In Messico, scarpa e pelle vedono nero. A causa dell’epidemia da Coronavirus, la quasi totalità delle aziende calzaturiere del Paese sta registrando un calo del fatturato. Per molte di esse la percentuale tocca il -50%. Situazione simile quella vissuta dalle imprese conciarie, chiuse per più di un mese.
La scarpa messicana arranca
I dati provengono da un sondaggio condotto da CICEG (Cámara de la Industria del Calzado del Estado de Guanajuato), ente che promuove l’industria messicana di calzature e pelletteria. Come riporta elsoldeleon.com.mx, durante una conferenza stampa tenutasi lunedì 4 maggio 2020, il presidente esecutivo Alejandro Gómez Tamez ha spiegato che il 99% delle aziende sta registrando un calo del fatturato. Per 8 imprese su 10 il confronto tra aprile 2019 e aprile 2020 restituisce una contrazione del 50%.
Le conseguenze
I calzaturifici con un calo maggiore delle vendite hanno spiegato che si troveranno costretti a ridurre la propria forza lavoro. Il 60% rivedrà gli obiettivi di vendita e solamente l’8% prevede un incremento. L’83% ha registrato una cancellazione degli ordini a cui è seguita, nell’81% dei casi, una sospensione dell’attività. Il 35% delle aziende non sa ancora quando riprenderà l’attività. Mentre il 24% prevede di ripartire a giugno. Al momento, però, nessuna opera a pieno regime. Il 48% sostiene di poter resistere per un periodo compreso tra i 16 e i 30 giorni.
La concia
I bottali si sono fermati più di un mese fa. Ad oggi solamente il 20% delle concerie ha ripreso l’attività. La produzione è calata dell’80% secondo le stime degli addetti ai lavori. Il distretto di León paga il prezzo maggiore, lavorando l’85% delle pelli che quotidianamente escono dalle concerie messicane.
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