Desert Boot, quando la perseveranza premia. Otto anni per inserirle nella collezione Clarks. Altri 15 per ottenere un grande successo. Un successo, tra l’altro, tra i più grandi della storia calzaturiera moderna. Ancora oggi, per molti, “le Clarks” sono i polacchini in pelle scamosciata e suola in para.
Desert Boot alias “le Clarks”
Nel 1941, Nathan Clark, arruolato nell’esercito britannico, fu spedito in Birmania. Qui notò che, nelle ore di riposo, alcuni ufficiali indossavano modelli non convenzionali di calzature. Avevano la tomaia in pelle scamosciata e la suola in crêpe nei colori beige e sabbia (da qui il nome “desert”). Erano modelli ispirati alle Veldskoen sudafricane, commissionati dagli ufficiali dell’Ottava Armata Britannica per gli stivaletti di ordinanza che non resistevano alle condizioni del deserto.
Un ritaglio di giornale
Incuriosito Nathan prese un giornale e, con la carta, ne fece un modelloche spedì a Street, nel Somerset, all’attenzione di suo fratello, presidente del calzaturificio di famiglia. Sfortunatamente, il progetto fu accantonato in una riunione del CdA perché durante quel periodo storico, in Gran Bretagna, le scarpe da uomo in pelle scamosciata venivano considerate “poco serie, ridicole e inadeguate” per un marchio più formale come Clarks.
Il ritorno di Nathan
Tornato in Inghilterra, Nathan non si arrese e iniziò a sperimentare i materiali più adatti per fabbricare questo nuovo modello. Per la tomaia scelse la pelle scamosciata, nonostante la maggior parte delle scarpe da uomo dell’epoca erano in pelle rigida. Per la suola usò la gomma crêpe. Clark presentò la sua prima desert boot alla fiera della calzatura di Chicago, nel 1949. Solo l’anno dopo Oscar Schoeffler, redattore di moda della rivista Esquire, ne scrisse in un articolo. Ma bisogna aspettare un altro decennio, cioè la metà degli anni ’60, per vedere “le Clarks” diventare popolari in Inghilterra. Da allora, sono diventate una vera e propria icona mondiale della calzatura. (mv)
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