“In passato si producevano soprattutto scarpe eleganti”. E dove c’era eleganza, c’erano “pellami di qualità”. Invece, “oggi sono quasi tutte sneaker o comunque calzature casual”. Sta tutta in questa sintesi, la differenza evolutiva del settore calzaturiero secondo Luca Nicolini (nella foto), 40 anni di esperienza come modellista e direttore della produzione nei calzaturifici del distretto di San Mauro Pascoli. Dai primi momenti difficili per la mancanza di esperienza e varie altre vicissitudini, alla lunga parabola vissuta da Valleverde. Arrivando al nuovo inizio con Baldinini dove “l’esperienza aiuta ma ci sono sempre problemi nuovi e novità su tutti i fronti”.
La scoperta della scarpa
Partiamo dall’inizio: perché le scarpe?
Avevo 19 anni, ero diplomato odontotecnico e frequentavo l’università di Medicina e Chirurgia a Bologna. A causa di un evento non previsto, la mia vita prende un’altra piega e mio padre, oggi 87enne, artigiano calzolaio, riesce a trovarmi lavoro a Riccione, da Bigucci, azienda del gruppo Bruno Magli.
Con quale mansione?
Sviluppavo modelli. Sono entrato senza alcuna formazione, ma con tanta voglia di imparare: dalla sala operatoria alla sala campioni, in pratica. E dopo l’orario di lavoro mi fermavo nel reparto modelleria per imparare. Inoltre, il sabato frequentavo il CERCAL.
Oggi è difficile trovare giovani disposti a fare questi sacrifici?
Sì. Cerco di insegnare questo ai miei figli: la voglia di imparare, anche con i sacrifici. Il difetto comune a molti giovani che ho incontrato è che credono di sapere già tutto per cui fai anche fatica a insegnargli qualcosa.
40 anni di esperienza
Torniamo alla storia professionale…
Sono stato da Caiman a San Mauro Pascoli. L’azienda è fallita 3 mesi dopo il mio arrivo. Poi ha ripreso l’attività e ho avuto il primo incarico di responsabilità. Grazie al formificio veneto STF ho fatto uno step in più di formazione. Poi l’avventura in Valleverde.
Quanto è durata?
Sono stati 24 anni di grandi soddisfazioni perché sono stato protagonista dietro le quinte della crescita del marchio, con una produzione di 1,5 milioni di paia a stagione. Siamo stati una delle prime aziende in Italia ad utilizzare il sistema CAD. Poi, dalle stelle alle stalle in pochi anni con un finale amaro e di sofferenza.
Quindi, l’approdo in Baldinini…
Dal 2015: un nuovo inizio, con un altro ruolo ancora.
Evoluzione calzaturiera
Come è cambiata la scarpa in 40 anni?
Il cambiamento è stato repentino: soprattutto negli ultimissimi anni. Da una produzione totalmente elegante con tacco e fondo in cuoio, con l’avvento delle sneaker si è passati alla gomma. Il secondo cambiamento è sicuramente la qualità della materia prima conciaria rispetto a 20 anni fa.
Quale futuro vede per la calzatura?
Molti indicano il “green”. Può essere, ma di scarpa ecologica se ne parlava già oltre 20 anni fa in Valleverde. Oggi è aumentata la sensibilità del mercato, però, credo che, almeno per alcuni anni, specialmente per qualche tipologia di calzatura prevarrà lo stile. , Come per la donna elegante di San Mauro Pascoli. Oggi stiamo attraversando un periodo complicato e ci stiamo dando tutti da fare per superarlo.
C’è un aneddoto di questi 40 anni che ricorda più di altri?
Il primo giorno di lavoro da Caiman, mentre lavoravo al tavolo da modellista. Entra, alterato, il titolare e, urlando, chiede “chi è che ha fatto fare tutte queste tomaie?”. Poi sferra un calcio a un cesto pieno di tomaie intrecciate che volano dappertutto. Ed io pensai: “Caspita, sono capitato proprio bene…”. (mv)
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