Si salva il marchio Peter Kaiser. La produzione tedesca, a quanto pare, no. A mettere al sicuro il calzaturificio di Pirmasens, in difficoltà da tempo, è Stefan Frank, CEO fino alla gestione della crisi da parte del Tribunale, con gli investitori Hans-Joachim e Gisa Sander (marito e moglie), appartenenti alla famiglia che ha fondato Wella. I tre hanno rilevato i diritti del marchio, la merce in magazzino e la proprietà a Pirmasens. Continueranno a funzionare sei negozi propri e l’e-commerce. La produzione made in Germany scomparirà.
Si salva il marchio Peter Kaiser
La storia di Peter Kaiser inizia nel 1838 con un laboratorio di pantofole a Pirmasens. L’impresa, nota per la produzione di scarpe da donna, ha resistito fino all’anno scorso, quando gli effetti della pandemia si sono sommati a una situazione già critica. A settembre 2020 il calzaturificio ha richiesto al Tribunale di Pirmasens la protezione dai creditori e poi è arrivato lo stato di insolvenza. Solo un investitore avrebbe potuto salvare il marchio dalla liquidazione. Una possibilità alquanto complicata in questa situazione. Poi la svolta. Mercoledì 24 febbraio il comitato dei creditori ha approvato la vendita dei beni della Peter Kaiser Schuhfabrik, mentre è in attesa di approvazione la cessione della società Peter Kaiser Retail. Entrambe le società finiranno nelle stesse mani, quelle di Stefan Frank, coadiuvato dai due investitori.
Guai per la produzione
La nuova proprietà avrà la piena disponibilità di quanto acquistato a partire dal primo marzo. E la produzione? Come spiega SWR, la fase progettuale e la produzione di prototipi verrà svolta in Germania, la produzione in serie no. La sede di Pirmasens del calzaturificio verrà smantellata e chiusa. Con ogni probabilità la produzione verrà svolta dalla fabbrica che il marchio possiede a Felgueiras (Portogallo) e che non è stata coinvolta nella procedura concorsuale. (mv)
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