Scarpa USA: polemica sui dazi alla Cina, mentre Hanoi decolla

La scarpa USA insoddisfatta dei dazi, quella vietnamita vola

Oggi non scatterà il previsto aumento dal 25 al 30% dei dazi americani su una parte del made in China. Lo prevede la fase 1 dell’accordo commerciale raggiunto venerdì tra Stati Uniti e Cina. Il documento include anche l’acquisto da parte della Cina di prodotti agricoli americani per un valore compreso tra 40 e 50 miliardi di dollari. I retailer calzaturieri statunitensi, però, continuano ad esternare la propria insoddisfazione. E osservano il costante incremento dell’export di scarpe da parte del Vietnam.

Un passo avanti, tre  indietro
In una dichiarazione a Footwear News, Matt Priest, il presidente e CEO di FDRA (Footwear Distributors and Retailers of America), ha affermato: “Parlare di un potenziale accordo è uno sviluppo positivo. Tuttavia, non saremo pienamente soddisfatti finché il presidente Trump non eliminerà tutte le tasse di importazione dalla Cina. Un passo avanti, quando abbiamo fatto tre passi indietro sulla politica commerciale, non è una vera vittoria per le aziende calzaturiere americane”. Il presidente e CEO di AAFA (American Apparel & Footwear Association), Rick Helfenbein, ha detto che l’organizzazione “accoglie con favore la decisione del presidente”. Il tutto, però, senza dimenticare che “quel che attualmente viene colpito dalle tariffe rimane in vigore“.

 

 

Il salto vietnamita
Uno dei Paesi che sta maggiormente beneficiando della guerra commerciale USA-Cina, è il Vietnam. Qui, molti grandi committenti occidentali (tra cui un considerevole numero di player statunitesi) hanno trasferito in parte o in toto la produzione che, in precedenza, sviluppavano a Pechino e dintorni. Secondo l’agenzia di stampa Xinhua, che cita LEFASO (Vietnam Leather, Footwear and Handbag Association), nei primi nove mesi 2019, l’export di scarpe è cresciuto del 13,5% a 13,3 miliardi di dollari. Per la pelletteria e altri accessori (borse, portafogli, valigie, cappelli e ombrelli) l’incremento è stato del 12,2%. In valore: 2,8 miliardi di dollari. (mv)

Leggi anche:

 

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×