La Cina per non lasciarsi sfuggire la produzione calzaturiera. La Spagna per incentivare il reshoring. Il terreno di sfida della scarpa è l’industria 4.0. O meglio: come spingere al massimo innovazione e automazione per ridurre i costi e rimanere competitivi. Così, Pechino e Madrid stanno investendo per compiere passi in avanti su questo versante. Vediamo come.
La sfida della scarpa, in Spagna
In Spagna, 46 tra imprese private ed enti pubblici (tra cui l’associazione dei calzaturieri FICE) partecipano a Eco Challenge. In altre parole, un progetto da 170 milioni di euro candidato per ottenere finanziamenti europei. L’obiettivo è realizzare una fabbrica 4.0 in grado di ridurre il costo di produzione di ogni paio di scarpe anche del 30%. Ad affermarlo è, sulle pagine di El Economista, Ezequiel Sánchez (ex vicedirettore generale di Tempe), responsabile del progetto. L’idea base è sfruttare la tecnologia 3D Bonding che elimina la maggior parte delle cuciture, semplificando notevolmente lo sviluppo della produzione di una scarpa. Tecnologia che verrà integrata con altre che stanno mettendo a punto alcune imprese spagnole per generare maggiore competitività lungo tutta la filiera, compresi robot autonomi. Un impianto pilota denominato Lab Factory nascerà il prossimo settembre a Elche. Obiettivo finale, datato 2026: 24 milioni di paia prodotte, generando, a prescindere dalla virtualizzazione dei processi, 8.000 posti di lavoro.
La risposta cinese
Dalla Cina, intanto, arriva la risposta del calzaturificio Juyi Group che sta costruendo un’unità di produzione ad alta tecnologia di 550.000 metri quadrati nel distretto di Lucheng. Secondo i media, la struttura rappresenta un investimento di circa 307 milioni di dollari e integrerà intelligenza artificiale, Internet of Things e logistica digitalizzata. La costruzione è iniziata a dicembre 2020 e dovrebbe essere completata entro la fine del 2021. (mv)
Foto di repertorio, tratta da gearjunkie.com
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