Smart working, videochiamate e un’accelerazione ai progetti di ricerca. GSC Group di Montebello Vicentino (specializzato nella realizzazione di prodotti chimici destinati a diversi segmenti del settore conciario), si è rapidamente adattata alla nuova normalità imposta dal Coronavirus. “Per noi non è stato uno stravolgimento” spiegano l’amministratore delegato Adriano Serafini e il responsabile commerciale estero Diego Cisco. Qui, infatti, mascherine e spazi ampi rappresentavano già la routine.
L’emergenza sanitaria vi ha costretti a rivedere del tutto o in parte l’organizzazione aziendale interna?
Serafini: “Sì, a 360 gradi. I nostri dipendenti, nel reparto produzione e laboratorio, erano già abituati a usare le mascherine, lavorando con prodotti chimici e al distanziamento tra persone a cui l’impiantistica automatizzata di grandi dimensioni di cui disponiamo ci obbligava già. Ora abbiamo, innanzitutto, introdotto lo smart working. Una novità assoluta che in certi contesti si sta dimostrando efficace ed è apprezzato da molti della nostra amministrazione, composta in buona parte da mamme. Chi è venuto in sede ha comunque lavorato da solo in una stanza o, in certi casi, addirittura in un intero piano. Per il resto, abbiamo rivisto i turni e, di conseguenza, la presenza sia nei laboratori che in produzione. Per esempio, prevedendo gruppi per l’accesso alla mensa. Infine, sanifichiamo gli ambienti una volta alla settimana e mettiamo a disposizione dei dipendenti tutti i dispositivi di protezione personale, tra cui le mascherine che cambiano 4 volte al giorno”.
E per quanto riguarda gli aspetti logistici?
Serafini: “Abbiamo bloccato i viaggi verso l’estero dei nostri tecnici per l’assistenza ai clienti e anche le visite di questi ultimi. Così come quelle dei fornitori. Attività, queste, che non abbiamo interrotto, ma abbiamo semplicemente iniziato a svolgere in smart working”.
Ci sono novità organizzative che si stanno rivelando più efficaci del previsto e pensate di continuare ad adottare?
Cisco: “Le video riunioni con i colleghi tecnici o gli agenti che si trovano dall’altra parte del mondo sono quotidiane e stanno funzionando bene. Lo stesso per alcune pratiche amministrative che, una volta connessi alla rete, si possono condividere anche da casa senza problemi. Poi ci sono piccoli accorgimenti come la presenza del gel lavamani all’ingresso di ogni stabilimento. Oppure, le zone comuni dove depositare la merce evitando così di interrompere continuamente il personale di reparto”.
Ci sono anche nuovi strumenti tecnologici che vanno in questa direzione?
Cisco: “Direi, in particolare, le videochiamate con telecamere ad alta definizione e potenti zoom installati nei nostri showroom. Le stiamo utilizzando molto per la messa a punto della nuova collezione che stiamo preparando e verrà proposta ai clienti all’estero. Fino ad oggi si invitavano in sede i tecnici dei nostri clienti e si sviluppava insieme la collezione. Adesso ci inviano le pelli e attraverso le videochiamate ci spiegano cosa desiderano e ci confrontiamo. In questo modo si è creato un contatto che è praticamente quotidiano, mentre prima le visite duravano circa 10 giorni e poi, per qualche mese, non ci si vedeva più e i contatti avvenivano solo per email e telefono”.
Vi aspettate che una volta usciti dall’emergenza i clienti saranno più esigenti o avranno richieste particolari?
Serafini: “Sicuramente il mondo di domani sarà più pulito e quindi ci attendiamo una maggiore attenzione alla sostenibilità, tema su cui lavoriamo da tempo. E su cui in questo momento ci stiamo concentrando ancora di più. Non solo non abbiamo sospeso alcun progetto, ma, anzi, abbiamo investito ulteriormente. Parallelamente, abbiamo deciso di potenziare il servizio ai clienti, che ci aspettiamo più esigenti e accorti. Già oggi, per dire, ci stanno arrivando richieste per pelli resistenti a virus e batteri, ma anche al gel lavamani”.
Cisco: “Essendo meno pressati dalle scadenze quotidiane stiamo riuscendo ad accelerare alcuni progetti come il sustainability report che per noi significa molto nel prepararlo al meglio e certificarlo. Perché è vero che siamo una grande azienda, ma è altrettanto vero che la nostra storia è legata a una famiglia e al suo territorio”.
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