ma cos’è che vogliono?
La ricerca di giovani lavoratori è il cruccio non solo dell’industria della moda, ma dell’economia italiana tutta. Per questo saper rispondere per primi alle loro necessità rappresenta una sfida esistenziale per le imprese
per noi è sì
La voce dei giovani che hanno scelto, dopo varie altre esperienze, di lavorare nella filiera della pelle dimostra che non basta l’incentivo economico per attrarre nuovi collaboratori, formandoli, spesso, da zero
per noi è no
Le ragioni per cui si abbandona un lavoro nella filiera della pelle sono tante, ma tutte connesse alla percezione della propria professionalità e al modo in cui viene valorizzata, all’esterno e all’interno dell’azienda
le ambizioni dei creativi
Le opportunità per chi esce dalle accademie di design ci sono. A patto, però, di avere una formazione non solo teorica e, meglio ancora, di essere sui territori
le PMI che hanno trovato una soluzione
La prima sfida è arrivare all’attenzione dei ragazzi, ci raccontano le imprese. Una volta investito in comunicazione, tocca poi mettersi in competizione con i big sulle condizioni di lavoro: un’impresa difficile, ma non impossibile da vincere
valli a trovare (specie quelli giusti)
Le PMI ci provano in tutti i modi, anche con bonus di benvenuto, ma assumere ragazzi disposti a lavorare in produzione resta difficile. Ingaggiarne di bravi, poi, ha del miracoloso. Tanto che qualcuno dice: «Preferisco riprendere i cinquantenni»…
«è ora di giocare al rialzo»
Sul mercato del lavoro incidono due fattori. Uno è ciclico: ci sono più offerte che candidati. Il secondo è culturale: gli italiani hanno un pregiudizio negativo verso i mestieri artigiani