Il valore dell’import illegale di scarpe in Russia è superiore a quello della produzione nazionale. Non solo: è prossimo a eguagliare quello dell’import legale. Lo dimostrano le statistiche fornite dal calzaturificio Unichel a supporto di un videomessaggio che i dipendenti dell’azienda hanno inviato al presidente russo Vladimir Putin.
L’appello a Putin
I lavoratori Unichel chiedono a Putin di “intervenire il più rapidamente possibile per porre fine all’import in nero di scarpe” perché “minaccia la sopravvivenza della loro azienda” e, quindi, “mette a repentaglio i loro posti di lavoro”.
La posta in gioco
“In questo periodo – scrivono i dipendenti Unichel -, secondo varie stime, la quota di beni di contrabbando è salita al 40-50%. Il governo e le agenzie di sicurezza non adempiono alle Vostre istruzioni, perché, secondo loro, per attuare i Vostri decreti è necessario modificare una serie di atti legislativi“.
La produzione russa
Secondo Unichel, il volume del mercato russo delle calzature è di circa 500 milioni di paia: 100 milioni sono dichiarati come prodotti in Russia, mentre a circa 30 milioni di paia ammonta la produzione non dichiarata.
L’import di Mosca
200 milioni di paia è il volume dell’import regolare, mentre circa 150 milioni di paia, oltre un paio su tre, è frutto del contrabbando proveniente dalla Cina attraverso le frontiere del Kazakistan e Kirghizistan. “Il contrabbando genera ogni anno perdite di fatturato di 3,5 milioni di rubli ai produttori” ha affermato Elena Romanenko, responsabile del servizio stampa di Unichel.
Le richieste
Unichel chiede maggiori controlli alle frontiere e nei luoghi di vendita delle calzature. Pene più severe per chi contrabbanda. Il ripristino del controllo doganale alla frontiera con il Kazakistan. Controlli sulla presenza di sostanze chimiche pericolose.
I dati del lusso
Le statistiche Unichel non sono poi così diverse da quanto riporta la testata Kommersant, citando lo studio Brand Monitor. Le vendite annuali in Russia di beni di lusso contraffatti avrebbero raggiunto i 280 miliardi di rubli, rispetto a un volume legale pari a 250 miliardi di rubli. Dunque, le vendite dei falsi supererebbero quelle regolari.
I canali del falso
Lo studio sostiene che i principali canali di distribuzione dei prodotti fake sono i centri commerciali (40%), i mercati dell’abbigliamento (30%) mentre una parte rilevante è alimentata dalle vendite online (84 miliardi di rubli), di cui 25 miliardi vengono collocati attraverso i social network. Tra i prodotti fake più acquistati sneaker, jeans e borse. (mv)
Nell’immagine (tratta da unichel.ru) Inna Khramtsova, capo designer delle scarpe Unichel