“Onestamente, all’età di cinque anni avrei già potuto creare un paio di scarpe”, racconta di sé Vivienne Westwood, ricordando l’infanzia tra le prime pagine della propria autobiografia.
Un destino scritto nel DNA, quello della stilista. La tradizione di famiglia, tramandata di generazione in generazione, dalla metà del XIX secolo ha visto gli uomini di casa eccellere nella produzione di scarpe, stivali e zoccoli sino a giungere al nonno paterno, Ernest Swire, noto per l’abilità nel fabbricare stivali.
Da allora ne è passato di tempo: Vivienne Westwood si è affermata come una delle più influenti stiliste e attiviste del panorama fashion dei giorni nostri e a lei fa capo l’omonimo brand globale, considerato una delle ultime aziende di moda indipendenti al mondo.
La mostra
A celebrare gli oltre 40 anni di brillante carriera, è approdata in questi giorni a Milano la mostra pop-up “Shoes: Vivienne Westwood”, allestita nella boutique milanese di Corso Venezia e fruibile fino al prossimo 14 aprile. A partire dal Pirate Boot, visto per la prima volta durante la sfilata di debutto della Westwood nel 1981, fino ai più recenti stivali Bondage e alle Tracey Trainers, l’esposizione riunisce e riporta alla luce gli iconici modelli provenienti dai preziosi archivi delle sfilate, come il giocoso modello Rocking Horse creato appositamente per la collezione Mini-Crini nel 1985. Progettate nell’atelier di Londra, e portate alla vita grazie al lavoro di maestri artigiani inglesi, le calzature in mostra offrono al visitatore un viaggio nel tempo e nella creatività della stilista, rendendone quasi tangibile il fascino innovativo del suo approccio alla calzatura.