“Il 23 ottobre 2009, tre giorni prima dell’assemblea dei soci di Banca Etruria, andai in Banca d’Italia e volli verbalizzare tutto quanto avevo visto sui comportamenti disinvolti di chi guidava la banca e pubblicai a pagamento sui giornali locali una lettera di spiegazioni alla città”. Ad affermarlo è Rossano Soldini, imprenditore dello storico calzaturificio di famiglia con sede a Capolona (Ar), che tra metà 2007 e ottobre 2009, fu membro del cda di Banca Etruria. Soldini racconta la sua esperienza (“era già tutto deciso dal comitato di presidenza”) e di altre decisioni prese dai vertici della banca che non lo trovarono d’accordo: “In azienda, tra 200 dipendenti, 4 hanno perso tutti i loro risparmi investiti in Banca Etruria” afferma Soldini che contesta anche il decreto salva banche perché “Non è stato il Governo a salvare la banca, ma sono stati gli azionisti ed i detentori di obbligazioni subordinate”. (mv)
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