La Camera dei deputati di Washington ha inserito un emendamento nella legge di spesa militare approvata lo scorso 14 giugno. Prevede che le reclute dell’esercito debbano essere dotate di scarpe per il tempo libero (sneaker) di manifattura statunitense. Il provvedimento riguarda anche capi d’abbigliamento e scarpe ordinarie. Al momento, le nuove leve ricevono un buono per l’acquisto di scarpe da ginnastica di qualsiasi brand si desideri, ovviamente anche non statunitense. Da tre anni New Balance effettua pressioni su deputati e senatori perché venga riapplicato il cosiddetto Berry Amendment, adottato nel 1941 e caduto in disuso dopo la guerra. La norma impone che nella scelta delle forniture l’esercito prediliga la produzione domestica. L’attività di lobbying esercitata da New Balance (unico grande produttore della sneaker ad aver mantenuto il made in Usa per le produzioni destinate al mercato domestico) ha obiettivi prettamente economici, in quanto l’azienda con sede nel Maine ha calcolato che il ministero della Difesa distribuisce 15 milioni di dollari all’anno in buoni acquisto per i neo-militari, contando un numero di circa 230 mila reclute all’anno. La legge passa ora al Senato, dove troverà anche quei 15 rappresentanti che ad aprile scrissero al presidente Obama sollecitandolo a riapplicare la legge Berry. (pt)
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