Non siete riusciti a comprare online quella sneaker limited edition che desideravate tanto? Colpa dei bot, i software automatizzati per gli acquisti online. Per gli sneakerhead è pane quotidiano, ma c’è chi comincia a studiare le contromisure.
Come funziona il bot
L’appassionato di sneaker (o, chissà, lo specuatore) riesce ad accaparrarsi l’ambito prodotto grazie a un software che rende automatico il processo di acquisto. Il programma memorizza il numero di scarpe, le preferenze e i metodi di pagamento permettendo all’acquirente di concludere la transazione nell’istante stesso in cui le scarpe sono messe in vendita online. Niente fila, insomma, né attesa spasmodica al pc. La strategia digitale, però, rende difficile, se non impossibile, l’acquisto di un comune utente dotato solo di buona volontà.
L’anti-bot
Al negozio Bonkers di Francoforte, il sistema dei bot non è mai piaciuto perché, ad esempio, impedisce di ampliare la clientela. Così hanno deciso di fargli la guerra. Il primo passo è stato quello di non mettere più in vendita le scarpe online, ma di dotarsi di un telefono cellulare, di modo che la prenotazione delle scarpe sia possibile solo con un contatto diretto, anche solo vocale. Il primo rimedio non ha scoraggiato i bot e, allora, i negozianti di Francoforte ci sono andati giù duro. Per vincere la contesa, hanno è deciso di puntare su uno tranello semplice da decifrare per una intelligenza umana, ma non artificiale. Bonkers ha preso a vendere online, oltre che sneakers, anche file immagine di sneaker. Il bot, che non legge le schede tecniche ma compie solo le operazioni per le quali è congegnato, non fa distinzione e compera indiscriminatamente anche gli specchietti per allodole digitali. Agli esseri umani che contavano sui bot per comprare le scarpe saltando la cosa, oltre il danno arriva anche la beffa: non possono, infatti, chiedere il rimborso per i soldi spesi vanamente. (mv)