“Nike rispetta tutte le religioni e l’argomento lo trattiamo con estrema serietà. Il logo Air Max è stato stilizzato in conformità del corrispondente trademark e intende riflettere il solo brand Air Max. Ogni altra percezione non è intenzionale”. La risposta della multinazionale ai siti specializzati è giunta nel pomeriggio di lunedì scorso, 28 gennaio, dopo che la petizione iniziata il 19 gennaio su Change.org da un’utente musulmana di nome Saiqa Noreen ha iniziato a diventare virale. Secondo la petizione, il logo posto sotto la suola del nuovo modello Air Max 270 è troppo simile, in “modo sconveniente”, alla parola Allah in arabo: “Oltraggioso e scioccante che Nike acconsenta l’uso del nome Dio su una scarpa” ha scritto Saiqa Noreen nella petizione, in considerazione che la suola “si sporca con il calpestio sul terreno. Per cui invitiamo Nike a ritirare immediatamente la scarpa e tutti i prodotti che in modo blasfemo rimandano alla parola Allah”. La cosa “bizzarra” è che Nike parrebbe avere dei precedenti. Nel 1997 fu costretta a ritirare 38.000 paia di sneaker che riportavano una fiamma-logo che generò lo stesso problema. Due anni prima l’analoga controversia fu causata da un cartellone pubblicitario posto in prossimità della University of Southern California che mostrava un giocatore di basket con lo slogan: “Lo chiamano Allah”. (pt)
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