alla ricerca delle competenze perdute
Alla manifattura italiana della moda e del lusso, dicono gli addetti ai lavori, mancano 94.000 addetti da inserire in azienda entro i prossimi 5 anni. Ad oggi, solo il 50% potrebbe essere reperibile
come aghi in un pagliaio
Le aziende della filiera hanno, come mai in passato, fame di nuova manodopera. Nuova perché giovane. Nuova perché capace di affrontare il lavoro, anche quello artigianale, con modalità evolute
restringere la forbice
Uscire dall’emergenza, ridurre il gap tra domanda e offerta di addetti, cercare di cucire la trama di un sistema formativo futuribile, capace di tramandare i saperi manifatturieri della filiera italiana della moda e, costantemente, attualizzarli. Mission impossible? Ecco cosa ne pensano alcuni formatori
le relazioni coi più giovani
Sono tre gli istituti di riferimento dei distretti italiani della concia: da loro passa la formazione delle più giovani leve di addetti della filiera della pelle. Rispondono alle stesse esigenze.
la soluzione: pagare il giusto
Antonio De Matteis, CEO di Kiton, ha le idee chiare su come attrarre i giovani ai mestieri artigiani della moda e, soprattutto, incentivarli a rimanere in azienda: «Negli ultimi 30 anni abbiamo avuto un tasso di dimissioni pari a zero»
chiamiamoli collaboratori, non operai
Antonio Filograna Sergio ha costruito a Casarano un polo degli accessori. Per riuscirci, ha dovuto rivitalizzare la tradizione salentina della calzatura. E costruire da zero le competenze necessarie per la pelletteria