La filiera lunga
La pandemia e poi la guerra hanno decretato il tramonto definitivo di una fase storica in cui i Paesi industrializzati rendevano disponibili i beni richiesti dal mercato facendoli produrre o semplicemente comprandoli in ogni angolo del mondo. E ora?
Addio al terzista
Quello di una volta non c’è più. Oggi i referenti produttivi di brand e griffe sono vere e proprie industrie che, prima ancora del prodotto, vendono servizi, controllano la produzione in modo scientifico, attivano Academy formative interne.
Un pezzettino di scarpa
La tendenza (post-pandemica) a una ritrovata e aggiornata eleganza dona una speranza. Perché secondo gli analisti il trend porta con sé il maggiore impiego dei materiali nobili, come la pelle. Nella calzatura si intravede qualcosa. Ce n’è bisogno, dopo i danni della sneakerizzazione…
L’intesa sulla definizione di artigiano
Quando si leggono i materiali promozionali delle griffe o gli interventi pubblici a proposito delle carenze di manodopera, si trova sempre lo stesso termine: «artigianato». Ma i luoghi di lavoro sono cambiati e, quindi, anche le competenze richieste al lavoratore e le caratteristiche del prodotto. Come fa il consumatore a distinguere le differenze?
La nidification
Abbiamo iniziato il 2022 seduti su un divano particolarmente comodo. La pandemia aveva fatto rimbalzare in modo significativo i consumi di arredi domestici e, quindi, di pellami destinati alla produzione di imbottiti e poltrone
La carne vegetale (sic!)
Certo, la congiuntura economica: l’inflazione non favorisce un prodotto alternativo più caro di quello che vorrebbe soppiantare. Ma ci sono anche questioni di mercato e di gusto. Il 2022 segna il fallimento dei veggie burger et similia