivò la comunicazione dell’apertura della procedura di licenziamento collettivo” racconta Francesco Interlenghi di Femca-Cisl Marche. Il confronto tra azienda e sindacati si concluse con un “mancato accordo e con circa 35-40 licenziamenti effettivi” spiega Interlenghi. A complicare la situazione, poi, è arrivata la pandemia, spezzando sul nascere qualsiasi velleità di resistenza e rilancio.
Nuovo progetto imprenditoriale
Secondo le stesse organizzazioni sindacali, la famiglia Bigioni ha, però, già intrapreso un altro percorso imprenditoriale. In altre parole, ha avviato una nuova società, attiva anche nel campo della produzione di mascherine. Una riorganizzazione che ha permesso la riassunzione di circa la metà dei dipendenti licenziati e con la quale cerca il rilancio. (mv)
Nell’immagine, foto di lavorazione presso il calzaturificio RDB (foto by RDB)
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