Si chiude oggi Obuv, la fiera calzaturiera più importante per il mercato russo. Da Mosca le prime impressioni sono di un bilancio soddisfacente per i pochi nomi noti che lavorano
da tempo in questo Paese, entrati ormai nell’immaginario collettivo di buyer e consumatori, preferiti perciò ai nuovi che si stanno proponendo nell’ex Unione Sovietica per compensare il calo delle vendite europee.
In attesa che siano comunicati i dati di affluenza, nei padiglioni dell’Expocentr fa discutere la data di svolgimento della manifestazione. “L’Obuv” sottolinea Ronny Bigioni, coordinatore del Laboratorio Russia in seno all’Anci, “è una fiera destinata ai medi e piccoli dettaglianti. I grandi buyer hanno già ordinato al Micam, qui vengono per gli ultimi assortimenti, anche perché le aziende che lavorano principalmente con la Russia hanno già molte opportunità per incontrare la propria clientela e mostrare la collezione. Per questo stiamo già discutendo con altri colleghi se anticipare l’Obuv, perché non ha più senso portare qui il campionario: è troppo tardi. La maggior parte delle vendite è stata già effettuata. Secondo me l’Obuv dovrebbe arrivare due settimane dopo il Micam e non un mese e oltre”. Della stessa opinione parrebbero gli altri calzaturifici marchigiani noti in Russia.
I prossimi appuntamenti con l’ex Unione Sovietica sono dal 7 al 9 novembre ad Almaty in Kazakistan (una quarantina le aziende calzaturiere italiane presenti) e dal 12 al 13 novembre a Kiev, capitale dell’Ucraina, dove esporranno 26 nostri calzaturieri.