Shoe Carnival supera le attese, DSW non raggiunge l’obiettivo, Payless ShoeSource cerca di risalire la china puntando sui clienti di origine ispanica. Le catene retail possedute da intere famiglie sono finite? Gli uragani hanno influenzato negativamente le vendite? Tempo di bilanci e di grandi domande per il retail calzaturiero USA. Shoe Carnival vola, incurante di ogni dubbio o tensione: ha aumentato le vendite del 4,7% nel terzo trimestre dell’anno (fatturato netto di 287,5 milioni di dollari mentre gli analisti avevano previsto 286,1 milioni) migliorando le previsioni per l’intero esercizio. Nonostante gli uragani, nello stesso periodo, le vendite di negozi comparabili sono aumentate del 4,4% e i profitti del 10%. Shoe Carnival si aspetta di chiudere il 2017 con vendite nette comprese tra 1,020 miliardi e 1,025 miliardi di dollari. DSW, invece, aumenta le vendite, ma non gli utili. Nel terzo trimestre il retailer specializzato in calzature off-price ha chiuso le vendite in aumento dell’1,7%, raggiungendo i 708,3 milioni di dollari. Gli analisti, però, prevedevano 710 milioni. Le vendite comparabili sono diminuite dello 0,4%, con un impatto negativo, dovuto alla chiusura di negozi causa uragano, stimato tra lo 0,5% e lo 0,6%. I profitti sono crollati del 90% anno su anno e la società ha adeguato le sue prospettive per l’intero anno al ribasso. Infine, Payless ShoeSource che è uscito dal Chapter 11 ad agosto (dopo aver chiuso circa 700 negozi) ha rivelato in questi giorni che una parte fondamentale dei suoi piani di sviluppo si concentrano sul mercato ispanico. Martin R. Wade III, ceo ad interim, ha detto che “per migliorare la connessione con la clientela, stiamo sperimentando una nuova strategia di pricing e abbiamo lanciato il marketing ispanico negli Stati Uniti che ci consentirà di raggiungere una parte importante e sottovalutata dei nostri clienti”. (mv)
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