Polo calzaturiero di Lucca in calo. Obiettivo tracciabilità

I consumi in contrazione frenano la ripresa del distretto industriale nella Piana lucchese, tra Capannori e Segromigno. Il polo di produzione calzaturiera, negli ultimi 10 anni ha subìto un calo vertiginoso. Parabola discendente anche per l’export che segna un -1%: nel 2012 i volumi erano di 256.8 milioni, nel 2013 si sono ridotti a 250.5 milioni, nel 2014 una piccola ripresa a 251.1 e nei primi sei mesi dell’anno in corso si sono contati 147.5 milioni. Il comparto cuoio e calzature aveva chiuso il 2014 con un misero +0,2%. La ripresa? “Stiamo lavorando sul fronte della tracciabilità della nostra produzione, sul packaging e sulle etichette” ha commentato Luigi Pierro, referente del settore per Confindustria Lucca. “È un valore aggiunto che fa la differenza”. L’elemento che ha determinato questa crisi, in particolare negli ultimi 5-6 anni, è la contrazione continua dei consumi: “Sono cambiate le priorità delle famiglie e il nostro è un prodotto che soffre”, aggiunge l’imprenditore, titolare del calzaturificio Roberto Del Carlo di Porcari. (mvg)

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