Un’altra Scandicci è impossibile
A Scandicci, nel pieno del suo boom industriale, Gucci (controllata dai francesi di Kering) ha aperto la sua ArtLab (in foto): è la cartolina perfetta della stagione in corso.
A Scandicci, nel pieno del suo boom industriale, Gucci (controllata dai francesi di Kering) ha aperto la sua ArtLab (in foto): è la cartolina perfetta della stagione in corso.
Il rischio di disinvestimento per le manifatture Italiane controllate da gruppi francesi non c’è. Qualche certezza in meno, invece, per i terzisti. Le opinioni di Mario Ortelli (Ortelli&co) e Flavio Cereda (Jefferies International)
Marche, Abruzzo, Campania (e non solo) l’onda terzista non bagna solo Scandicci, ma “oltre distretto” i timori che sia un evento “positivamente transitorio” sono maggiori. «Non ci sono alternative»
Quella del conto terzi, per la scarpa italiana, è una scelta obbligata, crescente, che si esplicita in forme varie ed eventuali. E che non è più vista come “un mezzo fallimento”
La scoperta drammatica sarebbe stata osservarvi rispondere alla nostra ultima domanda di copertina che se un’auto è ibrida/elettrica allora non deve avere gli interni in pelle. Appurato, per fortuna, che ancora esistono certezze, Ora c’è da capire come reagire al marketing veg. Che si fa assordante
Nella fashion industry non è più possibile parlare schiettamente di argomenti come i materiali animali: lo dimostra l’intervento di Carlo Mazzi (Prada) all’ultimo Luxury Summit. mentre Angelo Cruciani (fondatore di Yezael) auspica il pluralismo. E lo fa da vegetariano
Dalla tragedia del Rana Plaza sono passati 6 anni. I ricercatori dell’Università di Sheffield si chiedono che cosa abbiano fatto le corporation della moda per mettere in sicurezza le proprie supply chain
Tre calzaturifici, una visione di crescita. New Footwears, Freres ed Esteban sanno di che cosa hanno bisogno per posizionarsi più in alto e aumentare gli standard. A cominciare dal network
La scarpa del tacco d’Italia si confronta con la sua evoluzione, investe in innovazione e cerca di trovare il giusto equilibrio tra una necessaria impronta industriale e un’anima artigianale «che farà sempre la differenza»
Caso che tanto strano non è. Semmai, è sintomatico di un certo vezzo mediatico. Quello, quando si parla di pelle, di andare in cerca della novità (forzatamente green) a tutti i costi. Così definendola anche quando non lo è
UE e Mercosur a fine giugno siglano una partnership commerciale che propone di rimuovere i dazi sull’import di calzature in pelle e le barriere all’export della materia prima conciaria in Sud America