È stata assolta perché il fatto non sussiste. A.R., imprenditrice calzaturiera elpidiense, era accusata di lesioni personali in seguito a un incidente sul lavoro avvenuto sei anni fa, quando un’operaia impiegata nel suo calzaturificio, usando un accendino e alcuni solventi per la bruciatura dei fili sporgenti dalle scarpe, rimase ustionata a un braccio. Da qui le indagini per accertare eventuali responsabilità ed in particolare se ci fossero gravi inadempienze in fatto di sicurezza sul luogo di lavoro. Il giudice del Tribunale di Sant’Elpidio a Mare, Marcello Caporale, ha deciso che si è trattato di una fatalità, anche a seguito delle testimonianze acquisite, in base alle quali è stato evidenziato come nel corso degli anni l’uso di sostanze infiammabili e fiamme libere fosse stato oggetto di diversi corsi di formazione. Inoltre, i reagenti chimici erano sempre conservati a distanza di sicurezza dalle calzature. Lo stesso pubblico ministero Maria Carla Sacco aveva chiesto l’assoluzione dell’imputata. (m.v.)
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