Pelle, capitolati, regolamenti, limitazioni e “superficialità”: se ne è parlato ieri a ProssimaPelle

“Il dialogo tra i diversi attori della filiera pelle è l’unica strada per sbloccare una situazione di stallo e dare una marcia in più ai mercati”. Questo il messaggio di UNPAC (Unione Nazionale Produttori Italiani Ausiliari Conciari), nonché il denominatore comune sul quale si è svolto ieri, nell’ambito dell’evento ProssimaPelle di Santa Croce sull’Arno, il tavolo di confronto dal titolo “La pelle che è, la pelle che vuoi, la ProssimaPelle che sarà”. Nel corso del dibattito sono intervenuti numerosi imprenditori del settore, insieme a rappresentanti del comparto conciario e dei brand della moda. Tra gli altri Edgardo Stefani, presidente UNPAC; Franca Nuti (in rappresentanza di AICC Toscana); Domenico Castiello, direttore PoTeCo; Tiziana Gambicorti per la Stazione Sperimentale Pelli; Franco Donati, presidente dell’Assoconciatori; Giulia Deidda, sindaco di Santa Croce sull’Arno, e Chiara Morelli del gruppo Kering. Nel tavolo tecnico è stata confermata l’esigenza di una regolamentazione comune e condivisa per quanto riguarda i capitolati e le limitazioni nell’utilizzo di sostanze chimiche nel processo conciario. Il confronto si è focalizzato soprattutto sulle tendenze del mercato in riferimento alle richieste della domanda finale della pelle, in particolar modo quelle presentate dalle grandi griffe. Obiettivo comune è la condivisione di regole in grado di assicurare la qualità dei prodotti e la sostenibilità ambientale dei processi produttivi. “Un concetto – spiega il direttore PoTeCo – su cui persiste a volte superficialità in chi valuta ancora l’impatto ambientale di un prodotto guardandone solo lo stadio finale, senza conoscerne la storia e le fasi di realizzazione”.

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