Al calzaturiero veneto serve la svolta manageriale. Lo sostiene il progetto di ricerca di Fondirigenti, realizzato dal Politecnico Calzaturiero della Riviera del Brenta. Digitalizzazione, sostenibilità ed economia circolare sono i trend del prossimo futuro. Ora le aziende dovranno adeguare la propria struttura.
La ricerca
Digitalizzazione, sostenibilità ed economia circolare sono i trend che caratterizzeranno il settore moda nel prossimo futuro. Per governare i processi di trasformazione imposti dai mercati, servono professionisti altamente qualificati. È quanto emerge dalla ricerca di Fondirigenti realizzata dal Politecnico Calzaturiero della Riviera del Brenta. L’hanno presentata il 19 aprile il presidente del fondo interprofessionale, Carlo Poledrini, il vicepresidente del Politecnico Calzaturiero, Paolo Bastianello, il presidente di Assocalzaturifici, Siro Badon, e il presidente di Federmanager Veneto, Maurizio Toso. Con loro c’erano i ricercatori dell’università di Padova Laura Macchion, Antonio Cavallin e Chiara Pacquola, che hanno condotto la ricerca. Lo studio ha esaminato le principali tendenze sociali ed economiche che, nei prossimi anni, influenzeranno i modelli di sviluppo del comparto calzaturiero.
La svolta manageriale
Dal progetto emerge, dicevamo, l’urgenza di manager. Perché? Solo con loro le imprese possono vincere le sfide del mercato. Secondo Istat, però, nel 2017 su circa 68.000 addetti del calzaturiero solo lo 0,5% era di dirigenti e l’1,1% quadri. Inoltre nelle aziende con almeno 10 addetti della filiera della moda, l’uso di tecnologie IT è quasi sempre inferiore rispetto alla media della manifattura.
Il commento
“Questa ricerca è di fondamentale importanza. Nei prossimi mesi, con l’attenuarsi dell’emergenza sanitaria, le aziende dovranno affrontare un difficile percorso di consolidamento ed iniziarne uno di trasformazione – commenta Badon, presidente dell’associazione calzaturiera membro di Confindustria Moda -. I fattori di spinta che possono accelerare questi processi sono la ridefinizione dell’assetto organizzativo e lo sviluppo di una nuova cultura digitale e sostenibile. Non solo: anche il potenziamento della dimensione immateriale dei prodotti e una maggiore interazione con il consumatore finale. Le buone pratiche individuate dal progetto, e la creazione di servizi per la diffusione delle competenze manageriali, possono sicuramente favorire l’avvio della nuova fase di crescita”. (art)
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