La vicenda della Sixty di Chieti, società che controlla i marchi Miss Sixty, Energy, RefrigiWear, Killah e Murphy&Nye, continua a tenere banco.
Ieri la maggioranza dei dipendenti Miss Sixty, riuniti in assemblea, ha votato a favore del piano per reimpiegare 50 lavoratori in una newco e 70 in un’azienda satellite. Secondo la stampa locale, l’accordo programmatico presentato al ministero dello Sviluppo economico lo scorso 7 febbraio da Cisl e Uil, prevede la creazione di una newco che dovrebbe assorbire una cinquantina degli attuali dipendenti (il numero potrebbe aumentare nei prossimi anni) e nel contempo la costituzione di un’impresa satellite che garantirebbe lavoro ad altri 60-70 lavoratori. Dopo lunghe e estenuanti trattative, anche la Cgil ha firmato l’accordo, volto a salvaguardare in parte il sito del gruppo di moda acquistato la scorsa primavera dal gruppo asiatico Crescent HydePark (duemila punti vendita in Asia).
L’accordo permette ai lavoratori dell’azienda di usufruire della cassa integrazione straordinaria per un altro anno, mentre la nuova società gestirebbe soltanto il mercato italiano per espandersi poi in Europa, con la possibilità di controllare i marchi di Sixty per cinque anni, più altri cinque rinnovabili. Il prossimo vertice ministeriale è previsto per i primi di marzo: in quei giorni il piano sarà presentato definitivamente al tribunale di Chieti.
La società ha chiesto lo scorso settembre il concordato preventivo: ora nella sede abruzzese lavorano solo circa 40 persone su un totale di quasi 400, per lo più negli uffici commerciali.
La licenza delle calzature Miss Sixty, prima che la situazione precipitasse, era gestita dal calzaturificio marchigiano Asso.