Il calzaturificio, che aveva concluso un contratto di vendita con un cliente kazako, si è accorto che il bonifico aveva delle coordinate bancarie (Iban) diverse da quelle indicate dalla sua azienda nella corrispondenza telematica e così ha segnalato il fatto. La Polizia Postale ha individuato tempestivamente il flusso di denaro e ha recuperato la somma, altrimenti destinata a dei malfattori. Sì, perché alla base di tutto non c’era un semplice errore ma una intromissione di un hacker che attraverso una mail fasulla (fake mail), apparentemente riconducibile ad uno degli account del calzaturificio veneziano, aveva indicato all’impresa kazaka un conto corrente diverso da quello della ditta italiana. La somma “deviata” è stata recuperata e ora la Polizia Postale indaga sul titolare del conto corrente “fasullo”. (mv)
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