Contenimento dei costi e ottimizzazione della produzione. TFL valuta la chiusura dell’impianto che produce tannini sintetici a Leverkusen, in Germania, entro la fine del 2023. Il gruppo, che distribuisce prodotti chimici speciali per l’industria della pelle e le industrie correlate, afferma che tale valutazione è frutto della “debole dinamica del mercato conciario e chimico-conciario”. Che sta mettendo a repentaglio la redditività delle aziende del settore, minacciate da inflazione e costi energetici elevati. “Date le attuali condizioni di mercato, dobbiamo rivedere attentamente tutta la nostra operatività e diventare più attenti ai costi”, sintetizza Russell Taylor, CEO ad interim di TFL.
Stop a Leverkusen
La TFL sta riorganizzando la produzione in Europa centrale. E la prima mossa è l’interruzione della produzione di tannini sintetici nello stabilimento di Leverkusen. L’obiettivo è contenere i costi in un mercato che non tira. Secondo la nota diffusa dal gruppo: “Il mercato dell’industria chimica in Europa e soprattutto in Germania sta affrontando dei seri problemi di redditività, a causa dell’inflazione e dei costi energetici che rimangono elevati”. Un ambiente economico che impone delle riflessioni “per fronteggiare le scarse prestazioni del mercato della pelle”.
La strategia
Taylor, che quest’estate ha sostituito Wolfgang Schütt nel ruolo di CEO, ha indicato i punti salienti della strategia di TFL: “Continueremo a focalizzarci su soluzioni sostenibili e prodotti bio-based. Vogliamo rafforzare la nostra posizione e il nostro ruolo primario nell’offerta di prodotti chimici che rispettino ogni possibile normativa UE in materia di bisfenoli”. La decisione di valutare la chiusura del sito di Leverkusen arriva dopo un’estate di cambiamenti ai vertici del gruppo. Non solo è cambiato il CEO a luglio, ma ad agosto, dopo oltre 8 anni come responsabile finanziario del gruppo, Richard Fenton si è dimesso. Al suo posto è stato promosso David Blatch. (mv)
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