Chi tocca la Cina, rischia di scottarsi. Ne sa qualcosa Nike che, forse memore di quanto accaduto a Dolce & Gabbana, è corsa immediatamente ai ripari (molto drastici) per evitare che un passo falso “indiretto” potesse causare pensati ripercussioni sul suo business a Pechino.
Il caso Undercover
Quanto accaduto lo racconta il Financial Times.
In Cina, Nike ha cancellato le vendite di una limited edition di sneaker disegnata da Undercover, studio del designer giapponese Jun Takahashi.
Perché? Semplice. Takahashi ha pubblicato sul proprio profilo Instagram una foto dei manifestanti di Hong Kong con lo slogan “no extradition to China“. Un evidente riferimento alla proposta di legge (per ora congelata) che avrebbe consentito a Pechino l’estradizione da Hong Kong in Cina.
Il post è stato eliminato “abbastanza” in fretta. Ma non è stato sufficiente. In una dichiarazione a Footwear News, Nike ha spiegato che “sulla base del feedback dei consumatori cinesi, abbiamo ritirato dalla Cina un piccolo numero di prodotti progettati da un collaboratore”.
Quasi 5 miliardi in ballo
Sacrificare una capsule collection per salvare un business gigantesco. Chi può dar torto a Nike? Il colosso USA, a Pechino, ha incassato 1,17 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre, crescendo del 16%, cioè quattro volte più velocemente rispetto al suo bilancio globale. Circa il 70% dei ricavi arriva dalle calzature. Mark Parker, CEO di Nike, nel commentare i risultati trimestrali e annuali ha detto: “Siamo e restiamo un marchio della Cina e per la Cina. Siamo fiduciosi che continueremo a far crescere il nostro business a Pechino per i decenni a venire”.
App Nike Fit
Risolto il potenziale epic fail cinese, sul fronte del prodotto Nike punta a cercare una soluzione per quello che definisce il “dolore enorme” di chi indossa scarpe inadeguate alla morfologia del proprio piede.
Per questo ha sviluppato la app Nike Fit, che consente di scansionare i piedi dal telefono utilizzando la fotocamera. Secondo Nike, almeno il 60% dei consumatori calza scarpe inadatte e i problemi di “numero e adattamento” generano il 28% dei resi online. Il colosso USA pensa di utilizzare i dati sulla morfologia del piede dei consumatori per realizzare modelli di scarpe più personalizzati capaci di soddisfare meglio le loro esigenze. (mv)