COVER STORY | RICICLATECI: DA PROBLEMA A COMMODITY (FORSE)
Re‐duce, re‐use, re‐cycle, re‐shape, re‐commerce: tutti a caccia di rifiuti. È la nuova ossessione sostenibile della moda e ‐ in generale ‐ di qualsiasi settore produttivo
Re‐duce, re‐use, re‐cycle, re‐shape, re‐commerce: tutti a caccia di rifiuti. È la nuova ossessione sostenibile della moda e ‐ in generale ‐ di qualsiasi settore produttivo
Emissioni di Co2 risparmiate; LCA da definire con precisione; stima dell’impatto sulla deforestazione (e di quello del regolamento anti‐Deforestazione sulle dinamiche commerciali)
EDITORIALE BUON 2026 A TUTTI Sono anni ‐ dal Covid in poi con, parzialmente, un break immediatamente post pandemico ‐ che viviamo fuori da qualsiasi zona di comfort. Rimbalziamo ‐ a livello personale, imprenditoriale, settoriale, commerciale ‐ da un’emergenza all’altra. Emergenze economico‐finanziarie complesse e interconnesse, come inevitabile sia in un mondo come quello attuale. L’orizzonte...
GUARDARSI INTORNO Le PMI e i brand si guardano intorno alla ricerca di nuove opportunità. Ma all’orizzonte si profilano, in scenari vari e incrociati, guerre commerciali che le opportunità le chiudono. Mentre i mercati emergenti sono tutti da conquistare di Roberto Procaccini Pronti via, Donald Trump ha promesso che se Cina, Canada e Messico...
Il mercato si interroga sugli orizzonti commerciali e della supply chain davanti allo spettro dei dazi di Trump
Investire nell’apertura di una nuova strada commerciale in Medio Oriente ‐ in particolare ‐ nella Penisola Araba, può diventare terreno fertile anche per piccoli marchi italiani high luxury
EDITORIALE UN PRESEPE DA BATTAGLIA A noi il Made in Italy sembra essere diventato un presepe. Parliamo di un certo tipo di Made in Italy. Quello che troppo spesso ‐ poeticamente e retoricamente ‐ viene definito come l’espressione del più alto “saper fare” italiano. Il “bello e benfatto”. Il ciabattino. La sartina. La prosopopea dell’“Homo...
Le indagini della Procura di Milano sul caporalato nella filiera dei grandi brand lasciavano presagire una Tangentopoli della Moda
La filiera italiana della moda e del lusso è sotto pressione come – forse – mai in passato e non solo per questioni congiunturali. Le inchieste milanesi sul caporalato hanno acceso i riflettori sulle modalità di gestione di tutti i livelli della fornitura italiana
SERVE UN SALTO CULTURALE Il 24 ottobre 2024 il Tribunale di Milano ha revocato l’Amministrazione Giudiziaria a cui era stata sottoposta, dal 17 gennaio, la pelletteria Alviero Martini Spa. Per capire come si è arrivati a questa decisione abbiamo intervistato i due amministratori giudiziari nominati dal Tribunale: l’avvocatessa Ilaria Ramoni e il commercialista Marco Mistò...
L’errore più grande che il Made in Italy della filiera pelle può fare oggi è quello di aspettare che passi la tempesta. La sfida più grande, invece, è quella di accettare di essere entrati in una nuova dimensione della gestione manifatturiera
Nel racconto di viaggio di chiunque sia stato in Marocco c’è la visita alle concerie. È un’esperienza pittoresca e interessante, non lo mettiamo in dubbio, ma non capiamo come possa essere considerata un valore dagli artigiani locali
EDITORIALE NOSTALGIA DEL FUTURO Anni fa, a Milano, su un muro nei pressi della stazione di Porta Genova, un writer ‐ meglio, un poeta urbano ‐ di nome i‐v‐a‐n scrisse una sentenza che ai più parve un esercizio retorico, mentre a qualcuno lasciò in bocca un sapore amaro. Il sapore della premonizione. Scrisse a...
La crisi morde e nei distretti conciari serpeggia l’incertezza. Mentre sono poche le imprese fortunate che guardano al futuro con serenità, le altre temono le ripercussioni della congiuntura: a cominciare dai terzisti
Abbiamo approfittato di Lineapelle 104 per chiedere agli operatori del settore di rispondere alla più difficile delle domande: come si immaginano la fine della crisi. Ecco il sentiment della filiera
Viaggio tra manifatturieri della filiera italiana in cerca di uno spiraglio di luce che, però, non c’è
L’offerta fashion si è appiattita e se ne sono accorti tutti: dai grandi stilisti alle imprese manifatturiere. Per questo urgono coraggio e capacità di smarcarsi, perché i brand non possono continuare tutti ad assomigliarsi
CE LO CHIEDE L’EUROPA COSA CI CHIEDE BRUXELLES Prima di tutto, definiamo il perimetro della discussione. Perché quello che l’Unione Europea chiede alla filiera della moda, del lusso e non solo, non si riduce – per esempio – alla questione più rovente sul tavolo (in particolare per la conceria italiana e continentale): il Regolamento Anti-...
Dal 30 dicembre 2024 si applica il Regolamento Anti-Deforestazione (EUDR 2023/1115): ora come ora, vuol dire che la filiera europea della pelle bovina rischia la paralisi. Un grande assist alle manifatture extracomunitarie, un’evenienza che le concerie europee vorrebbero evitare. Se solo Bruxelles le ascoltasse
Brand e produttori guardano alla mole di regolamenti scritti a Bruxelles con sentimenti contrastanti: c’è chi ne comprende le finalità, ma altrettanti non ne condividono le tempistiche. Perché sono altre le priorità in una stagione di contrazione dei consumi.
EDITORIALE C’È SEMPRE UN BUON MOTIVO PER PARLARE DI JANNIK SINNER Un talento pazzesco. Una carica agonistica feroce. Una totale abnegazione al proprio progetto. Il rispetto assoluto di sé e del proprio talento. Il fregarsene sicuramente faticoso, ma splendidamente educato ed educativo, dei troppi, che ‐ con il livore tipico di questa era...
Per qualche motivo, l’espressione «quiet luxury» non piace: sono molti a cantarne il de profundis a ogni occasione utile. Passano le stagioni, però, e non solo il lusso discreto è ancora al suo posto, ma si conferma anche quello che performa meglio
È difficile rimanere indifferenti ai trend del mercato, ma i marchi autonomi e artigiani sanno che non possono inseguire le mode senza correre il rischio di snaturarsi. Per questo chi era già orientato al «lusso gentile» ne approfitta e chi no continua per la propria strada
Pierpaolo Piccioli congedato da Valentino. Virginie Viard, similmente, accompagnata alla porta da Chanel. Perché? Con Susanna Nicoletti, consulente delle griffe e docente universitaria, parliamo di un modello di gestione delle griffe «che non funziona più» e, a ben vedere, «non ha mai funzionato bene»
Nella grande stagione del lusso quieto nell’alta moda s’impone l’immaginario delle racchette e dei country club. C’entrano la pandemia e, ancor di più, il ricambio generazionale ai vertici dello sport, dove i vecchi Nadal, Djokovic e Federer sono stati sostituiti da giovani campioni come il nostro Jannik Sinner. Ma più di tutto pesa il fascino di uno sport nobile per definizione
EDITORIALE STA SUCCEDENDO DI TUTTO: COSA SUCCEDERÀ ANCORA È l’ora più buia per la filiera della pelle? Senza voler essere catastrofisti, sì. Ci sono eccezioni di positività, ma nel complesso il momento congiunturale è veramente difficilissimo. I comparti industriali della fornitura fashion & luxury denunciano cali considerevoli dei loro volumi produttivi e dei loro...
Il mercato è sempre più superpolarizzato e, a leggere i report più autorevoli, non è certo una novità degli ultimi mesi
Esistono le isole felici, premessa utile a rendere il quadro meno fosco. Ma la pelle continua a navigare in una «tempesta perfetta»
Le griffe internazionali dell’high-end si consolidano all’apice della piramide del lusso, dove ci sono i clienti più ricchi
Gli e-tailer multibrand hanno commesso quasi tutti gli stessi errori, finendo all’unisono nei guai
LA SOSTENIBILITÀ DEI DATI PRIMARI
Bruxelles impone leggi, regolamenti, normative che – in un modo o nell’altro – rivoluzioneranno la filiera della moda e del lusso
L’ESTENSIONE DELLA RESPONSABILITÀ
Alviero Martini SpA e Giorgio Armani Operations non sono indagati nelle inchieste della Procura di Milano sul caporalato nella filiera lombarda della moda, ma sono in amministrazione giudiziaria
C’È SPAZIO PER TUTTO: ANCHE PER I PARADOSSI
Come definire altrimenti il successo dell’instant fashion cinese, tanto fortunato quanto opaco, nella cornice di un mercato teoricamente molto attento alla sostenibilità
ALMENO SI SCROSTANO I MURI VERDI
La domanda è tiepida, di margini non si vede neanche l’ombra e gli investitori fanno dietrofront. Ora che sul mercato circolano meno soldi, nella moda come nel food soffrono le startup di area veg
I GRANDI MAGAZZINI DEL LUSSO
Un valore di miliardi e miliardi di inventario. O, se volete, di rimanenze. Riguardano materie prime, semilavorati, accessori, prodotti finiti e sono in costante crescita dal 2021
OVERSTOCKING DI FILIERA
Dopo alcuni anni di produzione sopra le righe, di colpo l’offerta di accessori fashion è diventata molto più alta della domanda, causando uno stallo del quale nessuno riesce a prevedere la durata. Come uscirne?
RIPENSARE L’ECOSISTEMA PRODUTTIVO
Erika Andreetta, senior partner di PwC, a ottobre 2023 alzò il livello di attenzione sulla necessità di attivare soluzioni di destocking, perché i magazzini delle griffe rasentavano la saturazione.
SPAZIO LIBERO
Il continuo, costante e reiterato aumento degli scontrini del lusso ha alzato in modo esorbitante l’asticella del segmento entry-level che potrebbe diventare il nuovo orizzonte per una serie di brand caratterizzati da un’identità “new premium”. Ma è possibile che accada?
L’INTELLIGENZA DI CUI ABBIAMO BISOGNO È un momento di mercato drammatico per tutta la filiera. Lo abbiamo toccato con mano a Lineapelle 103, a Fiera Milano Rho, dal 20 al 22 febbraio scorsi. Nonostante la fiera abbia confermato, consolidato e alzato l’asticella della sua dimensione di evento irrinunciabile per tutti gli addetti ai lavori, la...
Se c’è una novità, il fashion system la esplora: è nella sua natura farlo. Nessuno si stupisce, allora, che aziende grandi e piccole da ogni segmento di mercato valutino le applicazioni dell’intelligenza artificiale. Non è solo la curiosità: può essere la soluzione a una sfida epocale
Per Emanuele Frontoni (Università di Macerata) le parole chiave sono due: cooperazione e sperimentazione
Un settore orgogliosamente a cavallo tra l’industriale e l’artigianale studia le nuove possibilità offerte dalla tecnologia. Con la giusta curiosità, ma anche qualche forma di scetticismo
La moda del futuro. Così i pellettieri di Bianchi e Nardi 1946 definiscono il loro progetto X3ME che «nasce dalla volontà di creare prodotti fisici e trasportarli nel mondo digitale»
Peron Shoes ha presentato insieme a EZ Lab un modello di ballerine che si propone come il primo paio di calzature artigianali disegnato interamente dall’AI
UN MESTIERE D’ALTRI TEMPI L’industria della moda ha le sue ragioni per investire in tecnologie e macchinari. Ma proprio per questo, sottolinea il pellettiere napoletano Vincenzo Bonino, è industria e non più artigianato di Roberto Procaccini Vincenzo Bonino parla con la schiettezza di chi è abbastanza giovane da essere ardimentoso, ma anche sufficientemente esperto...
Le grandi holding del lusso sono serene: lo scenario non compromette le previsioni di crescita single digit. Il problema, però, è che le strategie seguono percorsi lontani dal prodotto in pelle
Dalla guerra in Afghanistan, la cui ultima drammatica evoluzione va avanti dal 2001, a quella interna al Messico, contro/tra i cartelli del narcotraffico, viviamo in un mondo senza pace. Tre sono i casi più recenti: drammatici non solo per tutto quello che stanno causando, ma anche per la difficoltà di intravedere qualsiasi possibilità di una soluzione a breve e medio termine
L’ultima escalation bellica ha fatto (nuovamente, anche se parzialmente) crollare i fragili equilibri post Covid già messi in discussione dal conflitto in Ucraina. A pagarne le conseguenze, dal punto di vista del business, è la logistica.
Il marchio di scarpe di lusso A by Anabelle è stato fondato nel 2017 dalla stilista di origine georgiana, ma israeliana a tutti gli effetti, Anabelle Tsitsin Brandwein. «Molte persone possono condividere l'arte, la moda e il design, indipendentemente dalla loro prospettiva politica»
Il Calzaturificio Fratelli Vanni di Santa Maria a Monte lavora soprattutto con i Paesi arabi, ma, per ora, non sta subendo particolari conseguenze dal blocco del Canale di Suez, dice la titolare Patrizia Vanni. Il Consorzio Toscana Manifatture segnala, invece, qualche difficoltà nel reperire materie prime e macchine. «Chi ha riportato le produzioni in Italia, ci ha visto lungo» dice il presidente Aldo Bertoncini
Non è la prima volta che il Mar Rosso mette in crisi la logistica globale. Ma questa volta c’è il rischio che le conseguenze siano strutturali
All’inizio dell’anno, precisamente a febbraio, questo mensile è uscito con in copertina la parola “lavoro”, intendendo con essa tutto il lato formativo delle competenze necessarie alla filiera della pelle e della moda che esemplifichiamo nelle immagini di pagina 3, relative a corsi, laboratori e consegna di borse di studio. Necessarie al punto da far alzare...
La ricerca di giovani lavoratori è il cruccio non solo dell’industria della moda, ma dell’economia italiana tutta. Per questo saper rispondere per primi alle loro necessità rappresenta una sfida esistenziale per le imprese
La voce dei giovani che hanno scelto, dopo varie altre esperienze, di lavorare nella filiera della pelle dimostra che non basta l’incentivo economico per attrarre nuovi collaboratori, formandoli, spesso, da zero
Le ragioni per cui si abbandona un lavoro nella filiera della pelle sono tante, ma tutte connesse alla percezione della propria professionalità e al modo in cui viene valorizzata, all’esterno e all’interno dell’azienda
Le opportunità per chi esce dalle accademie di design ci sono. A patto, però, di avere una formazione non solo teorica e, meglio ancora, di essere sui territori
La prima sfida è arrivare all’attenzione dei ragazzi, ci raccontano le imprese. Una volta investito in comunicazione, tocca poi mettersi in competizione con i big sulle condizioni di lavoro: un’impresa difficile, ma non impossibile da vincere
Le PMI ci provano in tutti i modi, anche con bonus di benvenuto, ma assumere ragazzi disposti a lavorare in produzione resta difficile. Ingaggiarne di bravi, poi, ha del miracoloso. Tanto che qualcuno dice: «Preferisco riprendere i cinquantenni»…
Sul mercato del lavoro incidono due fattori. Uno è ciclico: ci sono più offerte che candidati. Il secondo è culturale: gli italiani hanno un pregiudizio negativo verso i mestieri artigiani
Anche a non volerlo, a queste condizioni, si diventa logorroici e ripetitivi, ma, d’altra parte, non lo si fa mica apposta. Da un lato possiamo ritenere che esserlo sia una necessità. Dall’altro, però, è anche una schiacciante schiavitù. Sono anni che va avanti così. Dati i continui attacchi populisti alla pelle di cui in particolare...
Da anni si dice che la pelle per il fashion system è una zavorra. Ciononostante, le griffe (le stesse che certi discorsi li assecondano per calcolo) non ne fanno a meno: e molti rimangono spaesati
Sbagliato pensare che la pelle sia un plus solo per il premium e il lusso: anche il medio l’apprezza e ci fa (crescente) affidamento. La sfida è rimanere entro i prezzi accettabili dal pubblico di riferimento
Scegliere la pelle è un atto innovativo, nonostante ci sia chi la ritiene un materiale “vecchio e statico”. Non è così. Nelle prossime pagine vi spieghiamo come e perché
Quello di Apple che all’improvviso diventa “leather free” è un caso esemplare. Molto interessante per le reazioni che opinione pubblica e media hanno avuto alla notizia
Angelo Cruciani è vegetariano dalla nascita e per il suo brand, Yezael, non ha mai usato la pelle. Lo scorso settembre, però, ha iniziato un nuovo percorso: «È stato un primo test, ma ho intenzione di crescere»
Vecchia? Stanca? “Antica”? Tutti alibi per chi è in cerca di una motivazione che giustifichi la sua scarsa capacità di fare della pelle il materiale che più di ogni altro è in grado di conquistare il palcoscenico dello showbiz.
Ogni anno si producono circa 430 milioni di tonnellate di plastica, più del peso di tutti gli esseri umani viventi. Alla plastica servirebbe una filiera circolare, ma nessuno ha mai pensato di costruirla. Benvenuti in un vicolo cieco
EDITORIALE Ogni crisi è un momento di cambiamento. Del resto, l’etimologia della parola ci riporta al greco antico e al significato di “scelta, decisione”. Dopo tanto correre, produrre, vendere, la manifattura globale della moda e del lusso ha scoperto che può far fatica anche lei. Quale fatica e fino a che livelli, cerchiamo di capirlo...
E le prime a esserlo sono le griffe del lusso, che «hanno visto la contrazione» come ha detto il presidente di Richemont, Johann Rupert
Il lusso che (forse) non corre più, il medio che latita, destinazioni d’uso pigre e un’economia globale assediata da guerra e inflazione.
Un report di Cotance e industriAll riporta che nel biennio 2019-2021 gli infortuni nelle concerie europee sono calati del 16%
Il mercato calzaturiero si agita lungo un orizzonte di estrema differenziazione: geografica, di prodotto, di qualità, di prezzo. Su tutto, però, pesa l’ombra di «una fase non brillantissima» che coinvolge anche la Cina, perché «la geopolitica conta moltissimo».
Anche la pelletteria sta attraversando una fase di normalizzazione dopo il boom del 2022. Nonostante questa difficoltà, rimane per molti nuovi progetti d’impresa un settore da approcciare
Offrire un nuovo materiale naturale all’industria della moda, senza scopiazzarne altri. Affermarsi nel mercato, mentre molti competitor “VEG” stentano. Intervista a MAtt SCullin (CEO di mycoworks)
EDITORIALE Non siamo particolarmente bravi a metterci nel ruolo di protagonisti di qualsiasi celebrazione. Facciamo, ma non del tutto, uno strappo alla regola con questo numero del nostro mensile. Non potrebbe essere altrimenti, visto che coincide con il raggiungimento dei 130 anni dalla nostra prima pubblicazione, datata 5 agosto 1893. Questa volta non possiamo far...
In 130 anni abbiamo mantenuto fede al nostro DNA editoriale trasformandoci e attualizzando di continuo la nostra offerta giornalistica. Oggi, equilibrando la nostra informazione tra la frenetica velocità richiesta dall’online e l’impostazione slow di mensile, la concretezza resta il faro di ogni parola che scriviamo. Esattamente come 100 e più anni fa
Non c’è arroganza in questo titolo: solo la straniante consapevolezza che ci prende quando scorriamo i dorsi della raccolta cronologica delle nostre uscite che scandisce anno per anno il passaggio dalla fine dell’800 all’inizio del Terzo Millennio
Il 5 agosto 1893 pubblicammo il numero che trovate nelle prossime pagine. L’abbiamo riprodotto nella sua interezza perché in ogni parola che contiene, fatte salve le contingenze di quel tempo ormai così remoto, ci sembra di sentir risuonare la missione che ci è stata affidata
Ci sono temi e “emergenze” che il settore conciario dibatte e affronta fin da quando la nostra testata esiste. Come quelli di cui parliamo in questo articolo
I produttori di materiali alternativi hanno provato a sovvertire la concorrenza alla pelle con un furbo rebranding: da simil- sono diventati eco-. Ma i flussi di ricerca su Google sono confortanti: la gente comune non è cascata nel tranello
Oggi molte più testate che in passato si interessano di moda. Ma non lo fanno tanto per spontaneo interesse giornalistico, quanto perché alla ricerca di nuove Inserzioni pubblicitarie. Un condizionamento non di poco conto
Le grandi griffe da qualche tempo organizzano iniziative con il pubblico nei propri opifici: un modo per svelare che dietro prodotti prestigiosi c’è un lavoro di qualità. E per invogliare i volenterosi a cimentarsi nella manifattura moda. Una strada che anche PMI e brand indipendenti cominciano a percorrere
Pagina 3, foto in alto a destra. La Speedy che potete osservare arriva dritta dalla prima sfilata maschile di Louis Vuitton sotto la guida dell’erede di Virgil Abloh: la popstar (riduttivamente parlando) Pharrell Williams. Nel dibattito fashion, questa borsa ha pressoché eclissato il resto degli accessori e degli outfit portati in passerella a Parigi il...
Un gruppo di imprenditori della filiera pelle ci spiega se è vero e come, in un momento congiunturale che somma e porta con sé stress e incertezze a raffica, la fiducia resti una componente fondamentale di un progetto d’impresa
Financial Times si staglia nel panorama editoriale perché è l’unica testata a insinuare dubbi sulla tenuta dell’alto di gamma, in piena stagione di crescita
La fiducia nella/della filiera è stata messa a dura prova dalla pandemia, quando ovunque si è iniziato a parlare e a invocare progetti di solidarietà d’impresa. Obiettivi: proteggere i fornitori e la continuità del business
Negli ultimi dieci anni Conceria del Chienti ha rischiato due volte di chiudere i battenti, trovando ogni volta la forza E la motivazione per risollevarsi
La zootecnia è stata trasformata nell’arco di decenni nel colpevole perfetto per ogni problema esistente, sociale o individuale. Ora, dopo tante campagne degli avversari, deve ricostruire un rapporto serio e informato con il pubblico
Nella transizione green la moda ha bisogno di rapporti e pratiche trasparenti sia lungo la filiera, che nel dialogo con il consumatore. È un’evoluzione collettiva che procede tramite innovazioni graduali e che non è esente da scossoni
Abbiamo affrontato molte occasioni, in questi primi 20 anni del nuovo millennio, nelle quali ci siamo interrogati sul modo in cui il tessuto imprenditoriale della filiera italiana della pelle vivesse il rapporto con gli istituti di credito e, di conseguenza, a valutarlo. Periodi in cui tornava a galla, turbolenta come un mare prossimo alla tempesta,...
Il fashion business è chiamato a reggere l’urto di una nuova fonte di tensione. Ha tutti gli elementi per farcela. Ma anche per uscirne ancora più polarizzato
Prendersi un rischio d’impresa a breve termine, a fronte di un sistema creditizio sempre più oneroso, potrebbe rivelarsi un boomerang catastrofico
Il caso del distretto conciario veneto racconta in che modo la pelle italiana sta vivendo una problematica fase finanziaria
Per le PMI e gli operatori finanziari il rialzo dei tassi non è la fine del mondo. Ma dipinge una congiuntura in cui è necessario ponderare bene le scelte
Il livello di attenzione è altissimo, l’emergenza non è ancora scattata. In Italia, le vendite invernali al dettaglio di accessori non sono andate meglio del previsto, ma i retailer non si illudono come ci spiegano da Scarpamondo, Primadonna Collection e Antony Morato Gli oneri finanziari sono sotto attacco. Il repentino aumento dei tassi fa...
La stretta creditizia ribalterebbe uno scenario di apertura che, durante la crisi pandemica, aveva regalato ossigeno, trasformandolo in un orizzonte da incubo. Per le aziende, ma anche per le banche
Le foto che avete visto a pagina 3 le abbiamo scattate nel 2012 all’interno dei reparti di uno storico calzaturificio piemontese. Marchio proprio. Posizionamento qualitativo: medio all’italiana, realizzato con ottime materie prime e finalizzato con una fattura ineccepibile. Tre anni dopo, a inizio 2015, quel calzaturificio getta la spugna. Troppo complessa e critica la congiuntura...
I gruppi del lusso vivono, per obblighi di borsa e per attenzione dei media, in una perenne condizione di sovraesposizione mediatica
Il segmento medio italiano si ritrova ad affrontare da anni una sfida selettiva, compresso nella morsa soffocante del lusso e del fast fashion che, senza soluzione di continuità, ampliano i loro orizzonti e abbattono confini di mercato. Quali strategie mettere in campo per non farsi stritolare?
Nice Footwear è nata nella «calzatura democratica» ed è approdata agli accessori di lusso. Crescere e riposizionarsi, ci spiega il CEO Bruno Conterno, non è contraddirsi, ma seguire le opportunità di mercato
Una volta nel mezzo stava la virtù. Oggi, invece, le aziende di medie dimensioni sono diventate il segmento centrale di una clessidra dove la polarizzazione è sempre più estremizzata
Nel giro di quindici anni, la segmentazione di prodotto della pelle italiana ha cambiato faccia. Se prima la destinazione medio-bassa sfiorava il 50%, oggi sta poco sopra il 33%
Ci sono tante variabili che cambiano repentinamente, nelle quali è difficile districarsi - dice Diodato De Maio -. Si naviga a vista, ma non bisogna essere catastrofisti
Ci sembra sia passato un giorno. È passato più di un anno. A febbraio 2022 iniziava una guerra che è ancora lì. Sporca, tragica, che miete vittime, bombarda e incatena un territorio e la sua popolazione, inietta veleno ovunque e a qualsiasi livello nel mondo, dissemina minacce nucleari come nulla fosse. Ad aprile 2023 la...
Sono quelle che la ritirata delle griffe e il veto comunitario all’export di beni di lusso hanno liberato in Russia. Ne parliamo con Flavio Sciuccati, senior partner e direttore della Divisione Global Fashion Unit di The European House - Ambrosetti Group
Il quarto pacchetto di misure varato contro Mosca (il Regolamento Ue 2022/428 in vigore dal 16 marzo dello scorso anno) proibisce di vendere beni di lusso (non solo moda) che superano i 300 euro di valore. Il che penalizza meno la scarpa della pelletteria e di altri prodotti. Anche se, a Mosca, di modi per aggirare la sanzioni occidentali ne hanno trovati parecchi. Anzi: molti
Da ottobre 2022 l’ottavo pacchetto di sanzioni dell’UE proibisce l’import di pelle dalla Russia. Ma le relazioni commerciali erano già condizionate dai cambi valutari e dal trend inflazionistico
Per la rete delle imprese manifatturiere nulla è stato più lo stesso dopo il 24 febbraio 2022. «Abbiamo dovuto fronteggiare problemi inediti, come l’arruolamento degli operai e i bombardamenti, ma contiamo nel +20% della produzione già nel 2023», ci dice Tetyana Izovit, presidente di Ukrlegprom Association I numeri raccolti da Ukrlegprom Association, la sigla...
La fine dell'isolamento economico e finanziario di Teheran è arrivata il 14 luglio 2015 ed è coincisa con la sensazione che il suo mercato potesse esprimere grandi potenzialità per la moda, dalle griffe ai marchi più piccoli. Il 5 novembre 2018 tutto si è ribaltato di nuovo. Cosa è successo da allora a oggi?
Già, perché non se ne parla più. Eppure, è stato, a suo modo, una sanzione pesante per l’industria conciaria, distorcendo per anni i flussi commerciali. Ma non è scomparso: esiste, eccome. Però, ci sono argomenti che l’hanno relegato nell’ombra. Uno su tutti: la sostenibilità. Che, a modo suo, è un altro tipo di sanzione
Higg Index, (molto) discusso strumento di valutazione dell'impatto ambientale di un prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita
Che cosa vuol dire se sul mercato dei materiali della moda c’è chi vende granitiche certezze E chi, invece, continua a fare ricerca
UNIC - Concerie Italiane pubblica il ventesimo Report di Sostenibilità annuale di settore
È da anni che i brand chiedono di conoscere la storia dei materiali che impiegano nelle collezioni: i fornitori e gli enti di certificazione hanno risposto di conseguenza
«L’approccio scientifico è lo strumento principe per progredire sul fronte della sostenibilità» dicono da Italven, conceria specializzata in rettile
Cinque progetti (grandi e piccoli) di sostenibilità declamata fin sugli scaffali
La parola di febbraio è “lavoro”. Non l’abbiamo scelta per identificare la congiuntura in atto. Non ci interessa, su queste pagine, capire «se c’è lavoro», come ci ritroviamo a chiedere a imprenditori e manager in molte interviste, quasi fosse una formula rituale per rompere il ghiaccio. Qui parliamo di “lavoro” in quanto fabbisogno di “manodopera”,...
Alla manifattura italiana della moda e del lusso, dicono gli addetti ai lavori, mancano 94.000 addetti da inserire in azienda entro i prossimi 5 anni. Ad oggi, solo il 50% potrebbe essere reperibile
Le aziende della filiera hanno, come mai in passato, fame di nuova manodopera. Nuova perché giovane. Nuova perché capace di affrontare il lavoro, anche quello artigianale, con modalità evolute
Uscire dall’emergenza, ridurre il gap tra domanda e offerta di addetti, cercare di cucire la trama di un sistema formativo futuribile, capace di tramandare i saperi manifatturieri della filiera italiana della moda e, costantemente, attualizzarli. Mission impossible? Ecco cosa ne pensano alcuni formatori
Sono tre gli istituti di riferimento dei distretti italiani della concia: da loro passa la formazione delle più giovani leve di addetti della filiera della pelle. Rispondono alle stesse esigenze.
Antonio De Matteis, CEO di Kiton, ha le idee chiare su come attrarre i giovani ai mestieri artigiani della moda e, soprattutto, incentivarli a rimanere in azienda: «Negli ultimi 30 anni abbiamo avuto un tasso di dimissioni pari a zero»
Antonio Filograna Sergio ha costruito a Casarano un polo degli accessori. Per riuscirci, ha dovuto rivitalizzare la tradizione salentina della calzatura. E costruire da zero le competenze necessarie per la pelletteria
Sabato scorso, mentre condividevamo online il Riassuntone dei sette giorni precedenti, Gucci ha sorpreso tutti comunicando la nomina dell’erede di Alessandro Michele. C’è chi ha visto una particolare coincidenza nel fatto che la comunicazione della griffe sia stata fatta di sabato, considerando che il suo nuovo direttore creativo si chiama, guarda caso, Sabato De Sarno. […]
Ripartiamo da una parola, da Karl Lagerfeld e dalla sua caricatura digitale: il suo (i suoi) NFT che avete appena visto a pagina 3. Il 2023 del nostro mensile continua a percorrere il binario del 2022, fondando ogni numero su un approfondimento monotematico. Sceglie di farlo interrogandosi sul senso delle singole parole che utilizziamo per...
Il recente divorzio di Alessandro Michele da Gucci accende i riflettori sul come, nelle ultime stagioni, siano cambiati il lavoro e l’identità dello stilista nell’ambito del lusso e, più in generale, del fashion system.
Proviamo a capire cosa celano e cosa rivelano queste parole del divorzio (Michele-Gucci) che nel 2022 ha sconvolto il fashion system
L’esperienza di Daniel Lee in Bottega Veneta e il modo in cui il brand lo ha sostituito insegnano che nella moda il talento non è tutto: altrettanto importante è il carattere
Lo stilista americano fu l’artefice della rinascita di Gucci. Un’esperienza che lo consacrò nell’Olimpo dei fashion designer, ma avrebbe potuto anche bruciarne il futuro. Invece no
È arrivato a brillare nel cielo della moda, al punto di concentrare gli incarichi di direttore creativo e CEO di un brand come Burberry. Ma poi, come succede alle stelle, è esploso
La più eccellente e significativa è quella di Louis Vuitton che dalla scomparsa del direttore creativo del suo menswear, Virgil Abloh, datata novembre 2021, non l’ha ancora sostituito. E, a meno di smentite imminenti, non ha nemmeno fretta di farlo. E, come lui, parrebbero ragionare altri brand e griffe. Perché?
Il sistema della moda ha perenne sete di novità. E, per questo, di volti sempre nuovi. È una carriera dura, quella del creativo: perché si può finire alla ribalta e poi nel dimenticatoio in breve lasso di tempo
Si è spenta il 29 dicembre a 81 anni Vivienne Westwood. Icona punk, designer militante e dirompente, non ha mai rinunciato alla propria indipendenza
L’EQUILIBRIO / Parte prima. Abbiamo percorso il 2022 camminando bendati sul filo di una condizione di incredibile provvisorietà e precarietà. Eppure, ci eravamo illusi che non fosse possibile ritrovarsi nuovamente in questa condizione. Abbiamo iniziato l’anno col passo sicuro di chi, seppur ancora alle prese con la normalizzazione della pandemia e dopo due anni di...
La pandemia e poi la guerra hanno decretato il tramonto definitivo di una fase storica in cui i Paesi industrializzati rendevano disponibili i beni richiesti dal mercato facendoli produrre o semplicemente comprandoli in ogni angolo del mondo. E ora?
Quello di una volta non c’è più. Oggi i referenti produttivi di brand e griffe sono vere e proprie industrie che, prima ancora del prodotto, vendono servizi, controllano la produzione in modo scientifico, attivano Academy formative interne.
La tendenza (post-pandemica) a una ritrovata e aggiornata eleganza dona una speranza. Perché secondo gli analisti il trend porta con sé il maggiore impiego dei materiali nobili, come la pelle. Nella calzatura si intravede qualcosa. Ce n’è bisogno, dopo i danni della sneakerizzazione…
Quando si leggono i materiali promozionali delle griffe o gli interventi pubblici a proposito delle carenze di manodopera, si trova sempre lo stesso termine: «artigianato». Ma i luoghi di lavoro sono cambiati e, quindi, anche le competenze richieste al lavoratore e le caratteristiche del prodotto. Come fa il consumatore a distinguere le differenze?
Abbiamo iniziato il 2022 seduti su un divano particolarmente comodo. La pandemia aveva fatto rimbalzare in modo significativo i consumi di arredi domestici e, quindi, di pellami destinati alla produzione di imbottiti e poltrone
Certo, la congiuntura economica: l’inflazione non favorisce un prodotto alternativo più caro di quello che vorrebbe soppiantare. Ma ci sono anche questioni di mercato e di gusto. Il 2022 segna il fallimento dei veggie burger et similia
PRIMA DI TUTTO: perché quel che ci continua a sbattere in faccia la realtà è la consapevolezza che non solo del doman non v’è certezza, ma anche dell’oggi. Quindi, occorre avere molta cura a tutti i livelli della filiera dello straordinario momento di mercato che vive la pelletteria. È lei la chiave del successo e...
La pelletteria vive una lunga stagione di boom. E ha coinvolto la pelle, materiale nobile con il quale non ha mai interrotto il rapporto identitario che porta fin nel nome
La produzione italiana di pelletteria gode della super crescita delle vendite globali di borse e accessori, che prevedono di sfondare quota 100 miliardi nel 2027, dice lo studio The European House - Ambrosetti, presentato agli Stati Generali della Pelletteria Italiana il 18 ottobre
Bonino Napoli e Franzi 1864. Due casi paralleli di pelletterie che, ciascuna a suo modo, lottano per la propria posizione sul mercato
Storia di pelletterie che hanno avuto e continuano ad avere «incredibili prospettive di crescita», perché hanno saputo applicare su larga scala il processo artigianale di produzione
È la fotografia della toscana Industria Conciaria Masoni che nei prossimi mesi avvierà un nuovo stabilimento (il terzo) avendo la necessità di produrre il 35% in più di oggi
La quota di pelli prodotte in Italia per la pelletteria è passata dal 13% del 2001 al 30% del 2021. Una crescita esponenziale che, però, va letta con prudenza
IN SENSO LETTERALE, perché, come dice il presidente UNIC – Concerie Italiane, Fabrizio Nuti, in un’intervista pubblicata da Il Foglio della Moda: «Dobbiamo tenere viva la fiamma del nostro allarme sui prezzi per far capire alla nostra clientela che la situazione della fornitura è insostenibile. Serve condivisione e reciprocità. Come noi capiamo lo stress dei...
Dopo gli stress sui listini scatenati dalla pandemia, la crisi energetica del 2022 mette le concerie italiane di fronte a una scelta inevitabile: alzare i prezzi. Trovare l’intesa con i clienti è possibile, ma non è detto sia sufficiente
Le imprese della filiera della pelle arrivano al 2022 forti di anni di investimenti nelle fonti rinnovabili e nella produzione smart. Una risorsa davanti al caro bollette, certo. Ma non la soluzione
Archiviata a forza la pandemia la pelle si scontra impotente contro nuove incertezze e sconcertanti paure, senza avere alcuna possibilità di intuire cosa accadrà a breve, medio e lungo termine
Dallo scoppio della pandemia all’incontrollata crescita esponenziale dei costi energetici, ogni volta che una crisi pareva superata, è andata, invece, a sommarsi a quella precedente
«Resilienza? Va bene, ma fino a un certo punto. Poi bisogna essere proattivi». Il sociologo Francesco Morace osserva i trend di trasformazione del mercato della moda fino al 2030
L’industria della moda si è abituata a lavorare nei tempi stretti del just-in-time. Una dinamica che vede le concerie al centro tra due fuochi…
Il time to market delle griffe è feroce. I fornitori non hanno altre possibilità se non quella di essere rapidi nella produzione e tempestivi nelle consegne
I consumatori italiani non hanno ancora visto le conseguenze in scontrino dei problemi della logistica. Ma quando l’onda dei rincari si abbatterà anche sulla distribuzione, saranno guai
Nella moda «non ci sono più regole», osserva Ferrero Rosati, CEO di Factory. Perché i tempi sono così stretti che si preferisce bruciare le idee, piuttosto che rimanere fermi.
Ondate pandemiche. Politica Zero Covid in Cina. Guerra in Ucraina e isolamento del mercato russo. Inflazione. Nulla di tutto ciò ha frenato le griffe dell’alto di gamma
In un mondo dominato da colossi che possono permettersi (quasi) tutto, compreso alzare continuamente i prezzi in negozio (senza perdere clientela), come può sopravvivere un brand calzaturiero o pellettiero di piccole o medie dimensioni?
Il mercato della moda va bene al traino dei big del lusso, ma anche dei marchi del premium. Le concerie possono dirsi contente, ma non del tutto serene per il futuro
Abbiamo chiesto ai vertici delle associazioni confindustriali che rappresentano la calzatura e la pelletteria italiana come i settori affrontano la congiuntura
Massimiliano Tintinelli, capo della società di consulenza e strategia MTI Consulting, ci spiega cosa conviene fare ai piccoli brand e alle PMI della moda in questo “mare in tempesta” per non naufragare
DI QUELLO CHE PENSIAMO, FACCIAMO, DICIAMO. È un numero particolare, quello che state per leggere. Ci siamo ritrovati a immaginarlo spinti da una serie di circostanze che mostrano punti di contatto forse inconsapevoli, ma che confluiscono nella direzione di una parola che oggi piace tanto, tantissimo, forse di più. La parola è: reputazione. Qualcosa di...
Cioè l’incredibile attenzione mediatica sui legami della moda italiana con il mercato russo. E la pretesa che la concia sia in qualche modo corresponsabile dell’impatto della zootecnia
Quello che stiamo per raccontare è un caso esemplare di come possa essere presa, accartocciata e distorta la decisione di un imprenditore che ha cercato di far valere il senso della propria responsabilità (e di quella di chi viveva il suo stesso disagio) nei salotti televisivi e sui relativi social dove è stato coinvolto
Lo scorso maggio la società di consulenza Comin & Partners ha realizzato con il software di analisi del sentiment della rete di KPI6 la seconda edizione del report sulla reputazione online dei brand del lusso
Nel distretto calzaturiero della Riviera del Brenta nasce una rete tutta al femminile, che vuole «liberare tutto il potenziale, talvolta soffocato, del lato femminile della scarpa» veneta
Una multinazionale dell’alta moda (Kering) partecipa al round di finanziamenti di una startup che sviluppa un processo di coltivazione in vitro di derma animale (VitroLabs). Una vicenda che spiega perfettamente un pregiudizio che perseguita la concia
Una multinazionale dell’alta moda (Kering) partecipa al round di finanziamenti di una startup che sviluppa un processo di coltivazione in vitro di derma animale (VitroLabs). La notizia potrebbe esaurirsi qui. Ma di mezzo c’è la pelle e la cosa scatena un cortocircuito mediatico. Una vicenda che spiega perfettamente un pregiudizio che perseguita la concia
I brand per ragioni di marketing presentano prodotti animal free. Legittimo. Ma, usando goffamente gli argomenti dell’antagonismo verde, cascano in nonsense buffi sul piano della comunicazione, dannosi su quelli del marcato
NON È UNA DOMANDA: è la risposta. O, a voler aggirare il rischio di cedere a vari livelli di retorica, quella del titolo è la conseguenza di una serie di cambiamenti e criticità emergenziali che hanno inciso sulla struttura fisica e mentale della filiera italiana di fornitura della moda e del lusso. Criticità furibonde deflagrate...
Una «LVMH italiana» come aggregazione di brand non nascerà più. Ma in Italia sono in formazione holding di imprese manifatturiere. Perché sul mercato ci sono gruppi dal fatturato che pare un PIL. E per essere loro fornitori servono le dimensioni
Mentre nel mondo della moda e del lusso a far notizia sono quasi sempre le acquisizioni di grandi brand da parte di grandi multinazionali, in Italia, dal 2020 ha preso velocità una tendenza per certi aspetti rivoluzionaria, basata sull’eccellenza della competenza artigianale e manifatturiera delle nostre PMI
Quattro dei gruppi più attivi nella costruzione di conglomerati aziendali di filiera ci spiegano il senso e la dinamica della matematica aggregativa che guida la loro mission
Nice Footwear sta costruendo un gruppo degli accessori in Riviera del Brenta perché «bisogna essere strutturati per un cliente internazionale dalle richieste sempre più precise e sofisticate»
L’azienda guidata da Stefano Giacomelli e controllata da una proprietà francese, rappresenta un esempio “al contrario” di integrazione aggregativa, visto che nel 2009 ha acquisito un suo cliente
Le aggregazioni di filiera viste da chi ha scelto di aggregarsi. Gab, pelletteria che fa parte di Hind, e SP Plast Creating, azienda targata Minerva Hub, ci spiegano perché
È QUELLO CHE, mentre a qualsiasi latitudine facevamo i conti con la fatica di aver affrontato un’emergenza globale che passerà alla storia e dalla quale cercavamo di uscire, ci ha scaraventato in un contesto bellico che sconcerta, preoccupa e ci lascia (se possibile) ancor più inermi che di fronte alla pandemia. È il mondo in...
Un’area strategica per il prodotto in pelle italiano. Una zona che nel 2021 aveva manifestato segni di vivacità, oltretutto. Il conflitto scatenato dal Cremlino il 24 febbraio ha cancellato l’Ucraina e complicato i rapporti con la Russia
Gli Stati Uniti nel 2021 sono stati tra i mercati più vivaci (e voraci). Per gli accessori italiani sono anche quello su cui scommettere nel 2022: una piazza grande, ostica, ma aperta alle proposte indipendenti
Viaggio tra i mercati di riferimento del Vecchio Continente. Quelli che in troppi ritengono «tradizionali e stanchi», ma che per molti rappresentano destinazioni (se non sicure) inevitabili in momenti di tragica incertezza come quello attuale
Tutti gli analisti hanno la stessa certezza: entro il 2025 la Cina sarà il più grande mercato mondiale del lusso e degli accessori moda. Ma è e rimarrà un territorio di insidie e complessità uniche al mondo
A Oriente non esiste solo Pechino. Esistono mercati che potevano, possono e potranno rappresentare destinazioni di grande interesse per il made in Italy della moda, degli accessori e della pelle
Il Multiverso è la nuova patria senza confini di chi cerca nuove occasioni di promozione, comunicazione, vendita e fidelizzazione. Un luogo dove si è svolta una Fashion Week che ha messo la moda davanti a una nuova occasione
È QUELLO CHE rappresenta la metafora dei nuovi stili di vita che già si affacciavano alla ribalta prima che Covid scardinasse ogni nostra certezza e che la pandemia, inevitabilmente, ha fatto salire alla ribalta in modo dirompente. Pandemia che, sia detto per inciso, ci rimarrà in mezzo ai piedi per chissà quanto tempo anche se...
È il boom di un tipo di scarpa che è (definitivamente?) uscito da un ambito tecnico e specialistico. Perché oggi l’outdoor non è più una categoria di prodotto a sé stante, ma un orizzonte che è arrivato a ispirare e coinvolgere anche la moda e il lusso. E di tutto ciò a Montebelluna, nella patria dello SportSystem, hanno molto da raccontare
A Lineapelle 99 le concerie confermano: se da «almeno due anni» la calzatura outdoor ha intrapreso un percorso, rassicurante, di crescita, ora sta pure (ci si permetta il gioco di parole) cambiando pelle. Più colori e fashion appeal a fronte di una continua richiesta di upgrading delle prestazioni, dal comfort all’idrorepellenza. E, soprattutto, la «concreta sensazione» che questo trend continuerà
Lo stile outdoor è entrato nella vita di tutti i giorni. Le calzature diventano più strutturate. Anche quelle proposte dalle griffe del lusso, che somigliano sempre più a quelle da scalata o agli scarponcini da trekking
Lo zaino «da contenitore passivo diventerà sempre più contenitore attivo». Marco Palmieri, CEO del gruppo Piquadro, ci spiega le ragioni della trasformazione dello zaino, preferibilmente in pelle, da accessorio “specializzato” a compagno fedele di ogni momento della giornata
Prima di Covid, lo zaino aveva già scardinato certe consuetudini creative e di consumo della pelletteria. Ma l’ascesa dello zaino non si è fermata e, trainata dalla necessità di modelli ultrafunzionali e smart, ha conquistato il segmento maschile. Premiando (anche) la pelle
Correva l’anno 1954: la spedizione di Ardito Desio conquistava la vetta del K2. Ai piedi di tutti i suoi componenti c’erano scarpe e scarponi del calzaturificio Giuseppe Garbuio di Montebelluna fatti con il cuoio della conceria friulana Presot. Che il 1° marzo 2022 ha festeggiato i suoi 90 anni di attività
QUELLO DI CUI in questo momento Donald Trump vorrebbe fare a meno è il fatto che, di colpo, negli Stati Uniti, l’opinione pubblica e non solo, abbia scoperto che esiste la cosiddetta supply chain. L’ha scoperto perché, causa Covid, si è inceppata generando problemi a qualsiasi livello, dall’approvvigionamento delle materie prime alla vendita di qualsiasi...
La pelle tra l’incudine dei costi a monte che aumentano (tutti, indiscriminatamente) a dismisura e il martello dei clienti a valle che non ci sentono e costringono le concerie ad assorbire i rincari
L’aumento dei costi delle commodities e dell’energia comprime i margini delle aziende manifatturiere
Vai in fiera, a Firenze per Pitti Uomo e a Riva del Garda per l’Expo della calzatura, e scopri una diversa percezione della criticità in corso
Il prezzo per la spedizione di un container «da 40 piedi è passato dai 2.000 dollari, sui quali era più o meno stabile da quasi 15 anni, ai 10-15.000 di oggi, con picchi di 20.000»
È tutta una questione di consapevolezza. Quella di essere, agli occhi dei propri clienti (fidelizzati e non) desiderabili al punto da giustificare qualsiasi provocazione creativa e, soprattutto, ogni reiterato aumento dei prezzi di vendita dei propri accessori
Caldo, caldissimo, è stato il trend del prezzo medio all’export delle calzature dal 2010 al 2020. Una corsa al rialzo che difficilmente si fermerà
QUEST’ANNO funziona così: ogni mese La Conceria che avrete tra le mani sarà dedicata a un solo argomento. Dall’inizio alla fine. Abbiamo sperimentato questa formula nell’ultima uscita del 2021, mettendo a fuoco la (per quanto possibile) verità necessaria per non continuare, in modo funzionale a precisi interessi di marketing, a depistare il dibattito sulla pelle,...
Il salotto (insieme a una considerevole e ampia serie di complementi d’arredo), una volta tanto, ringrazia. È l’unica destinazione della pelle italiana che ha già recuperato i livelli pre-Covid
La nidification premia l’arredo, quindi il salotto, quindi (anche) la conceria italiana. Che gioca la sua partita affinando armi ormai trasversali a tutte le destinazioni di prodotto: la qualità, il servizio a più ampio raggio, l’equilibrio di prezzo, l’approccio green
Come hanno assorbito le grandi catene alberghiere l’urto della pandemia? Risponde Lanfranco Arena, titolare e amministratore di Prodital
Nicola Coropulis, CEO di Poltrona Frau ci spiega la nuova dimensione ibrida del design, l’importanza della pelle e i vantaggi di essere parte (dal 2014) del gruppo Haworth
Rinascite, terze generazioni, artigianalità e ricerca di nuovi posizionamenti nella Murgia Valley del mobile imbottito
Per alcuni brand è un passaggio inevitabile (spesso ai limiti dell’esercizio di stile), seppur contestuale a certe occasioni ed eventi. Per esempio: la kermesse milanese del Fuorisalone.
«Si possono salvare una mucca, evitando di usare la pelle, e il mondo, evitando di consumare i prodotti animali». Lo dicono in molti: ma non è vero. Le ragioni di un numero monografico
Per l’ennesima volta Stella McCartney oltraggia la pelle e chi la recupera e la trasforma. Ma la concia, da quella italiana a quella internazionale, ha alzato la voce. «Lasciaci in pace, Stella, e continua a fare le tue borse di plastica»
Fare a meno della pelle non si può. O meglio, non avrebbe senso. In un (per fortuna solo ipotetico) mondo leather-free si consegnerebbe alle discariche o agli inceneritori un sottoprodotto della zootecnia
L’auto corre a tutta velocità lungo la rotta della transizione elettrica e, per ragioni di marketing, gioca ormai in modo strutturale la carta di un’equazione senza senso. Quella che assimila il senso di “green” a quello di “veg” e millanta ragioni senza sostanza per non usare la pelle. Perché?
La pretesa vegana è che l’intero mondo smetta di mangiare carne per ragioni di salute e di sostenibilità. Ma è una pretesa senza fondamenta scientifiche. E che, anzi, comporta molti rischi
A chi fatica (ideologicamente o meno) nel ritenere quella della pelle un’attività circolare, consigliamo una visita come quella che abbiamo fatto noi ad Arzignano, all’interno dei nuovi laboratori di SICIT
Una virtualità che ha portato con sé l’ingresso di molti brand di piccole e medie dimensioni in canali di promozione e vendita digitali annusati in precedenza con una diffidenza che Covid ha contribuito ad abbattere
Serve un ponte tra l’artigianato made in Italy e il mondo: lo può offrire l’e-commerce. Se non era già chiaro prima, la pandemia lo ha dimostrato a tutti. Dialogo con Martina Capriotti, co- fondatrice di Mirta
La pandemia è stata l’occasione per premere l’acceleratore sull’e-commerce, canale sul quale non si trovava mai il tempo di investire. Ma Mara Visonà, CEO di Plinio Visonà, sa bene che il canale digitale, per essere davvero utile, va inserito in una strategia coerente di distribuzione. Altrimenti rischia di diventare dannoso
La cover story di questo numero l’abbiamo dedicata al presidente cinese Xi Jinping
Sul mercato, nelle relazioni internazionali, nei volumi produttivi, nella qualità della distribuzione. In maniera diretta o indiretta, Xi Jinping si trova a dettare le regole della partita. Seduti allo stesso tavolo ci sono i Paesi manifatturieri di tutto il mondo
In estate le autorità cinesi hanno paventato una revisione del prelievo fiscale utile a ottenere «la ridistribuzione della ricchezza» per una «prosperità comune». Per i delicati equilibri del mercato del lusso, una variabile che porta con sé molti interrogativi
Le maison oggi incarnano un lifestyle e propongono tutto: vestono il cliente da capo a piedi e di certo non gli lasciano le mani libere
L’approdo di nuovi brand nel mercato è una risorsa. Soprattutto per chi non ha ancora agganciato il treno della ripresa. Ne parliamo con Franco Gabbrielli, presidente di Assopellettieri
L’era post Covid è nata sotto il segno di una parola ben precisa. Revenge. Ancora in piena pandemia, analisti e addetti ai lavori, hanno iniziato a dissertare sui tempi e sui modi in cui sarebbe iniziata la “rivincita”. Quella dei consumi. Quella del turismo. Quella delle fiere. Con tutte le cautele e le speranze del...
Sergio Rossi, con un “piccolo” colpo di scena, passa sotto la proprietà dei cinesi di Fosun Fashion Group
Per quanto riguarda la filiera della pelle, le operazioni di M&A, tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 sono diventate praticamente pane quotidiano e le potete trovare tutte quante online sul nostro sito.
Ci sono argomenti che, purtroppo, non passano mai di moda e che mostrano una incredibile (e spaventosa) capacità di adattamento, trasformazione, diffusione. La contraffazione è uno di questi. Anzi, forse ne rappresenta il più evidente e dirompente esempio
A febbraio Salvatore Ferragamo ha unito le forze con Amazon per portare alla sbarra i furbetti dell’e-commerce. Quelli che vendono online merce fake
Ornella Auzino si è data un obiettivo: diventare l’influencer della legalità nel fashion system. Fin qui è un’impresa solitaria (ma è in cerca di sponde)
Una rassegna di cifre, rilevazioni e proiezioni che danno la misura di quanto l’industria del fake sia ricca e fiorente. Malgrado la pandemia
Il senso di questa storia di copertina. Un senso che, forse, va anche oltre il concetto stesso di artigianato e di quella che ci sembra la sua più vitale e contraddittoria antitesi: la digitalizzazione
Antonio Ripani, in arte Tony, da 40 anni è “l’uomo delle pelli” del Gruppo Tod’s. Le controlla una per una e i suoi principali sensori sono gli occhi e le mani.
Come sono cambiati la moda, il design e il loro insegnamento in questi lunghissimi mesi di pandemia? Quanto la transizione digitale si sposa con l’artigianalità? Ne abbiamo discusso con il nuovo direttore di Polimoda Firenze: Massimiliano Giornetti
Secondo Enrique Loewe per “produrre lusso” bisogna «rafforzare il senso di creare bellezza con le mani». Il che non contraddice la travolgente pulsione alla virtualità delle griffe, ma ne rappresenta un (nemmeno troppo) potenziale e reciproco detonatore
La ragione di Ana Vasconcelos, che troverete espressa nelle prossime pagine, è quella di chi, producendo accessori di pelletteria, sceglie la pelle per una (logica e) consequenziale serie di fattori il cui impianto (logico) non crolla nemmeno davanti al fatto che lei stessa si dichiara «vegetariana da oltre 20 anni»
Sono quelle di cui parla Ana Vasconcelos, titolare di Belcinto e vicepresidente dell’associazione portoghese di categoria (APICCAPS) e si muovono tutte attorno alla ragione per cui la pelle è il materiale di riferimento per la pelletteria (e non solo). Anche per chi, come lei, da più di 20 anni è vegetariana
È molto, molto semplice: le alternative alla pelle che sostengono di essere meglio della pelle sotto qualsiasi punto di vista, non lo sono. A dirlo, ovviamente, non siamo (solo) noi, ma (soprattutto) lo studio FILK che presentiamo nelle prossime pagine
La notizia è che Hermès sperimenta in un modello di borsa un materiale bio-based: né più, né meno. Eppure, c'è bisogno di cautela nel modo in cui se ne parla
I giornali italiani e internazionali, trattando della Victoria Bag di Hermès in Sylvania, erano davanti a un banco di prova. Hanno fallito
Una cover story dedicata a chi, giovane o emergente, non si è lasciato spaventare dal Coronavirus. Ma ha deciso di puntare, anche in un contesto difficile, nel suo sogno in pelle
Argentina di nascita, newyorchese d'adozione, ha sempre sognato di fondare un proprio marchio di accessori. La pandemia, in fin dei conti, le ha fornito il tempo necessario di dedicarsi al proprio progetto
Trasformare un hobby in un lavoro. Lanciare il proprio marchio alla vigilia della pandemia. Coupland Leather sta andando bene, ma il fondatore non vuole parlarne come di un miracolo
Sonja Höchli e Thomas Odermatt hanno rispettivamente 33 e 31 anni. Pensavano al loro brand di calzature da tempo. La pandemia non li ha fermati: nel 2020 hanno lanciato Bold Matters
I fratelli Filippo e Tommaso Grossi lanciano MUTH. E portano nella nuova esperienza tutta la loro conoscenza della pelle e della sua circolarità
Ai primi del 2020 BGBL era un marchio in rampa di lancio. Ma pur sempre una startup. La pandemia poteva compromettere tutto: la designer Elisabetta Viola ha approfittato dello stop per programmare la ripartenza
Ci abbiamo provato, ma non abbiamo trovato traduzioni ugualmente efficaci della definizione che dà il titolo a questo articolo. L’ha coniata British Vogue per descrivere l’approccio stilistico (e non solo) di Daniel Lee, dal 2018 direttore creativo di Bottega Veneta e artefice del suo ritorno, trionfale, sotto i riflettori del fashion system. Riflettori che non si sono abbassati nemmeno nel 2020. Anzi…
L’addio (se di addio si può parlare) di Bottega Veneta e Daniel Lee ai social eleva l’eterno dubbio amletico a una nuova dimensione e, da scelta, si trasforma in un’ambivalente e coesistente possibilità. Perché l’assenza, in un mondo dominato dal marketing e dall’algoritmo, può essere più virale (sia online che offline) della presenza. In questo articolo vi spieghiamo perché
Ma lo diciamo alle nostre condizioni. Non ci sono solo griffe che imboccano la strada del revisionismo social/digitale, come Bottega Veneta. Altre accettano la dimensione online come una necessità, ma la sfidano cercando di ridefinirne i codici. Come nel caso di D&G e Prada
L'acquisizione di Stone Island ha fatto rumore e ora Ruffini è sulla bocca di tutti. Ma il colpo è stato progettato con calma, come tutte le svolte della sua carriera, Moncler inclusa. Perché, sin dagli esordi negli anni '80, a Remo la velocità non è mai piaciuta
Un brand che vuole essere sinonimo di capospalla, certo. Ma Moncler non è solo questo: è, anzi, un'azienda che da sempre si spinge oltre i propri confini (con Ruffini ancora di più)
Ruffini ha in mente un «polo dell'abbigliamento italiano». Ne faranno parte solo Moncler e Stone Island? Se ha intenzione di andare avanti con le acquisizioni, ha solo l'imbarazzo della scelta
Cina ed e-commerce. Asia-Pacifico e attività digitali. Sono le parole chiave della ripresa.. Il business già si muove in direzione del web e dell'Oriente.
Il coronavirus è per le imprese italiane della moda una minaccia epocale. Ma non per questo invincibile. Gli strumenti per reagire ci sono
Azzurra Morelli spiega la strategia di aggregazione industriale condotta da Pellemoda. Perché la strada delle sinergie può aiutare tutti, sia i piccoli che i grandi operatori del made in Italy
Ognuno affronta la crisi dalla sua prospettiva. I problemi del retail non sono gli stessi della manifattura moda. Ma sono molto simili. Per i player indipendenti le soluzioni passano da due leve competitive: autonomia e comunità
Lo sbandieramento mediatico della rinuncia al coccodrillo e qualsivoglia pelle esotica per ragioni definite “etiche” da parte di chi, con questa rinuncia a ben poco rinuncia
La legge federale USA sconfessa il California Penal Code e fa crollare il castello di carta che metteva al bando «vendita e commercio di pelli (e prodotti in pelle) di coccodrillo e alligatore». Un precedente importante, non solo dal punto di vista legale
Sembra che per molti marchi sbandierare l'addio alle pelli esotiche sia diventato un semplice strumento di marketing. Sacrificio industriale? Piccolo. Ritorno di immagine? Utile
Da una parte le parole di Richemont, più volte ribadite e circostanziate all’utilizzo delle pelli esotiche. Dall’altra, quelle di Louis Vuitton, il cui CEO mette nero su bianco perché la griffe utilizza pelli di ogni genere (e anche pellicce)
5 case d’asta più importanti al mondo hanno battuto luxury bag griffate per un valore complessivo di 26,4 milioni di sterline
La luce oltre la soglia è quella di A New Point of View, lo special format di Lineapelle, svolto a Fieramilano Rho il 22 e 23 settembre 2020. Più precisamente da quella porta si irradia la luce dell'arena dove sono state presentate le tendenze invernali 2021/2022.
alcuni scatti da Lineapelle - A New Point of View, Micam, Mipel, TheOne (affiancate a Homi Fashion & Jewels)
Puntiamo l’attenzione su Milano e Parigi. Primo, perché sono le due fashion week che hanno espresso in modo evoluto, costruttivo, soddisfacente la loro nuova dimensione phygital (al punto che dichiarano di non poterne più fare a meno).
Covid o non Covid, la manifattura mondiale vive un riassestamento degli equilibri produttivi. Che poi questo 2020 stia ridefinendo il senso del cosiddetto reshoring è un ulteriore dato di fatto. Ma, anche, una fonte di speranze disattese.
Covid ha riportato d’attualità (in un modo, forse, concretamente effimero) la possibile urgenza del reshoring. Ma si possono rilocalizzare in Italia, Francia, in Occidente, produzioni distribuite in decenni ovunque i costi siano inferiori?
Quello sul reshoring, ormai, è un eterno dibattito che Covid-19 ha rimesso in primo piano. Facendo riemergere, tra speranze e delusioni, la consapevolezza che la filiera corta ha ben più di una virtù
La guerra commerciale con la Cina non ha favorito il reshoring calzaturiero negli States. Anzi, ha creato al settore problemi aggravati ora da Covid-19. Matt Priest (FDRA) spera che la Casa Bianca cambi strada
Non è un romanzo poliziesco. Nemmeno un film western. È la figurazione più semplice e immediata di un evento che incredibilmente ci permetterà di ricordare questo maledetto 2020 anche in modo positivo. L'unico, probabilmente. In nome della Legge e in Italia la pelle è pelle.
Una vittoria storica per UNIC - Concerie Italiane, che, «con orgoglio», vede premiata la sua determinazione. Una pietra miliare normativa per la pelle, che ora ha tutti gli strumenti per difendere se stessa e il consumatore da chi ne usa, a sproposito, il nome
8 domande, 8 risposte per definire, in sintesi, l’orizzonte normativo disciplinato dal Decreto Legislativo n. 68 del 9 giugno 2020. Più un dato, che spiega con particolare efficacia perché questo DL è ben più che necessario
Cotance saluta con favore il Decreto Pelle approvato in Italia. E augura che possa innescare un cambio di passo anche in Commissione Europea
La battaglia contro tutti i volontari utilizzi fuorvianti della parola “pelle” si preannuncia immane. E la sua complessità non deriva tanto da chi, in modo manifesto, abusa della terminologia ed è (davvero) animal free. Quanto da brand, spesso illustri, che mischiano le carte. Vi facciamo alcuni esempi
«In questo momento non c’è mercato, non c’è desiderio per la moda che credo abbia bisogno di andare in letargo», risponde a distanza Tom Ford.
Voglia di cambiare c'è: bisogna intendersi sul come. Per capire l'aria che tira nell'alto di gamma bisogna saper leggere le dichiarazioni dei protagonisti. Lo facciamo con Susanna Nicoletti, consulente delle griffe e docente universitaria
Covid cambia tutto, anche (e soprattutto) l’approccio delle griffe alla creazione delle collezioni, alla loro cadenza temporale, al modello delle sfilate. E la scelta che stanno facendo potrebbe essere, davvero, saggia. Il perché ce lo spiega Luca Solca (Bernstein)
Il rapporto con la pelle e con la nuova, possibile e (da molti) auspicata tempistica della moda rafforza l’idea creativa di Daniele Calcaterra. Lo stilista ce la spiega in questa intervista
La pandemia ha imposto alla lumaca, al nostro presente, a noi un’accelerazione per certi versi indesiderata, soprattutto perché percepita come forzata
Il canale digitale e il mercato cinese sono per il prodotto in pelle italiano la frontiera da conquistare. È vero per i grandi brand, ma soprattutto per i marchi indipendenti. Parola di Christina Fontana, Head of Fashion and Luxury - Europe di Alibaba Group
MyTuring è una startup pisana. Offre un servizio di showroom virtuale che può accompagnare le concerie nella svolta digitale
La pandemia impone la migrazione delle sfilate sulle piattaforme di streaming. Dopo l’esempio di Shanghai cambiano modello anche Milano, Parigi e Londra. Funzionerà?
Covid-19 ha rivoluzionato le modalità comportamentali dei consumatori. Per agganciarli, la strategia digitale diventa inevitabile. Ma a una condizione: “Abbattendo le barriere tra i canali online e offline”. In altre parole: unified commerce
Bianco, perché è tutto da pensare, costruire, scrivere. Tutto da scoprire nelle sue ipotetiche evoluzioni imprenditoriali e produttive, personali e sociali, psicologiche e comportamentali. Tutto da capire nel modo in cui, inevitabilmente e forzatamente, saremo costretti a cambiare. In che modo, abbiamo chiesto di immaginarlo a un gruppo di protagonisti della filiera della pelle.
Il contesto competitivo del mercato è mutevole per definizione. La fashion industry non può, poi, essere immune dai grandi eventi che stravolgono (nel bene o più spesso nel male) la nostra vita. Ma proprio perché ci è passato tante volte, tutto si può dire degli imprenditori della pelle, tranne che sono inesperti
«La vera domanda è quanto continuerà questa situazione», perché il «primo quadrimestre è stato uno dei peggiori periodi per il lusso dal punto di vista economico». Intervista a Mario Ortelli (managing partner di Ortelli&Co)
Cinesi e sceicchi che fanno shopping di aziende e brand in tutto il mondo. Brand, griffe, multinazionali, fondi, concerie e chi più ne ha più ne metta che continueranno oggi e domani ad acquisire, farsi acquisire e dare vita a conglomerati finanziari e produttivi. E lo faranno, soprattutto “i piccoli”, per «mettere in sicurezza il proprio business e il proprio futuro».
Cronologia di un anno, il 2019, durante il quale il fenomeno delle acquisizioni ha rivoluzionato l’assetto della filiera pelle e lusso, cambiandone confini e connotati. Un fenomeno che, tra l’altro, riserverà sorprese anche nel 2020
Quali sono le prospettive per le aziende indipendenti del made in Italy? E per quelle, invece, che lavorano per i grandi gruppi internazionali, senza farne parte? Ne parliamo con Romano Benini, saggista, docente e autore TV
Che cosa accomuna brand come Salvatore Ferragamo, Prada, D&G e Paul Smith? Essere rimasti (a vario titolo) autonomi. Essere gelosi della propria libertà. Ma essere sempre al centro di rumor: prima o poi capita
Le tecnologie digitali sono responsabili del 4% delle emissioni di gas serra», percentuale che potrebbe raddoppiare entro il 2025. «Nel suo complesso, Internet è responsabile di circa il 7% del consumo energetico globale. Peggio ancora: la sua fame di elettricità sale dell’8% ogni anno che passa».
Al diesel, alla pelle, alla pelliccia, alla plastica e all’agricoltura industriale. La ricerca di soluzioni facili ha spinto tutti fuori strada. Si sono persi di vista i valori più importanti: per l’industria, certo, ma anche per la società. Quali? La concretezza delle proposte e la coerenza coi risultati
Le soluzioni facili hanno maggiore presa sull’opinione pubblica. Mentre l’ambientalismo assume prosa da propaganda millenaria. Chicco Testa spiega perché, oggi, il razionalismo non è più di moda
Quelli “concretamente green” dell’industria conciaria italiana sono analizzati e raccontati nella 16esima edizione del Rapporto di Sostenibilità redatto da UNIC-Concerie Italiane. E si allineano alle direttrici dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Cioè, agli SDGs: Sustainable Development Goals
Alla concia si chiede di stringere i denti e di mettere in campo tutte le proprie risorse. Perché il ritorno di stagioni positive non è poi così lontano
Liz Alessi, vice president con delega al Materials Development, ci definisce il senso, oggi, della pelle, in un mercato attento al processo e alle prestazioni, quanto al fashion
Un anno positivo. Per certe griffe, certi prodotti, certi fornitori. Ma il business è selettivo: super-polarizzato tra chi ce la fa e chi no
La sfida del lusso, a volerla ridurre ai minimi termini (o massimi, visti i valori in campo), finisce quasi sempre per essere giocata a Parigi
La cultura pop recupera i codici stilistici del passato. La moda segue la scia. Guadagna spazio l’abbigliamento in pelle, dall’alta moda in giù
La filiera della pelle è condannata a rimanere nell’ombra. Anzi, è chiamata a costruire una rete di valore e di conoscenza
Un anno di fatica, ma che può segnare la ripartenza del mercato della materia prima. Una conceria per il leader italiano della carne? Finora non ce n’è stato bisogno
State sereni: la giostra delle fantasiose alternative alla pelle non finisce mai di girare. Come sempre, designer e inventori da tutto il mondo lanciano sul mercato tessuti e prodotti ricavati da materie prime nuove, con qualità nuove, da lavorazioni nuove.
Aziende familiari ancora alle prese col passaggio di consegne dal fondatore ai figli. Dinastie che hanno già assistito alla staffetta tra più generazioni. Casate secolari. La filiera della pelle è composta da family business che quotidianamente si interrogano sul tema: quale assetto societario garantisce il futuro più solido all’impresa?
È ora che i family business cerchino nuovi partner? Un saggio dell’Università Cattaneo sull’impresa calzaturiera italiana solleva il quesito. La risposta non è la stessa per tutti
Il tessuto imprenditoriale italiano, in particolare quello dell’area pelle, si basa su una diffusa matrice imprenditoriale di famiglia chiamata, in questa fase storica, a decidere del suo futuro.
Far entrare (come spessissimo è già accaduto) le nuove generazioni. Lanciare la sfida del consolidamento aprendo il capitale a investitori esterni.
La filiera della pelle deve darsi la priorità dell'innovazione, perché è un percorso nel quale o si pone come protagonista attivo, oppure rischia di diventare oggetto passivo del protagonismo altrui.
Innovation Training (9-15 luglio) ha portato i conciatori europei a scoprire le eccellenze della ricerca di Boston e New York. Sembra un mondo lontano, non lo è
Alcuni dei protagonisti di Innovation Training raccontano la propria esperienza. A Lineapelle (2-4 ottobre) l’Innovation Square getta le basi per il futuro
La pelle e il suo processo sono intrinsecamente disruptive perché circolari per definizione. E a Lineapelle 97 un’area pensata per promuovere questa virtù spiega perché
Le griffe fanno da sole. Le scuole registrano il tutto esaurito. La domanda delle aziende aumenta. I corsi si moltiplicano e non sembrano bastare. Ma cosa pensa chi, studiando, ha trovato lavoro? E chi insegna? La storia di copertina di questo mese è dedicata a loro
Giorgio Testi è un “artigiano formatore”. Gira l’Italia e il mondo per spiegare tutto della pelle e di come “piegarla” alla propria idea creativa. Conosce molto bene il volto e le motivazioni di chi affronta laboratori, workshop e relativi percorsi di studi. Questa è la sua testimonianza
Studiare serve. E apre le porte del mondo del lavoro. Lo dimostrano le interviste a Federico Volpato e Ginevra Montevidoni. Due ragazzi che dai banchi di scuola sono entrati a pieno titolo nel team di un calzaturificio veneto e di una conceria toscana
A Scandicci, nel pieno del suo boom industriale, Gucci (controllata dai francesi di Kering) ha aperto la sua ArtLab (in foto): è la cartolina perfetta della stagione in corso.
Il rischio di disinvestimento per le manifatture Italiane controllate da gruppi francesi non c’è. Qualche certezza in meno, invece, per i terzisti. Le opinioni di Mario Ortelli (Ortelli&co) e Flavio Cereda (Jefferies International)
Marche, Abruzzo, Campania (e non solo) l’onda terzista non bagna solo Scandicci, ma “oltre distretto” i timori che sia un evento “positivamente transitorio” sono maggiori. «Non ci sono alternative»
Quella del conto terzi, per la scarpa italiana, è una scelta obbligata, crescente, che si esplicita in forme varie ed eventuali. E che non è più vista come “un mezzo fallimento”
Soffia anche sulle quattro ruote il vento del marketing vegano, che vuole assimilare le auto elettriche alla sua idea di sostenibilità. Ma il mercato è più complesso della propaganda
Chi pretende che il nuovo mercato delle auto, quelle elettriche e ibride, sia leather free si sbaglia di grosso. Green e sintetico non sono sinonimo, ammoniscono i conciatori. Mentre, checché ne dicano i polemisti, la sostenibilità della pelle è certa
Tra nuove forme di alimentazione e digitale, l’auto sta cambiando. Con lei il design degli interni: le priorità dei consumatori, ormai, non sono più le stesse. Giacomo Rossi (Frost&Sullivan) ci aiuta comprendere prospettive e insidie per la pelle
A stilare il ranking dei “magnifici 10” interni è stato wardsauto.com, portale leader global in quel particolare ambito che si definisce “automotive intelligence”
Il confine è molto labile. In certi casi nemmeno esiste più. Per auto, moda e accessori la parola d’ordine è contaminazione. E questi esempi la raccontano in modo particolarmente significativo
L’Italia è il primo Paese del G7 ad aderire alla Belt and Road Initiative. La firma del memorandum, però, è stata un terremoto politico
La moda italiana non teme la concorrenza cinese, anzi. Ma, in vista della Nuova Via della Seta, chiede a Roma e a Bruxelles termini chiari per una concorrenza leale
La Cina non è più una minaccia per la moda italiana, anzi. Per questo la Nuova Via della Seta è un’opportunità: se ne convinceranno anche gli scettici. Parola di Mario Boselli
Autorità e associazioni di imprese cinesi rassicurano: «Non intendiamo competere, ma coesistere ognuno nel rispettivo ambito». Mentre per i clienti della Repubblica Popolare l’etichetta Made in Italy rimane imbattibile
Che fine ha fatto il medio? Stretto nella morsa della concorrenza asiatica e dei grandi gruppi, il segmento (in tutte le sue sfumature) è scomparso dai radar. A discapito della filiera della pelle
Il caso del calzaturificio Cerutti: scarpe italiane per il mass market che riescono a competere con il web e l’Asia nonostante «un dumping spaventoso». Come?
Danilo Aliti, dopo aver lavorato in gruppi del premium e dell’alto come Tod’s e LVMH, è approdato in Frau. Perché? È certo che sul mercato si stiano aprendo spazi nuovi
Il medio è morto: viva il medio. Un certo tipo di produzioni e la relativa serie di esperienze commerciali di successo, riescono ancora a crescere, ad avere successo, a ritagliarsi una solida fetta di mercato. Anche in Italia. Come Primadonna. E non solo
Uno potrebbe pensare (tra le tante possibili cose): «In questo modo si può continuare a cambiare senza aver paura di sbagliare: meno stagioni o senza stagioni è sinonimo di libertà». Un altro, invece, potrebbe dire: «Beh, senza stagioni può diventare un alibi per fare sempre la stessa cosa». Diego Della Valle, patron di Tod’s, invece,...
Stagioni sì, stagioni no, stagioni forse. Alla “provocazione” di Diego Della Valle rispondiamo dando voce a tutte le anime della filiera della pelle. E il risultato è meno scontato del previsto
La customizzazione di massa promette di liberare il processo produttivo dalla stagionalità delle collezioni e al contempo la filiera della moda dal rischio stock, fornendo al cliente una calzatura su misura. «Ora i tempi sono maturi»
Tradizionalmente associato Alla sapienza manuale, anche il lavoro nella filiera pelle-tessile- calzatura cambia sotto l’impulso della quarta rivoluzione industriale. Un progetto europeo spiega di quali figure professionali ha bisogno il settore
Rinunciare alle pelli esotiche è un gesto responsabile? No, perché si mettono a repentaglio progetti di conservazione e in ginocchio comunità locali. “Quella di Chanel è una scelta pigra”: Daniel Natusch di IUCN spiega perché
"Sono spesso strategie di marketing, non sono motivate da mancanza di fiducia nel settore. I principali marchi e gruppi del lusso cooperano con noi per raggiungere standard sempre più alti, superiori anche ai regolamenti", dice la Fédération Française des Métiers de la Fourrure
Intervista a Karl Flowers, direttore tecnico di Authenticae: "Sintetici e pelle, però, non si possono neanche confrontare quando si parla di fine ciclo, quando i primi necessitano di un enorme quantità di tempo per essere smaltiti"
Tanto ne dicono, poco ne sanno. Ma “i giovani”, secondo Francesco Morace, acquisiranno velocemente una maggiore consapevolezza della sostenibilità. Con una serie di conseguenze da tenere presente e valutare
Dai residui di concia alla quotazione in Borsa. Il percorso di SICIT 2000 dimostra come l’industria della pelle crei valore (a 360 gradi) anche dai suoi rifiuti
Elvis & Kresse è un brand di pelletteria fondato nel Regno Unito nel 2005 con la mission di riutilizzare i materiali. Dal 2017 è partner di Burberry in un progetto che dà nuova vita agli scarti di rifilatura
Cinque anni con un ritmo di crescita straordinario. Golden Goose “è diventato un’icona” e realizza le sue sneaker a mano, in Riviera del Brenta, dove l’anno prossimo aprirà un’accademia “per insegnare un saper fare che non va perso”
La calzatura sportiva come una religione: attira schiere di nuovi adepti, ma non a tutti garantisce l’accesso in paradiso. Tra questioni di prezzo e di brand, molti proseliti italiani finiscono per produrle all’estero oppure rinunciano e soffrono
Restaura, rimette a nuovo, reinterpreta. La scarpa sportiva merita un trattamento artigianale. Il lombardo Jacopo De Carli l’ha capito per primo
Una maniera per ribaltare il punto di vista e provare a smantellare un luogo comune. La propone il Consorzio Cuoio di Toscana. “Anche la scarpa di ultima generazione ha la suola in cuoio: che sia una décolleté gioiello, una stringata da uomo o una sneaker trendy, con dettagli fluo o in pelle liscia e varianti...
Anche i suolifici, che dovrebbero godere della “rivoluzione leggera” della sneaker, si lamentano. Premiato solo il lusso: il medio è sparito oppure è asiatico
Anche chi si professa contro l’egemonia della sneaker, alla fine o le indossa o le mette in collezione. Mentre qualcuno sospetta che la corsa della sportiva stia iniziando a rallentare, proviamo a capire in che modo il suo boom ha stravolto (in modo strutturale) gli equilibri della filiera
Chiamiamola per quello che è: evoluzione della specie calzaturiera. Quella della sneaker è la rivoluzione del Terzo Millennio.
Dal caso di C.M. Cantini Mario, che ne aveva pianificati 9 prima di correggere il tiro e optare per il contratto di solidarietà, a quello di Bally Studio, che all’improvviso ne ha stanziati 55, “licenziamenti” è il trend topic dell’inverno 2025: purtroppo
Non è un gioco di parole, ma semplicemente una frase che si arrotola su se stessa come stanno facendo la moda e il lusso. Succede da quando hanno trasformato i normali e periodici avvicendamenti dei loro stilisti in un forsennato e ansiogeno fenomeno di scambismo
Tanner Leatherstein, Kyle Gross, Yusuf Osman e Ben Geisler sono i quattro frontman del progetto Is It Leather? e condividono lo stesso obiettivo: raggiungere il grande pubblico sul web e spiegargli, in maniera chiara, che cosa è e quanto vale la pelle
Tra chi «ha perso la fiducia nelle istituzioni» e chi «si sente tradito due volte», quello del credito d’imposta rischia di essere ricordato come una storia pericolosamente kafkiana
La crisi picchia durissimo. In Toscana, in particolare, la situazione pare alla soglia del non ritorno
I costruttori europei sono sotto scacco: l’UE impone la transizione energetica, mentre il mercato si rimpicciolisce e la competizione cinese è feroce
Si va verso il rinvio di 12 mesi dell’entrata in applicazione dell’EUDR. Bene, ma il risultato ottimale resta l’esclusione della pelle bovina dall’Annex I
Cosa cambia in conceria con l’ingresso nei processi produttivi dell’Intelligenza Artificiale? In che modo un’attività che ha trasformato in senso industriale il suo millenario approccio artigianale può entrare – già oggi – in una dimensione futuribile?
Classe 2000. Figlio e nipote di conciatori. Creatore del brand Demiurgo, che ha la pelle incisa nel DNA e che si pone - tra i tanti - un obiettivo ambizioso, ma sostanziale: approcciare i giovani consumatori, facendogli scoprire la pelle
40 anni fa si producevano nel mondo 8,8 miliardi di paia di scarpe. L'Europa ne sfornava il 34,1%, l’Asia il 45,4%. Oggi è made in Europe appena il 2,8% dei 22,4 miliardi di paia confezionati nel 2023: l'87,1% è asiatico
A Milano e a Parigi, come a New York e a Londra, le griffe dimostrano l’esigenza di sovvertire le strutture e ripensare i significanti. Senza tralasciare, paradossalmente, il lavoro di ricerca in archivio
Lineapelle non è solo la più grande fiera della pelle e dei materiali per il fashion, ma con Lineapelle Designers Edition è anche la vetrina per i designer che con la pelle ci lavorano veramente
Dal 14 al 19 settembre la metropoli lombarda e Fieramilano Rho tornano ad accendersi con le fiere di riferimento internazionale della filiera della moda e del lusso. Lineapelle, Micam, Mipel, TheOne aprono le porte al mondo
Siamo stati ad Arquata del Tronto, nel calzaturificio che Diego e Andrea Della Valle hanno costruito dopo che il piccolo paese in provincia di Ascoli Piceno è stato devastato dal sisma del 2016. È «un gioiellino. Un esempio per la nostra filiera»
Il 4 luglio, allo Spazio Lineapelle, i riflettori si sono accesi sulla creatività in progress degli studenti di 10 atenei fashion italiani di altissimo profilo. Quella di Lineapelle Young Designers Edition è stata una sorta di supersfilata che ha colto nel segno, mettendo in evidenza il significativo grado di maturità stilistica degli studenti coinvolti. Con la pelle in primo piano
Unic - Concerie Italiane celebra il 20 giugno a Milano la sua Assemblea Annuale e definisce il perimetro di una crisi che «ha assunto complessità e radicalità che ci hanno colto impreparati e nell’impossibilità di trovare soluzioni appropriate, almeno fino ad ora», dice il presidente Fabrizio Nuti
Nel 1954 il CAI chiese alla Conceria Presot di fornire il cuoio necessario alla realizzazione dell’intersuola per 800 paia di scarponi. «Accettammo per partecipare al senso di riscatto del Paese dopo la Guerra», racconta oggi Eugenia Presot
La concia europea con Cotance ha appurato il carbon footprint medio delle pelli bovine
Vestire Katy Perry è un exploit che non deve stupire, quando si parla di Francesco Murano, stilista emergente che dal 2020 a oggi ha fatto incetta di premi
I dati dell’impegno femminile nel fashion system italiano, specie nei ruoli dirigenziali, sono in sensibile miglioramento
La dimensione del brand torinese Brutus è unica nel suo genere. Unica per il modo in cui sviluppa (soprattutto) giubbotti in pelle
Tre giovani dipendenti di Tod’s ci raccontano il senso della loro decisione di lavorare in manovia
Approvato dalla Commissione europea nel 2023, il regolamento EUDR 2023/1115 entra in vigore dal primo gennaio 2025. Ideato con il nobile scopo di porre un argine alle pratiche di deforestazione e degradazione del suolo, mette la concia in stato di allerta
C’è un’enorme distanza tra l’esposizione mediatica di Stella McCartney e il volume (nonché la qualità) del business generato dal brand che porta il suo nome. In quali altri ambiti gode di tanto prestigio chi, a conti fatti, non riesce nel proprio lavoro?
Il cosiddetto “pandoro-gate” ha messo a dura prova la credibilità di Chiara Ferragni (e quindi il giro d’affari della sua attività di testimonial), costringendo il sistema della moda a riflettere sul modo migliore di impiegare le influencer quando il mercato è in trasformazione
La collezione Icon Up di Ferragamo e, soprattutto, le polemiche su Coach dimostrano che oggi l’opinione pubblica apprezza le iniziative circolari (e odia gli sprechi)
La voce corre lungo la supply chain della moda: i grandi gruppi sarebbero più “fedeli”. Un fenomeno che incontra due spiegazioni: una opportunistica, un’altra positiva
La conceria si appresta a completare il trasferimento nel nuovo opificio. Uno stabilimento concepito e costruito per essere all’avanguardia in quanto a responsabilità ambientale e sociale, nonché per la sicurezza e la qualità della produzione
Il giro di settembre delle sfilate dedicate alla moda femminile si è concluso celebrando un ritorno in presenza che ha stupito per un’esplosione creativa e concettuale
A colloquio con Marco Calzoni: «Con Margherita restituiamo alla pelletteria italiana un suo protagonista. Vogliamo essere all’altezza della storia del marchio con una proposta di assoluta qualità»
I saloni di Milano, riferimento internazionale per la filiera della moda, del lusso, del design, riaprono i loro spazi espositivi a Fieramilano Rho
Giugno 2021 ha celebrato il ritorno (ibrido nella modalità, nella massima sicurezza anti-Covid per necessità) sulle passerelle della moda maschile
La società, parte del gruppo internazionale HCP (Hermès Cuirs Précieux), spiega la strategia di espansione a Ponte a Egola, dove apre showroom, magazzino e Innovation Hub in collaborazione con Tonilab25
Per Loro Piana gli accessori sono un interessante fronte di sviluppo. Per questo la griffe italiana, controllata dal gruppo LVMH, ripone grandi aspettative su Sesia, borsa ideata per incarnare nella pelletteria i valori del brand.
L’avreste mai detto che nei reflui dei bottali ci potesse essere qualcosa di funzionale al restauro dei marmi rinascimentali? L’intervento con tecnologia ENEA presso le Cappelle Medicee di Firenze dimostra che è così
I riscontro di un trend di ritorno alla positività che genera rassicuranti prospettive per il lusso e tutta la manifattura che ne esprime la dimensione identitaria
Una spedizione di camicie Uniqlo ferma nel porto di Long Beach da gennaio racconta una storia: quella della difficile posizione della moda nei confronti della questione uigura
Possiede concerie, come (in Italia) Masoni. È impegnata lungo tutta la filiera dei materiali animali e sostiene progetti di conservazione delle specie. Usa le pelli esotiche e, con Fendi, la pelliccia.
È la tecnologia che può portare i progetti di tracciabilità alla massima espressione. Non solo: mettendo a disposizione del cliente una più ampia gamma di informazioni sul prodotto, ne prolunga il ciclo di vita
Tra Milano e Parigi, le sfilate femminili “a distanza” dedicate all’inverno 2021/22 si sono mosse lungo sentieri a volte fiabeschi, a volte surreali.
Espressioni creative di puro lusso, dove la pelle ha materializzato un istrionico immaginario
C’è chi si dice convinto, fornendo dati vari ed eventuali, che la pandemia abbia sconvolto in modo talmente profondo i consumi, che per la classica décolleté non ci sia quasi più spazio.
La pelle cavalca con l’Uomo e gioca un ruolo da protagonista sotto i riflettori delle ultime sfilate, rigorosamente svolte in modalità digitale. Le collezioni presentate a gennaio tra Milano e Parigi hanno aperto (o riaperto) nuovi panorami creativi e stilistici alla moda maschile.
Il Decreto Pelle, entrato in vigore a fine ottobre, finalmente regolamenta l'utilizzo dei termini pelle e cuoio. Ma adesso molte concerie stanno ricorrendo al certificato di «cuoio ecologico» di ICEC. Perché è giusto offrire garanzie sulla sostenibilità del proprio prodotto. E perché bisogna abbattere l'ultimo totem del marketing vegano. L'ecopelle è il derma animale conciato secondo i parametri della norma UNI 11427, non il materiale alternativo
Complici le misure di social distancing e la seconda ondata, in tutto il mondo la gente passa più tempo tra le mura domestiche. E, per questo, decide di spendere nell'interior design, a beneficio della pelle
L’importante è collaborare. Se un paio d’anni fa qualcuno (noi compresi) iniziava a nutrire dubbi sulla tenuta della sneaker e del suo boom, oggi questi dubbi lasciano spazio a una rinnovata consapevolezza
Torna, soprattutto la pelle. Per il suo essere un materiale di recupero e, quindi, la nobilitazione di uno scarto altrui. Per il modo in cui sono rigenerati e trasformati i residui del suo processo produttivo.
Avevamo definito il 2019 come “l’anno delle acquisizioni”. Beh, nonostante Covid (o, forse, anche a causa sua), il 2020 non è stato da meno. Tra colpi miliardari e operazioni di controllo della filiera, la corsa allo shopping di aziende non si è fermato. E, c’è da esserne quasi certi, continuerà
La storia di Bimac è un esempio di adattamento evoluzionistico calzaturiero che, oggi, ha trovato la sua dimensione ideale nel terzismo per brand di nicchia. Per loro produce sneaker che, potendo, farebbe solo e soltanto in pelle…
Arrivano dalla Svezia. Pensavano di produrre la loro (complicata) scarpa in Portogallo, usando pelli made in Italy. All’ultimo minuto, però, Bay and Wall ha optato per l’artiginalità marchigiana. I fondatori Oskar e Viggo Lagerwall ci spiegano perché
Cacciare animali selvaggi. Lavorare le loro pelli. Venderle agli altri avatar per diventare il numero 1. Anche la concia può essere un gioco. Anzi, un videogioco.
Storia, produzione e sfide di C&T Pelletterie, azienda veneta giunta alla quarta generazione, producendo al 90% per le griffe
È quella che racconta il caso di “reshoring esemplare” di Sue Wyss-Kwan, fondatrice del marchio olandese di pelletteria Su.B. La decisione di produrre in Cina, la profonda delusione, l’arrivo in Italia. Dove ha trovato (per 1.000 motivi) il partner produttivo ideale e dove ora ne cerca un altro
«Siamo i sarti della calzatura» dice Fabiola Vita, da 30 anni, con Viesse, terzista per una scelta strategica che continua a dare i suoi frutti. Anche oggi
Savannah Yarborough ha fondato Atelier Savas con l'intenzione di portare in ogni giacca lo spirito di Nashville, The Music City. Consapevole che la pelle (italiana) è il materiale perfetto per lo scopo
Nasce come bottega da calzolaio, nel 1880. Si converte alla pelletteria, a fine anni ’60. Diventa il riferimento per le case automobilistiche nella produzione di bagagli in pelle custom made. Ecco la straordinaria storia italiana di Schedoni
Dopo 24 anni nella US Army, Natasha Norie Standard cambia vita, “studia calzatura” a Milano e fonda il suo brand, che produce tra Vigevano e Napoli. Questa è la sua storia
È quello di Werner Christ, brand tedesco che usa solo le pelli della sua conceria (che è in Uruguay) e produce nella manifattura di proprietà (che è nelle Filippine). Altissima qualità, massima sostenibilità: a 360 gradi
È quella di Chapal, brand nato in Francia come conceria nel lontanissimo 1832, diventato iconico per un certo tipo di total look maschile e arrivato a dare lavoro a più di 1.300 persone. Oggi sono molte, molte di meno. Ma, anche questa, è la sua forza. La nostra intervista a Jean- François Bardinon
A volte ritornano. Dalla Gran Bretagna rinasce la pelle di Connolly, conceria che nel ‘900 di strada ne ha fatta parecchia (nel vero senso della parola), ma poi si è persa. Ora riparte dalla sua storia. E dal suo DNA
Morbida, resistente, piacevole al tatto. Magari profumata e, certo, dal retaggio nobilissimo. Per ragioni di marketing, lo sappiamo, anche le case automobiliste si attrezzano per rispondere a quella quota di pubblico che preferisce i tessuti. Ma la pelle si conferma il materiale elettivo per le supercar di altissima gamma
Le relazioni commerciali internazionali sono, ormai, il teatro della furibonda macroguerra tra gli USA e il resto del mondo. Ma, nel suo “piccolo”, la pelle continua a essere penalizzata. Anche se la crisi sta facendo vacillare alcune annose certezze
La storia del Cuoio di Russia evoca molto di più di quella che potrebbe essere definita “la memoria della pelle”. È il racconto di un segreto avventuroso rimasto per quasi 2 secoli sul fondo della Manica. Un mistero che Elise Blouet-Ménard ha studiato per quasi 10 anni e risolto
Queste ultime stagioni ci hanno abituato a vedere la pelle bistrattata dal dirompente mondo dell’athleisure. Relegata in una dimensione problematica nel segmento della sneaker, che ha letteralmente divelto dalle sue fondamenta l’identità della calzatura. Pressoché mai utilizzata nelle collezioni di abbigliamento (più o meno) da palestra
Prendete i 5 profili che seguono come 5 schede. Ognuno presenta un brand che possiamo definire “emergente”. Come e perché lo scoprirete leggendo. Alle spalle di ognuno di essi c’è una donna (in un caso, tre). E, questo, è il loro primo denominatore comune. Il secondo tratto condiviso riguarda una scelta produttiva ben precisa. Scelta che, tra l’altro, tutti i brand considerati mettono bene in evidenza in interviste e sui loro siti web. Quasi come a dire: «Questa caratteristica è la nostra arma vincente». Usano tutti pelle italiana. E se ne vantano
In Argentina: camion su camion che scaricano pelli grezze da seppellire come rifiuti (perché quello sono, un rifiuto dell’industria alimentare)
Sei volti, sei personaggi per raccontare un anno difficile, complesso, preoccupante. Il 2019
Chi punta i riflettori sul processo, chi sul prodotto, chi sui risultati raggiunti: tutti sulla capacità di comunicarli. Alla domanda di copertina de La Conceria n. 10, conciatori, studenti di moda e addetti ai lavori rispondono con entusiasmo. La moda è incalzata dalla voglia e dalla necessità di nuovo. La filiera della pelle si conferma...
Luci verdi, luci rosse. Il mercato della pelle è attraversato da spinte contrastanti: a volte uguali, spesso opposte. Lineapelle 97 (Milano, 2-4 ottobre) è stata occasione per raccogliere le impressioni dalla viva voce dei conciatori
Il dato, se non è spiazzante, di certo stordisce. Il 2018 ha visto la manovia globale sfornare qualcosa come 24,2 miliardi di paia di scarpe.
Certo, produce sempre tantissimo, ma Pechino non è più il paradiso calzaturiero di una volta. E le ragioni, in una certa misura, rappresentano un paradosso
CHANEL rinuncia a cocco e rettili, la pelle non ci sta. «Non è la giusta visione della sostenibilità», «È una scelta economica: non durerà
Nessun sondaggio, questa volta. La nostra ultima copertina poneva una domanda che, una volta tanto, non richiedeva di schierarsi dalla parte del “sì” o del “no”. Questa volta ci aspettavamo di ricevere racconti di esperienze e motivazioni, tutte legate all’esigenza di chi, nel mondo della pelle, cerca o ha cercato lavoro. Così come quelle di chi sta dall’altra parte della cattedra, insegnando. Queste sono quelle che abbiamo ricevut
Fine agosto 2019: a Biarritz, il lusso si siede al tavolo del G7. François-Henri Pinault (patron di Kering), su invito di Macron presenta il Fashion Pact, la coalizione del lusso sostenibile. Ma “qualcuno” manca all’appello
Facile dire: è tutta colpa degli allevamenti bovini. Se poi sono intensivi, la colpevolezza è assicurata. La dannazione certa. La redenzione impraticabile. La corrente di pensiero veg, che possiede una capacità virale di contaminare la facoltà di pensiero dell’opinione pubblica, non ha dubbi a tal proposito. Sono la filiera della carne e, in particolar modo, l’allevamento i primi responsabili del riscaldamento globale. Bene: è un falso mito
La tenuta di Micam Un’edizione molto particolare quella di Micam, la fiera internazionale di riferimento per l’industria calzaturiera. Svolta a Fieramilano Rho dal 15 al 18 settembre, Micam ha celebrato la sua 88esima “replica” e, soprattutto, i suoi primi 50 anni di vita. 1.303 gli espositori, di cui 695 italiani e 608 internazionali, che hanno...
«Spiacenti, ma il cromo non è più strategico». Lanxess vende la divisione chrome chemicals ai cinesi di Brother. Cambierà qualcosa per il mercato?
Il mercato dell’Europa centrale non è immune al trend che affligge il resto d’Europa. Gli effetti colpiscono le selezioni basse più delle alte
L’ultima domanda di copertina ha creato scompiglio, dividendovi tra ottimisti e pessimisti. l boom del terzismo dovrebbe continuare, anche se…
Lo scorso 16 luglio, nella Big Apple, è andata in scena la quarta edizione di World Leather Congress. Un concetto riassume il senso condiviso di tutti gli interventi: l’identità e il valore della pelle hanno bisogno di una forma di narrazione più attuale, laterale e distruptive
Cercate una costante trasversale alla storia dell’umanità e alla sua evoluzione? Niente di più semplice. È la pelle. Ecco una breve, emozionante galleria di straordinari reperti archeologici che più dimostrano questa dimensione e ne confermano la sua intrinseca durabilità
C’è un materiale fondamentale alla base dell’armoniosa magia degli organi da chiesa: la pelle. E questo è il racconto di come gli umbri di Pinchi la trasformano in musica
Capitale Europea della Cultura per il 2019. Città millenaria che ha molto da raccontare per quanto riguarda la pelle. Benvenuti a Matera e nel nostro viaggio alla ricerca delle sue concerie scomparse
Dai macelli agli allevamenti, il mercato francese della carne vede diminuire il numero di player in attività. Per la pelle una possibile minaccia
La scoperta drammatica sarebbe stata osservarvi rispondere alla nostra ultima domanda di copertina che se un’auto è ibrida/elettrica allora non deve avere gli interni in pelle. Appurato, per fortuna, che ancora esistono certezze, Ora c’è da capire come reagire al marketing veg. Che si fa assordante
Nella fashion industry non è più possibile parlare schiettamente di argomenti come i materiali animali: lo dimostra l’intervento di Carlo Mazzi (Prada) all’ultimo Luxury Summit. mentre Angelo Cruciani (fondatore di Yezael) auspica il pluralismo. E lo fa da vegetariano
Dalla tragedia del Rana Plaza sono passati 6 anni. I ricercatori dell’Università di Sheffield si chiedono che cosa abbiano fatto le corporation della moda per mettere in sicurezza le proprie supply chain
Tre calzaturifici, una visione di crescita. New Footwears, Freres ed Esteban sanno di che cosa hanno bisogno per posizionarsi più in alto e aumentare gli standard. A cominciare dal network
La scarpa del tacco d’Italia si confronta con la sua evoluzione, investe in innovazione e cerca di trovare il giusto equilibrio tra una necessaria impronta industriale e un’anima artigianale «che farà sempre la differenza»
Caso che tanto strano non è. Semmai, è sintomatico di un certo vezzo mediatico. Quello, quando si parla di pelle, di andare in cerca della novità (forzatamente green) a tutti i costi. Così definendola anche quando non lo è
UE e Mercosur a fine giugno siglano una partnership commerciale che propone di rimuovere i dazi sull’import di calzature in pelle e le barriere all’export della materia prima conciaria in Sud America
Quanto se ne produce e dove. Con quali trend di mercato e di gusto. Viaggio intorno al mondo dell’imbottito in collaborazione con CSIL
La Belt and Road Initiative lascia perplessi. Non intimoriti, non rabbiosamente contrari, solo realisticamente diffidenti. Il vostro feedback alla domanda di copertina dello scorso numero rivela che nella maggior vicinanza di Pechino si nascondono (ancora) parecchie insidie
Lo chiamano “second hand”, ma corre più del “nuovo”. I siti di compravendita di accessori di lusso si moltiplicano e non è detto che per le griffe sia una cattiva notizia. Perché?
Una griffe che «possiede ancora molto potenziale da spendere in termini di offerta» e che, dal prossimo inverno, dovrebbe mostrare i primi risultati del suo rilancio. Bottega Veneta nell’analisi di Flavio Cereda (Jefferies) e Mario Ortelli (Ortelli&Co)
La concia di Amman ha un grande potenziale: la disponibilità di materia prima. Il settore è vivace e brama novità. Ma perché lo possa sfruttare appieno, ha ancora molta strada da compiere
La Giordania è un partner interessante per l’interscambio e per gli investimenti, assicurano i corpi diplomatici. Anche per il suo valore di hub regionale
Il rapporto ambivalente con Israele: ottimo per gli affari, ma limitante per la burocrazia. La concorrenza turca e quella cinese. Di cosa ha bisogno la filiera palestinese. E di cosa farebbe a meno
Fermi tutti, forse è meglio che ci ripensiamo. L’Africa, in questo senso, è una terra esemplare, soprattutto quando si parla di protezionismo. E lo è oggi più che mai, visto che sul tema dei muri commerciali che si alzano in mezzo mondo, alcune esperienze africane pare siano entrate in una fase di revisionismo obbligato
Si chiama Mr Wang ed è il “consumatore medio” di Pechino. È piuttosto giovane, ha un reddito familiare crescente e, entro il 2025, farà parte di un gruppo sociale di 350 milioni di persone che acquisterà il 40% di tutto il lusso venduto nel mondo
O, perlomeno, che si trovi la maniera di proteggerlo, rivalutarlo, fargli ritrovare una maggior dinamicità. Il vostro feedback alla domanda di copertina del nostro ultimo numero non lascia dubbi: il lusso non può bastare per tutta la filiera
«La pelle torna a vestire la casa con la propria personalità». E lo fa in modo diverso, nuovo, forse più complicato, ma in grado di comunicarla al grande pubblico con una rinnovata adattabilità e una flessibile modernità. La conferma arriva dall’ultimo, oceanico Salone / Fuorisalone del mobile
La due giorni (4/5 aprile 2019), coincisa a Napoli con il sesto World Footwear Congress (organizzato da CEC, Conféderation Européenne de l’Industrie de la Chaussure) mette sotto i riflettori il presente dell’industria calzaturiera. Un presente che deve rispettare una serie di “must”, altrimenti la maggior parte dei suoi player possono fare a meno di pensare al loro eventuale futuro.
Per migliorare le performance della propria azienda, spesso, si investe in tecnologie produttive più avanzate. Il che dimostra che, senza dubbio, il rinnovamento dei macchinari rappresenta una tappa obbligata per mantenere la propria realtà, in questo caso calzaturiera, competitiva a più livelli. Ma non è l'unica
La manifattura meridionale ha trainato la ripresa e investito in anni di crisi, mettendosi al passo della concorrenza settentrionale. Ma ora che la congiuntura torna a farsi dura, c’è bisogno di più. Il rapporto Svimez
Salento: MISE stanzia 18,6 milioni di euro per le aziende del TAC, ma le aziende che potrebbero beneficiarne si dimostrano (molto) poco interessate, calzaturifici compresi. Perché?
La concia portoghese dal 2010 in poi è cresciuta in maniera esponenziale. Poi, nel 2017 lo stop. Per un settore che trova nella scarpa il principale cliente, l’avanzata di sneakers, materiali alternativi e delocalizzazioni rappresentano una pessima congiuntura
I consumi africani di carne sono destinati a crescere. Ma la produzione bovina e ovicaprina del continente, per lo più piccola e non strutturata, è incapace di reggere il trend. È questo lo spazio di mercato che intende coprire il Sudafrica
Il pubblico de La Conceria, per la prima volta, si spacca. La filiera della pelle trae beneficio o no da una moda meno season e più capsule? I pareri sono divergenti. A cominciare dai risultati dei sondaggi su Facebook e Instagram
A Hong Kong, il Global Footwear Executive Summit, svolto il 12 marzo, prova a analizzare e a trovare le contromisure delle tante “tempeste perfette” che stanno stravolgendo la calzatura mondiale. E scopre che la soluzione, forse, è una sola
Qualcosa è andato storto. Sono bastati pochi mesi per capire che «i livelli di produzione e gli obiettivi di costo non sarebbero stati raggiunti nel breve-medio termine» per citare le parole usate dalla storica azienda inglese che, a gennaio 2019, ha annunciato la chiusura del sito produttivo Morelight Manufacture, avvenuta effettivamente a marzo. Trentacinque i dipendenti licenziati, dieci quelli ricollocati all'interno.
È quella per la pelle che, per il brand tedesco fondato nel lontanissimo 1683, è l’unico materiale che «merita rispetto e fiducia». Questa è la sua storia
NEW YORK, 16 luglio 2016
Data e location della quarta edizione di World Leather Congress, evento organizzato dai conciatori americani di LIA, USHSLA (US Hide and Leather Association), sotto il cappello di ICT (International Council of Tanners), con il concreto supporto di UNIC - Concerie Italiane e Lineapelle. Tema: la pelle nella vita quotidiana
Un passo importante, che dimostra quanto la conceria italiana creda in se stessa. UNIC - Concerie Italiane, attraverso la sua controllata Lineapelle, acquisisce una partecipazione del 2% in SprintItaly, la SPAC «che incorporerà, mediante fusione, Sicit»
L’area pelle di Pechino chiude un 2018 complicato e molto opaco. E durante APLF si conferma piuttosto fredda e intimorita, con poca voglia (o possibilità) di assumersi rischi.
I clienti cinesi comprano meno. I prezzi calano su scala globale. Brexit minaccia di tenere i magazzini ancora pieni. La materia prima del Regno Unito soffre. Ma forse il fashion la può salvare
Il 19 febbraio 2019, giorno della morte di Karl Lagerfeld, sarà ricordato dalla moda e dal lusso come un epocale turning point. Niente, dopo di lui (per Chanel e non solo) potrà continuare a essere come prima
Siamo partiti dalla scelta di Chanel, che a dicembre ha detto addio alle pellicce e alle pelli esotiche. Sul numero di febbraio de La Conceria, intervistando ricercatori e addetti ai lavori, ci siamo chiesti se sia questa la sostenibilità di cui ha bisogno la moda. Ora, raccogliamo il vostro punto di vista
Lineapelle un progetto in continua evoluzione, con obiettivi, strategie e investimenti: un evento che è confronto, cultura e lavoro
Lineapelle un progetto in continua evoluzione, con obiettivi, strategie e investimenti: un evento che è confronto, cultura e lavoro
Si moltiplicano le proposte (di lusso e anche no) che applicano la pelle alla produzione di device e accessori digitali, dimostrandone la versatilità e, soprattutto, la grande attualità
Dove c’erano più di 1.000 calzaturifici, oggi ne sono rimasti 200: lottano con la necessità di scoprire come aggredire un mercato in costante evoluzione e trovare «l’anello di congiunzione tra scuola e lavoro»
L’idea inclusiva di Kahmune: ampliare la gamma dei toni “nude” per poter abbinare le calzature a un maggior numero di carnagioni. Pelli e manifattura italiane per un progetto che ha colto nel segno
Rimanere impelagati in una guerra. E trovare la forza di rinascere, puntando sui mercati e gli eventi internazionali. La parabola della conceria Vozko che, malgrado tutto, non molla mai
Si chiama Matomo Nitta e nelle sue mani risiede l’arte millenaria di realizzare una pelle bianca che «a contatto con quella umana fa l’effetto di una crema idratante». Come, ve lo raccontiamo in questo articolo
A Canberra non piove. Da anni. Questo non solo determina il modo in cui la zootecnia del Paese è arrivata al 2019, ma le stesse aspettative per l’anno in corso. Negative: dalla carne alla pelle
Le prime sono da chiarire, le seconde da ribadire. Una sentenza della Cassazione liberalizza in Italia (ma non nel mondo) l’uso del simbolo della pelle stilizzata. Ma per quello che contiene la dicitura VERA PELLE o VERO CUOIO non cambia nulla. Anzi
Dal 20 al 22 febbraio, la più importante business experience riservata alla filiera di fornitura di moda e lusso taglia il traguardo dell’edizione numero 96. E tesse un filo tra moda, innovazione e sostenibilità alla luce di una scelta precisa: quella qualitativa
Il piano innovativo, dal 20 al 22 febbraio, a Fieramilano Rho, sarà completo. Accade una volta all’anno, quando a Lineapelle si accosta, in perfetta continuità di tempo e spazio, Simac Tanning Tech
Calzatura e pelletteria sono le voci di bilancio trainanti per le griffe del lusso. Valgono, in media, tra il 50 e il 70% del fatturato dei principali Player del settore. E rappresentano gli asset su cui investire nel 2019
Il boom della sneaker sta finendo? Secondo voi e in base alle reazioni dei nostri follower su Instagram e Facebook, probabilmente no. O meglio: non ancora. Perché la nostra domanda ha dimostrato che la sportiva potrebbe essere in una fase di normalizzazione
Protagonisti: brand che hanno una lunga storia alle spalle e una precisa identità nel presente. Segni particolari: l’uso caratterizzante della pelle e il non essere ossessionati dalla moda sportiva
Mipel 115 ha presentato a Fieramilano Rho l’accessorio per la stagione invernale 19/20. I trend vedono diverse pulsioni dividersi e confluire tra modernità, richiamo vintage e ricercatezza
La proposta stilistica della più importante fiera internazionale della calzatura sottolinea come l’inverno 19/20 avrà un’impronta dinamica e sportiva, senza, però, rinunciare all’eleganza
Le sfilate di Milano, Londra e Parigi tagliano i ponti con la formalità, ma evidenziano il rallentamento del mood sportivo
Il made in Friuli delle sedie (e non solo) di Frag è, da oltre cent’anni, legato in modo indissolubile alla concia italiana e a una visione evoluta dell’artigianalità
Una scuola di formazione come “forma di aggregazione e riscatto sociale”, ma, soprattutto, per garantire un futuro alla pelletteria napoletana che, grazie all’esplosione di ordini delle griffe, vive un momento d’oro. È il progetto di Ornella Auzino, titolare di Le Mie Borse
La regione Campania, proprietaria del depuratore di Solofra, spiega che cosa ha in mente per l’impianto (e quali sono i tempi per vedere realizzati gli interventi). Intanto tra Veneto e Toscana, le società che gestisocno gli impianti di depurazione tracciano la rotta per il 2019: ve la raccontiamo nel dettaglio
Progetti formativi, attività di divulgazione scientifica, accordi e convenzioni trasversali nell’ambito della ricerca. Il 2019 di SSIP procede nell’ottica di diventare “produttori e utilizzatori di conoscenze”
I clienti internazionali sono già in fuga, spaventati da una filiera rivelatasi inaffidabile, ma non per colpa sua: per volontà del governo. Migliaia di posti di lavoro sono a repentaglio. La concia del popoloso stato indiano è ferma per tre mesi
Lo shutdown ha sottratto ai trader statunitensi uno strumento di analisi del mercato, rallentando per di più le procedure pubbliche. Il clima disteso con la Cna rasserena gli animi. Ma in vista del primo marzo non sono terminate le incognite
La produzione di carne vive una lunga stagione di boom. Il mercato conciario, invece, soffre. Per Brazilia, che è un gigante in entrambi i settori industriali, una concomitanza di trend a dir poco amara
Fondi, iter burocratico e lavori. Il 2019 è l’anno del depuratore di Solofra: la Regione Campania, proprietaria dell’impianto, si impegna a risolvere le criticità che ne hanno causato il sequestro. E il distretto conciario si fida
Tra Bari, Matera e Taranto si è vissuto il sogno del salotto made in Italy. Dagli anni del boom a oggi molto è cambiato. Il distretto si riscopre più piccolo, nonché insidiato da opifici cinesi spesso corsari. Ma proprio Pechino, come fronte di Espansione commerciale, è anche un volano di crescita
Il commercio internazionale delle pelli esotiche è regolato da una convenzione firmata nel 1973 e applicata in più di 180 Paesi. Dall’allevamento al prodotto finito, è registrata ogni transazione
È quella segnata dal caso Tigamaro. Potrebbe fare giurisprudenza, ma, intanto, riapre il dibattito sulla necessità di manodopera specializzata e su come averla a disposizione senza scatenare “guerre all’ultimo euro”
Tutto quello che c’è da sapere sui progetti di Richemont per la pelletteria, ve lo raccontiamo qui. Dalla trasformazione del polo di Scandicci all’acquisizione di Serapian, arrivando a una dimensione “più aggressiva” del suo modello di lusso
Hugo Boss torna a casa: nei territori del “premium contemporaneo” maschile. Target: investire nell’online. Burberry: dopo la crisi, grandi cambiamenti e, negli ultimi mesi, il rilancio. Target: investire nella pelletteria
La griffe italiana (di proprietà dei francesi di LVMH) allunga l’elenco di chi sbarca attorno a Firenze per produrre i suoi accessori di pelletteria. La nuova fabbrica aprirà a fine 2020 a Bagno a Ripoli e, per il comune toscano, sarà una vera rivoluzione
Ecco Leather, divisione conciaria del gruppo danese della calzatura e dell’accessorio in pelle, arriva sul mercato con DriTan: la soluzione per Risparmiare “enormi quantità di acqua” e di “fanghi” in fase di produzione, dicono