Sul territorio e nel settore calzaturiero è una delle notizie che ha accentuato la consapevolezza di come la storia industriale di Vigevano sia (quasi) da archiviare. Moreschi, che dal 2020 è passato sotto la proprietà del fondo svizzero Hurley, ha avviato una riorganizzazione che ne cambierà in modo radicale la presenza nella città lombarda. In altre parole, a Vigevano resta il cervello del brand. La produzione, invece, viene affidata a 7 laboratori italiani selezionati “in base a criteri green”. Lo stabilimento, infatti, non possiede i crismi per essere “adeguato ai livelli richiesti”, con un conseguente taglio della forza lavoro locale.
A Vigevano resta il cervello
La produzione, spiegano da Hurley, sarà sviluppata da “una rete di laboratori in Veneto e Toscana, scelti con la logica della filiera corta. Saranno sette, ognuno specialista in un particolare tipo di calzatura. Chi farà la donna, per esempio, non farà la sneaker e così via”. Senza dimenticare la pelletteria, “sviluppata nell’ultima collezione, per uomo e donna, proprio da uno di questi laboratori”. Tornando alla scarpa, l’obiettivo, definito “armonico è quello di confezionare 100.000 paia all’anno, per permettere di avere equilibrio tra produzione e distribuzione”. E Vigevano? “Nello stabilimento attuale rimangono progettazione, modelleria, prototipia, controllo qualità nonché il know-how aziendale e la gestione della logistica”.
Ragionare come un brand
Lo sviluppo del brand, consolidata questa nuova struttura produttiva, passa, quindi, per un più coordinato controllo della distribuzione. Significa, spiegano da Hurley, rivedere la gestione dell’offerta dei negozi monomarca e “razionalizzare al massimo la presenza nei multimarca”. In pratica, gestire le vendite il più possibile direttamente, “il che ci consente di ragionare come un brand. Avremo informazioni immediate dai negozi permettendoci di accorciare tutte le tempistiche di realizzazione della collezione. Il ciclo di vita dell’attività si accorcia, il feedback sarà rapidissimo”. Nei numeri: Moreschi punta a raddoppiare, entro tre anni, gli attuali 25 negozi monomarca aperti.
Proprio adesso?
Non è certo un gran momento congiunturale per pianificare attività di crescita e razionalizzazione di un brand. Che 2024 sarà per Moreschi? “C’è un evidente problema di calo di commesse che affligge i grandi brand. Questo che crea occasioni per noi sia nella selezione dei laboratori, che vorremmo quasi saturare con i nostri ordini, sia a livello commerciale. Facciamo un prodotto di alta qualità, a prezzi inferiori rispetto alle griffe: c’è spazio”.
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