Thank you Italy! Lo Yellow Boot di Timberland deve dire grazie (soprattutto) all’Italia se è diventato una calzatura iconica. Italiano era il primo acquirentedello stivaletto USA. Italiana la sua (iniziale) patria adottiva, da dove, poi, si è diffuso in tutta Europa. E non solo. Nato come stivale da lavoro, lo Yellow Boot di Timberland (noto anche come Style # 10061), in pelle nubuck, è diventato popolare negli anni ’80 in Italia grazie ai paninari. Mentre negli anni ’90, negli USA, è diventato il modello elettivo di molti artisti hip-hop. Leggende e storie dietro i famosi “6 inch boot” hanno finito per alimentare il loro fascino.
Lo Yellow Boot di Timberland
Siamo il 1973, nella tranquilla cittadina di Newmarket, nel New Hampshire. Sidney Swartz, figlio del proprietario di Abington Shoe Company, progetta e confeziona uno scarponcino impermeabile pensato per poter resistere agli inverni rigidi, bagnati e innevati del New England. È pensato come scarpa da hard work. Qualcuno ricorda che i primi scarponcini erano alti 8 pollici. “Realizzare uno stivale interamente in pelle impermeabile era considerato ridicolo. Nessuno pensava che avesse senso” afferma lo stesso Sidney ricordando i primi Yellow Boot di Timberland.
Il logo
Lo Yellow Boot nasce come una scarpa molto curata nella progettazione e nella lavorazione, con dettagli unici. Come il logo dell’albero, impresso all’esterno della scarpa. Una novità assoluta per quei tempi. Diventerà il simbolo di Timberland, che significa “terra coperta di alberi e arbusti”.
Il boom italiano
Sidney ricorda come la prima vendita internazionale fu a un acquirente italiano andato direttamente da lui chiedendogli 600 paia. Sidney pensò che non lo avrebbe mai più rivisto. Ma due mesi dopo, quell’italiano tornò. Aveva venduto tutte le 600 paia e ne voleva di più. “È così – si legge nel sito Timberland – che lo Yellow Boot ha guadagnato un punto d’appoggio in Europa”.
1978: arriva Timberland
Nel 1978(e il suo logo a forma di albero) è già talmente popolare che la famiglia Swartz decide di cambiare il nome dell’azienda da Abington Shoe Company a The Timberland Company. Il modello spopola in Italia, poi in Europa e negli anni ’90 triplica le vendite. “L’umile stivale giallo” era diventato icona di stile perché gli artisti hip-hop statunitensi avevano cominciato a calzarlo.
Leggende metropolitane
Secondo quanto riporta il giornalista Rob Walker nel suo libroBuying In, “la leggenda narra che i primi acquirenti urbani degli stivali di Timberland fossero gli spacciatori di New York”. Perché dovevano stare in piedi tutta la notte e avevano bisogno delle migliori calzature possibili per tenere i piedi caldi e asciutti. Poi, “furono i rapper della Big Apple a seguirne l’esempio e, presto, lo stivale fu ovunque”. Va detto, per dovere di cronaca, che Timberland ha sempre preso le distanze da questi racconti e da altre simili leggende. Ultima curiosità: lo stivaletto viene chiamato Yellow Boot, dal color miele della pelle con cui è stato realizzato il primo modello. (mv)
Immagine tratta da timberland.it
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