Christian Louboutin divide il Pakistan. Lo stilista ha realizzato Imran, sandalo ispirato ai tradizionali chappal (o chapal) pakistani, modelli con fasce sovrapposte in cuoio a coprire il piede, fondo in gomma e un leggero rialzo nella parte posteriore, emblema delle classi sociali dei Pashtuns che si stabilirono nel Nord Ovest del Pakistan. La versione di Louboutin prende il nome dal noto artista pakistano contemporaneo (e amico del designer): Imran Qureshi. Ciò, però, non è bastato per evitare critiche e polemiche. Se alcuni hanno apprezzato il gesto di Louboutin in quanto valorizza la tradizione artigianale pakistana, altri lo hanno accusato di “appropriazione culturale” deridendolo anche per il prezzo di vendita della sua creazione (500 dollari contro i 5,50 dei sandali pakistani). Il post su Istagram con cui lo stesso stilista transalpino aveva lanciato il sandalo è stato rimosso, con la spiegazione che la scarpa era una creazione con la quale voleva esprimere il suo “amore per gli abbellimenti di culture diverse” e deplorando che alcune persone si siano sentite “offese”. “I miei disegni spesso rendono omaggio all’artigianato, alle tradizioni e alle varie culture” ha affermato Louboutin in una nota. “Il mondo e la sua diversità sono sempre stati al centro del mio lavoro”. Nel 2014 anche il designer britannico Paul Smith è incappato in una polemica simile, con un sandalo che sembrava palesemente simile allo chappal, senza però che venisse menzionato il modello pakistano, scatenando infuocate proteste online e sulla stampa. (mv)
Immagine tratta dal profilo Instagram di Imran Qureshi
TRENDING