Per ridurre gli esuberi, da Moreschi, a Vigevano, si ipotizzano pensionamenti. La trattativa fra l’azienda calzaturiera lombarda e le parti sociali potrebbe risolversi, almeno in parte, con la fuoriuscita volontaria di alcuni dipendenti prossimi alla pensione. A lanciare l’idea sono stati proprio i sindacati per provare a uscire da un’impasse che dura da alcune settimane, da quando cioè i vertici Moreschi si sono trovati di fronte alla necessità di dichiarare 39 esuberi nei reparti di orlatura e scarnitura. Dopo l’incontro tra le parti avvenuto lunedì, i sindacati hanno concordato con i lavoratori la proposta di immaginare una ristrutturazione più ampia del personale che tenga conto della disponibilità di alcuni lavoratori vicini al pensionamento di partecipare a percorsi di accompagnamento, processo che richiederebbe però il ricorso alla cassa integrazione straordinaria. La proposta, stando alla nota dei rappresentanti dei lavoratori, sarà discussa nel prossimo incontro tra le parti che si svolgerà martedì prossimo, 13 novembre. Nel frattempo, non sarà indetto alcuno sciopero. Lo scorso gennaio lo storico calzaturificio lombardo, che produce annualmente 150.000 paia di scarpe di fascia alta oltre che borse e prodotti di pelletteria, aveva annunciato di aver ristrutturato il debito con Finlombarda e un pool di banche, passo che rappresentava l’avvio di un rilancio dell’attività. Lo scorso ottobre la doccia fredda con la comunicazione dei 39 esuberi, ulteriore indizio che nel vigevanese il settore sta attraversando una dura crisi, la quale ha costretto, ad esempio, anche il suolificio Silvy a dichiarare 13 esuberi. Nella foto d’archivio, l’interno di un reparto Moreschi a Vigevano.