Il 10% delle calzature che indossiamo abitualmente non sarebbe commerciabile, mentre il 20% contiene sostanze tossiche per l’uomo e per l’ambiente. La ricerca presentata a Firenze dall’associazione dei consumatori Acu e dal laboratorio di analisi dell’istituto Buzzi di Prato, diretto da Giuseppe Bartolini e specializzato nel tessile, è stata svolta su un piccolo campione ma mostra risultati allarmanti. Su 33 paia di scarpe per adulti e bambini prese in considerazione (4 italiane, 9 di provenienza non dichiarata e 20 in arrivo da paesi extra-europei come Cina, Brasile, India, e Vietnam), soltanto un paio è risultato completamente privo di sostanze pericolose, mentre 3 di queste sono risultate non commercializzabili per l’alta concentrazione di sostanze tossiche (cromo esavalente, coloranti azoici e nichel) e perché non rispettano il regolamento Reach dell’Unione Europea, e altre 6 calzature contengono materiali tossici anche se al di sotto dei limiti di legge. Il dibattito è stato incentrato sulle normative italiane ed europee che secondo i relatori sarebbero meno restrittive in materia di import perfino rispetto a Paesi come la Cina e la Corea. (mc)
TRENDING