Settemila dipendenti tornano al lavoro dopo una settimana di sciopero. È accaduto al calzaturificio Viet Glory Co, con sede nel distretto di Dien Chau (provincia di Nghe An), in Vietnam. Il sito produttivo è specializzato nella produzione di scarpe in pelle. È operativo dal 2019 ed è di proprietà di investitori di Taiwan. I lavoratori hanno scioperato per chiedere un aumento di stipendio e il miglioramento del welfare. L’azienda ha accolto alcune richieste, ma ha minacciato la risoluzione del contratto per chiunque non fosse tornato al lavoro dopo una settimana.
Settemila dipendenti di Viet Glory
Il 90% della forza lavoro complessiva di Viet Glory Co ha iniziato uno sciopero lunedì 2 ottobre. I lavoratori hanno presentato un elenco di richieste suddiviso in 11 punti. Secondo quanto riporta la testata The Investor, l’azienda ha risposto che gli attuali 169,4 dollari mensili di salario sono superiori al minimo legislativo di 149,3 dollari. Quindi, non avrebbe potuto accogliere la richiesta di aumento. E ha ricordato che i dipendenti che non si fossero presentati al posto di lavoro dopo cinque giorni consecutivi senza permesso sarebbero stati licenziati.
Un welfare migliore
Le trattative, però, hanno portato l’azienda a migliorare il welfare. In particolare, l’aumento dell’indennità mensile di trasporto, il rimborso per i pasti e il raddoppio dei premi di produzione. Venerdì scorso è intervenuta sul posto anche la polizia locale per indagare su presunta disinformazione e istigazione allo sciopero. Lunedì 9 ottobre tutti gli scioperanti si sono presentati regolarmente al lavoro.
Impatto negativo
Nguyen Chi Cong, vicedirettore del sindacato della provincia di Nghe An, ha affermato che tali scioperi avrebbero un impatto negativo sulle imprese, sui lavoratori e sugli investimenti nella provincia. Ha invitato i datori di lavoro e i dipendenti a collaborare meglio chiedendo l’aiuto del sindacato. Sempre da Viet Glory si sono registrati scioperi che hanno coinvolto migliaia di lavoratori nel 2021 e nel 2022. (mv)
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