Proattività, performance, sicurezza. Dalla sesta Conferenza Nazionale sulla Chimica Sostenibile il settore esce con tre consapevolezze. L’evento, promosso il 31 gennaio a Milano da Federchimica, restituisce alla filiera tre lezioni. La prima riguarda la tempestività della ricerca: la chimica industriale deve essere vigile, pronta a trovare sostanze alternative non solo quando quelle in uso sono classificate come pericolose, ma già quando su certe molecole si accendono le sirene d’allarme. La seconda riguarda proprio lo sforzo intorno all’individuazione delle molecole sostitutive: non si può derogare dal principio di qualità della performance del prodotto finale. Se la ricetta originale permette di ottenere un pellame (nel caso della chimica conciaria) con certe caratteristiche prestazionali, l’alternativa deve garantire almeno gli stessi standard, se non di meglio. Infine, la chimica deve ergere a propria stella polare il principio di safety by design: la sicurezza non riguarda solo il prodotto, ma, in una visione d’insieme, anche il processo.
L’esempio della concia
Al convegno hanno partecipato centri di ricerca, istituzioni, aziende (tra cui Industrie Chimiche Forestali) e UNIC – Concerie Italiane che ha presentato il percorso fatto dal settore dagli anni ’90 a oggi. Seguendo, e in alcuni casi precorrendo, lo sviluppo delle normative nazionali e internazionali, aziende chimiche e concerie sono state in grado di lavorare affinché il processo fosse il più sicuro possibile, nonché di assoluta eccellenza. Un percorso, iniziato con la sostituzione di sostanze come le ammine aromatiche e arrivato ai nuovi regolamenti su restrizioni o divieti, che vede la filiera sempre vigile e attiva.
in foto, un momento della conferenza dal profilo Twitter di Federchimica